di Beppe Cucco - 11 May 2020

Via libera ai giri in moto! La Liguria dà l’ok

L’ultima ordinanza regionale emessa ieri dalla Liguria ha dato il via libera ai giri in moto (moto turismo). L’importante è il rispetto delle misure di sicurezza e del distanziamento sociale

La cosiddetta “Fase 2” della ripartenza dal lockdown imposto dal Coronavirus ha dato maggior libertà ai cittadini, con gli spostamenti (anche in sella!) consentiti per comprovate esigente lavorative, motivi di assoluta urgenza, motivi di salute e situazioni di necessità, nelle quali rientrano anche le visite ai congiunti. Ancora però non si può mettersi in moto solo per il classico giro di piacere. Questo a meno che le singole regioni non lo permettano espressamente all’interno di un decreto. La prima a muoversi in questa direzione è stata la Liguria, che con l’ultima ordinanza emessa ieri ha dato il via libera ai giri in moto (moto turismo).

Al punto 8 dell’ordinanza regionale n. 28/2020 del 10 maggio si legge infatti: “Fra le attività motorie consentite in forma individuale, elencate in maniera esemplificativa all’art. 4, rientrano anche l’utilizzo della moto nell’ambito di attività motoria e sportiva individuale, anche fuoristrada (enduro, trial, motorally, motocross, moto turismo) purché nel pieno rispetto, oltre che della normativa vigente per lo svolgimento di tali attività sportive e motorie, delle misure di sicurezza e di distanziamento sociale, così come dettate dai dPCM governativi e dalle ordinanze regionali”.

Vi ricordiamo, però, che come stabilito dal Dpcm 26 aprile 2020 potranno sfruttate questa possibilità solo i residenti all'interno della Regione stessa e non si potrà andare in due in moto (a meno che il passeggero non sia un convivente!). Inoltre, in altre regioni che ancora non permettono il classico giro in moto, è bene ricordarvi che hanno riaperto gli impianti sportivi dedicati alle due ruote, vale a dire le piste, crossodromi, kartodromi… Ad oggi le regioni in cui possono riaprire gli impianti sono la Lombardia, la Liguria, il Veneto, la Puglia, le Marche, il Friuli Venezia Giulia, e l’Abruzzo.

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