di Marco Riccardi - 25 May 2020

Eicma 2020: “Entro fine maggio la decisione”

Abbiamo intervistato Paolo Magri, presidente di Confindustria Ancma, che ci ha parlato delle immatricolazioni, delle misure di sostegno al mercato, della produzione, dei concessionari, di Eicma e di come cambierà la mobilità in futuro

Abbiamo intervistato Paolo Magri, il presidente di Confindustria Ancma (l'associazione dei costruttori di moto), che ci ha parlato delle immatricolazioni, delle misure di sostegno al mercato, della produzione, dei concessionari, di Eicma e di come cambierà la mobilità in futuro. Ecco le sue parole.

Immatricolazioni in picchiata, moto omologate Euro 4 da vendere a tutti i costi, concessionarie chiuse, fabbriche bloccate. Da dove cominciamo?

Dai numeri. A inizio marzo eravamo stupiti dai segnali del mercato. Nonostante ci fossero chiare avvisaglie del Covid-19 avevamo dei dati sorprendentemente positivi. Poi il buio, c’è stato il lockdown. Come sarebbe andato il mercato in tempi diversi non lo possiamo sapere, sappiamo che dobbiamo aspettarci uno tsunami di dimensioni gigantesche. Credo che il danno all’economia sarà importante e ben vengano le misure che l’Italia e l’Europa stanno attuando. Diversamente conteremo, fatemelo dire, i morti anche tra le aziende e i concessionari. Nessuno può sostenere tutto questo periodo di stop senza aiuti”.

Avete chiesto al Governo varie iniziative di sostegno per sostenere vendite, concessionarie, industrie.

Lo abbiamo fatto e ci stiamo coordinando con le associazione del mondo auto per avere politiche e richieste comuni per l’automotive. Al documento ci hanno lavorato Pietro Meda, neodirettore di Eicma, e Diego Sgorbati vicepresidente Ancma”.

Si può quantificare il danno economico del nostro settore?

“In questo momento dico che è totale. Se prospettiamo il dato attuale delle immatricolazioni a quanto avremo a fine anno, credo che dovremo affrontare una diminuzione delle vendite dal 25 al 40%”.

Con la necessità del rispetto dell’allontanamento sociale tra le persone, moto e scooter diventeranno uno dei mezzi più diffusi per muoversi.

Le regole che verranno introdotte sulla minima distanza tra ognuno di noi, vedranno una drastica riduzione dell’uso dei mezzi pubblici. Non si potrà riempire al massimo i trasporti, affollare le stazioni. Fino a quando il Covid-19 non sarà sconfitto da un vaccino non credo che avremo tanta gente in metropolitana. E si prospetta di avere questo aiuto solo nel 2021. Moto, scooter e biciclette saranno la soluzione definitiva per muoversi da casa al lavoro. Credo che il mercato lo recepirà nel migliore dei modi”.

Tra i modelli da vendere obbligatoriamente entro l’anno ci sono i veicoli Euro 4. Ma si farà in tempo?

“L’obbligo andrà spostato di un anno. Non è possibile riuscire a smaltire nel 2020 tutti i veicoli ancora nelle concessionarie. Stiamo lavorando con i Costruttori e con la Commissione Europea in questo senso”.

L’Italia è uno dei maggiori fornitori di componentistica per le aziende delle due e quattro ruote. Il blocco della produzione inciderà sul loro futuro.

L’Italia non è il solo Paese contagiato, anche altri si sono fermati. Ci vorrà tempo, ma credo che la filiera delle produzioni si riallineerà con ordine. In realtà, se non si potranno vendere presto moto e scooter, questo sarà il vero problema da affrontare”.

Esiste la possibilità che le nostre aziende diventino ulteriore terreno di caccia di investitori stranieri?

C’è la possibilità. Sperò che il Governo difenda le aziende dagli assalti dei raiders. In questo caso ci vuole sano nazionalismo”.

Anche ai concessionari occorre protezione per permettere di continuare la loro attività.

È assolutamente indispensabile che vengano protetti, sono la catena più debole del settore. Le aziende devono difendere le loro concessionarie, siamo tutti sulla stessa barca. La liquidità è il problema dei rivenditori. Non possono sostenere i costi fissi per tanto tempo e il danno si trascinerà per tutto il 2020. Finito il blocco degli spostamenti personali, per entrare nelle concessionarie i clienti dovranno ritrovare voglia e fiducia. In questo senso il Salone di Milano può essere un segnale positivo. Sapere che questa manifestazione si farà sarà di grande aiuto psicologico per appassionati, dealers, industria”.

Avere mantenuto immutata la data del Salone di Milano è un atto di fiducia. Ma avete un tempo limite per confermare in maniera definitiva l’evento?

Entro la fine di maggio dovremo prendere una decisione. Sarà una determinazione comune tra Eicma e le aziende del settore. Siamo in contatto con tutti i Costruttori per capire le loro esigenze. È tutto in divenire, ma credo che a novembre tutto il mondo, non solo l’Europa, sarà un poco più libero di muoversi. Da questo a dire se il Salone ci sarà, come sarà fatto e chi parteciperà è prematuro. La nostra decisione è quella di farlo, e lo faremo nei termini che saranno più utili per i Costruttori di moto e scooter, senza dimenticarsi dei nostri produttori di abbigliamento e accessori”.

In discussione con il Governo ci sono questioni sospese. I costi delle assicurazioni, le tariffe autostradali, il codice della strada…

“Ora le priorità sono comunque ben altre. Conosciamo nei dettagli questi problemi, ma li affronteremo al momento opportuno”.

Siete sempre in Confindustria. Ma è ancora strategico per Ancma rimanere vincolati a questa associazione di imprese? Altri ne sono usciti.

“Domanda difficile. Lo decideranno i nostri associati in una prossima assemblea dove sarà in discussione la riforma dello statuto. La parola ai soci”.

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