di Beppe Cucco - 01 April 2020

Iannone: “è stata riconosciuta la mia innocenza, ma abbiamo perso”

Dopo la sentenza che lo condanna a 18 mesi di stop in seguito al caso di doping Andrea Iannone commenta la vicenda. Il pilota di Vasto ammette che non si aspettava questa pena

"Innocente, ma abbiamo perso"

Dopo la sentenza che lo condanna a 18 mesi di stop in seguito al caso di doping Andrea Iannone parla della vicenda ai microfoni di Sky Sport 24. Ecco le sue parole:

"La notizia dello stop questa mattina mi ha colpito molto, non ce l'aspettavamo per com'erano andate le cose. Guardiamo la sentenza in modo positivo, è stata riconosciuta la mia innocenza, anche se fondamentalmente abbiamo perso perché e siamo stati squalificati lo stesso per 18 mesi. Faremo certamente ricorso al TAS. Ma poteva anche andare molto peggio. Quando tornerò in pista? Non lo so, ma una cosa certa: il mio è il primo caso per contaminazione alimentare che abbia portato a una sospensione. Ringrazio il mio avvocato (Antonio De Rensis, ndr), senza di lui la situazione in questo momento sarebbe sicuramente diversa.

Questo periodo è stato il più duro di tutta la mia vita, molto difficile da accettare. Ho pensato di tutto, non è stato facile ma ogni giorno ho cercato di trovare la forza per andare avanti e dimostrare la mia innocenza. Ancora non ce l'ho fatta al 100%, ma questo è il mio obiettivo. Poi voglio tornare in moto il prima possibile. Quando andiamo nei ristoranti non abbiamo la possibilità di scegliere carne contaminata o non contaminata, nessuno di noi sa cosa sta mangiando con certezza. Secondo me c'è un'incongruenza tra regolamento e ciò che noi viviamo, bisognerà capire in futuro se sia possibile trovare un punto d'incontro".

"La mia sofferenza silenziosa"

“Sono passati mesi da quando questa triste storia è iniziata e vi confesso che ogni giorno mi è parso un anno. Essere giudicato innocente non mi lascia certo felice poiché, per la prima volta nella storia, un atleta viene giudicato innocente e allo stesso tempo viene condannato a 18 mesi per aver assunto cibo contaminato fuori dal proprio controllo. E non mi fermerò davanti a questa sentenza perché non dovrà succedere mai più per nessun altro. Nonostante la sofferenza di dover percorrere un cammino impervio e non scelto, ingiustamente, ho deciso di continuare ogni mio passo in silenzio.La mia sofferenza silenziosa, però, ha nascosto fino ad oggi tutto quello che questa vicenda mi ha insegnato: nulla è scontato e tutto può cambiare in un secondo. Mi porto dietro però anche tante note positive, come il vostro affetto o l’aver potuto valutare persone e fatti in modo più maturo. Proprio così, nonostante tutto oggi sono più maturo e consapevole del vostro affetto. Non mi avete lasciato mai e mi avete accompagnato in ogni momento di questo triste e duro percorso. Ecco perché affronterò il mio futuro ricordando per sempre questi momenti, cercando di essere la forza che io ho avuto: donando il meglio di me agli altri. Nel ringraziare tutti voi che mi siete stati accanto, però, rivolgo la mia riconoscenza anche ai miei amici, alla mia famiglia e a mio padre in particolare, a tutto il Team Aprilia, a Massimo Rivola e a tutti i miei sponsor che non mi hanno mai abbandonato. Oltre al mio ringraziamento, inoltre, rivolgo tutta la mia stima al mio avvocato, Antonio De Rensis che mi è stato accanto in ogni momento come un padre fa con i propri figli. A tutti voi, sarò per sempre grato”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA