di Beppe Cucco - 29 March 2020

Un’Harley-Davidson Street 750 da… hill climb!

Sospensioni modificate, cerchi da 17” con gomme semitassellate, manubrio da cross, paramani, pedane dentate… così un’Harley-Davidson Street 750 si è trasformata in una moto pronta ad aggredire lo sterrato. L’abbiamo messa alla prova

In occasione dell’evento Triple’S, Harley-Davidson ha voluto dimostrarci quanto possa essere versatile una Street 750. Così l’ha trasformata in una moto… da hill climb! Le moto, otto in totale, sono state preparate dai customizzatori inglesi di IDP Moto Limited esclusivamente per l’evento.

Motore, telaio, serbatoio, carrozzeria e sella sono quelli di serie della Street 750, tutto il resto è stato modificato. Questo l’elenco degli accessori che i customizzatori hanno installato sulla moto per prepararla all’hill climb:

  • Forcella, cerchi da 17”, dischi e pinze freno di una Harley-Davidson Street Rod
  • Manubrio da cross Renthal
  • Parafango anteriore da cross motocross
  • Paramani
  • Ammortizzatori posteriori Öhlins
  • Ruota posteriore Street Rod
  • Conversione della trasmissione finale a catena
  • Pneumatici semitassellati Continental TKC80
  • Pedane dentate stile motocross
  • Rimozione del silenziatore di serie; nuovo scarico aperto

Il risultato? Sicuramente non una leggera e agile moto da cross, ma di certo una moto divertente per affrontare la prova per cui è nata, l’hill climb, ovvero arrivare in cima a una strada sterrata nel minor tempo possibile. In teoria la nostra prova doveva essere “only for fun”, ma capite che quando c’è di mezzo un cronometro… si è trasformata in una gara con i colleghi!

Qui sotto vi raccontiamo com’è andata!

Contro il cronometro

La nostra pista, accidentata, serpeggia leggermente tra gli ulivi fino a raggiungere il traguardo, dove è posizionata la fotocellula dell'arrivo, nascosto dietro una curva a 90 gradi estremamente inclinata. Sembra facile, ma essere veloci nel farlo non è così semplice.

Anche se è “only for fun”, il programma prevede 4 run di prova, per prendere confidenza con la moto e la pista, e due cronometrate, valide ai fini della classifica. Inevitabile quella sensazione di stress e ansia che si percepisce sempre quando c'è qualcuno davanti a voi con un cronometro in mano. Si sa, per sua natura l’essere umano è competitivo, se poi ci mettiamo di mezzo pure una moto.

Le prime quattro run ci servono per trarre alcune conclusioni: che il lato sinistro della pista è meno accidentato, ma ci fa percorrere più metri. Che allargare l’ingresso in curva per tagliare tra i rami dell’ulivo finale ci permette di limare decimi. E che lo stacco alla partenza è fondamentale! Dopo le libere abbiamo un tempo da “metà classifica”, ma siamo pronti a dare il meglio nelle due manche che contano. Vince chi fa segnare il miglior tempo secco! E infatti, dopo la prima run cronometrata abbiamo il miglior tempo tra gli italiani, ma non riusciamo a migliorarci ulteriormente nella seconda sessione.

Così ci soffiano la vittoria. Siamo secondi per soli 9 centesimi. Meritata vittoria per Stefano! Ma in realtà vinciamo tutti, perché questa competizione ci ha permesso di vivere un’esperienza unica e di toccare con mano quanto un’Harley-Davidson possa essere gustosa e divertente anche al di fuori dell'asfalto.

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