di Fabio Meloni - 13 February 2020

Kawasaki Z H2 2020: come va, pregi e difetti

Siamo a Las Vegas, in Nevada, dove Kawasaki ha organizzato il test della Z H2 2020. Vi diciamo come va e quali sono le nostre prime impressioni di guida, con pregi e difetti della nuova naked sovralimentata di Akashi

È ora di salire in sella

Tra le moto più attese di Kawasaki per il 2020 c'è la nuova Z H2, naked sovralimentata capace di erogare 200 CV a 11.000 giri/min e una coppia massima di 137 Nm a 8.500 giri/min. Siamo volati negli USA, dove la Casa di Akashi ha organizzato il press test intorno a Las Vegas.

Nella pagina a seguire vi raccontiamo le nostre prime impressioni di guida, con pregi e difetti. Se, invece, volete conoscerla meglio dal punto di vista tecnico potete cliccare qui e approdare alla pagina di presentazione del modello con tutti i dettagli. Infine, qui trovate tutte le novità Kawasaki 2020.

Come va

Duecento sovralimentatissimi CV sotto il sedere e un manubrio alto per domarli... in uno dei posti meno indicati per oltrepassare limiti di velocità piuttosto severi. ZH2, Las Vegas, USA. Infatti fuori dall'hotel non troviamo le moto ma un pulmino. Destinazione, il locale paradiso per gli amanti dei motori, il Motor Speedway. Ovale per le corse Nascar e un circuito handling sono a nostra disposizione. Non esattamente l'ideale per provare una supernuda espressamente progettata per la strada, ma la miglior soluzione quaggiù. E anche l'unica che ci consenta di spremere questo super motore come si deve. Iniziamo da qui. 275 km/h indicati e ancora spinta da vendere, ma sull'ovale non ci fidiamo a osare oltre. Il muro esterno corre vicinissimo e sul banking è difficile capire quanto si stia chiedendo alle gomme in termini di grip. E poi le curve sono curve vere, intervallati da rettilinei che durano pochi secondi. Roba da brivido!

Partendo dalla corsia box la Zeta si impenna in prima (scontato), seconda (birbante!), terza (alla faccia) e quarta (ma davvero?). La spinta è un crescendo deciso, fluido e mozzafiato. Usciamo dalla curva più lenta a 200 km/h e dando tutto gas il tachimetro corre come impazzito. 220. 240. 260. Nel circuito handling, una specie di strada tutta curve con modeste vie di fuga, apprezziamo la risposta al gas dolce e l'accelerazione coinvolgente già ai bassi regimi. Inevitabilmente il contesto falsa un po' le sensazioni rispetto a una vera strada, dove si guida molto meno "spediti", ma verificheremo tutte le sensazioni odierne appena la Zeta arriverà in redazione. A un passo... allegro con brio, la Zeta lascia intendere di non gradire una guida pistaiola. L'ABS interviene parecchio, le sospensioni sono morbide e la posizione di guida 100% stradale, con pedane (correttamente) basse che entrano presto a contatto con l'asfalto. Allo stesso tempo dà l'idea di essere molto godibile su strada. L'assetto è confortevole senza che ciò incida sulla precisione rassicurante della ciclistica. Si ha un buon guizzo nello stretto e una piacevole solidità sul veloce. I freni hanno una buonissima potenza e un'ottima modulabilità, e il cambio elettronico bidirezionale funziona bene sia nel salire sia nello scendere di rapporto. Il controllo di trazione è dolce nell'intervento e, in generale, piuttosto attento, esattamente come ci si aspetta sia un sistema pensato per la strada.

Con l'aggiunta del super motorone di cui sopra, tutto ciò sembra dipingere il quadro di una nuda super godibile sui nostri percorsi domenicali preferiti, che rinuncia alla promessa dell'efficacia in pista tipica di molte concorrenti in favore di una guida più amichevole ma comunque appagante ed emozionante.

Troverete il test completo della nuova Kawasaki Z H2, con interviste, approfondimenti e la prova su strada, su Motociclismo di marzo.

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