Alette a 130 km/h... che ce ne facciamo?
Spesso pubblichiamo le lettere che inviate alla nostra redazione e alcune di queste suscitano il dibattito più di altre. In particolare, la più letta dell'anno è quella che vede un lettore manifestare il proprio disappunto in merito alle ali aerodinamiche sulle moto stradali di serie. Ecco il nostro commento
Ciao Direttore, dopo aver letto il suo editoriale “Il futuro mette le ali” mi è venuta voglia di scrivere. Sicuramente il passaggio di tecnologia dalle gare alla produzione di serie è utilissimo, quindi antiimpennata, controllo di trazione, efficienza aerodinamica per il problema calore e stabilità, CX per borse, bauletti e cupolini/parabrezza, cruscotti TFT.
Ma in Italia e quasi ovunque ci sono limiti di velocità di 130 km/h e in città al massimo 50. Quindi, ok ABS, controllo di trazione, dissipazione calore, ma per il resto? Le ali lasciamole alle moto da corsa!
Massimo Nocciolini - Sesto Fiorentino (FI)
Il commento di Motociclismo
Caro Massimo, il limite a 130 km/h non è una valida giustificazione alla eventuale inefficienza di una moto a velocità elevate. Se per esempio a 160 km/h una moto da turismo diventa instabile dopo aver montato le valigie laterali, oppure un plexiglass risulta inadeguato a proteggere bene il pilota, quella moto non è una touring di livello. Se per ottenere una perfetta efficienza aerodinamica occorrono o meno le alette, poco importa: la speranza è che le Case motociclistiche si allineino a quelle automobilistiche nello studio della fluidodinamica rispetto ai prodotti che commercializzano.