27 October 2009

Yamaha Italia chiude la produzione e lascia a casa 67 persone su 180

Yamaha Motor Italia chiude la catena di produzione nella sede di Gerno di Lesmo (Monza), per trasferirla in Spagna. 47 operai saranno licenziati, insieme con 19 impiegati.

Yamaha italia chiude la produzione e lascia a casa 67 persone su 180



di Lorenzo Motta


Gerno di Lesmo (Monza) 27 ottobre 2009
– Yamaha Motor Italia chiude la catena di produzione nella sede brianzola per trasferirla in Spagna. I dirigenti della filiale italiana della Casa dei tre diapason lo hanno annunciato ieri pomeriggio alle Rappresentanze Sindacali Unitarie dell’azienda, che aderiscono ai sindacati FIM-CISL e CISL Commercio, in funzione dei contratti che sono applicati nello stabilimento di Gerno di Lesmo.

A comunicare la notizia è Angelo Caprotti, uno degli addetti alla catena di montaggio, che è il delegato RSU della FIM-CISL. Dice Caprotti: “Saranno licenziati 67 dipendenti su circa 180. Quindi, circa un terzo della forza lavoro. Chiudendo la produzione, perderanno il posto tutti operai e gli impiegati della filiera produttiva. Questo perché la fabbricazione delle moto sarà spostata in Spagna”. Aggiunge Caprotti: “Adesso ci stiamo organizzando. Pensiamo di resistere ad oltranza e di piantonare i cancelli dell’azienda, perché, si sappia, faremo di tutto per salvare il vostro posto di lavoro”. A Gerno di Lesmo, i lavoratori sono divisi fra quelli che hanno un contratto del settore aziendale e altri che sono impiegati commerciali.

Specifica Angelo Verdelli, che lavora al Centro Elaborazione Dati e per la RSU è il delegato sindacale della CISL commercio: “La direzione aziendale ci ha comunicato ufficialmente la chiusura della catena di montaggio, con conseguente licenziamento collettivo di 66 persone con procedura di mobilità. Questi 66 licenziamenti riguarderanno tutti i 47 operai, che resteranno in strada e 19 impiegati del settore commercio. Il 67esimo licenziato è C.C., che era il responsabile della produzione, nonché la persona che aveva curato la realizzazione del progetto Superbike, con cui Ben Spies ha vinto il Mondiale. Ma gli addii potrebbero non finire qui: i dirigenti hanno un contratto diverso, perciò, per il momento, non sono stati toccati, ma, in futuro, i tagli potrebbero riguardare anche loro”. La nota dolente, secondo Verdelli è che: “Yamaha Motor Italia non aveva i presupposti per poter chiudere la produzione: il bilancio è sempre stato in utile e anche quest’anno, seppur di poco, mostrava guadagni”.

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