di Marco Riccardi - 01 December 2019

La zanzara misteriosa

Con ruote poco più larghe di un palmer, il tubolare montato sui cerchi da bicicletta, le moto da 50 cc offrivano in pista uno spettacolo eccezionale e divertente. Il campionato iridato delle “zanzare” inizia nel 1962…

Tutto inizia nel 1962

Con due gommine strette strette, dove vuoi andare? Ma a correre nel Motomondiale, ovviamente! Con ruote poco più larghe di un palmer, il tubolare montato sui cerchi da bicicletta, le moto da 50 cc offrivano in pista uno spettacolo eccezionale e divertente. Il campionato iridato delle “zanzare” -così erano chiamate queste moto per il sibilo lancinante dagli scarichi della quasi totalità dei loro motori a due tempi- inizia nel 1962, tredici anni dopo l’avvio di quello delle classi di maggiore cilindrata, ovvero 125, 250, 350, 500 cc e sidecar.

In griglia solo piloti magrissimi, dalla taglia degna di un fantino o giù di lì (eccezione Anderson che era alto 1,72 m), con moto ugualmente ridotte ai minimi termini, ma agguerritissime in fatto di prestazioni: il bicilindrico della Suzuki arriva ad avere nel 1965 ben 17,5 CV a 17.000 giri, ovvero 350 CV/litro! È un campionato che arriva dal basso, nel senso che viene messo in calendario, dopo un rodaggio nell’Europeo, sotto la spinta del fenomeno popolare dei cinquantini, le piccole moto che conoscono una enorme diffusione nel secondo dopoguerra: ce ne sono di tutte le salse e tutti i prezzi, nel senso delle tipologie e delle caratteristiche tecniche.

GP degni di una spy story

La prima edizione di questo trofeo iridato la vince un tedesco che arriva dall’Est, Ernst Degner in sella a una Suzuki. Ma la sua vittoria ha un retroscena da spy story scritta da un abile Ian Fleming con la regia del miglior Alfred Hitchcook: Degner è un pilota ufficiale della MZ, azienda della DDR che ha sede a Zschopau. Ernst è veloce e ha fatto vedere cose egregie nelle 125 realizzate dall’ingegner Walter Kaaden, vero genio in materia di motore a due tempi. Subito dopo il GP di Svezia Degner sfugge al controllo degli accompagnatori della Germania dell’Est e scappa in Giappone con un ingaggio da parte di Suzuki.

Con lui emigrano anche i segreti della MZ, tanto è vero che la piccola giapponese richiama le moto tedesche nella concezione tecnica e si dimostra subito vincente: dopo un esordio non brillante con un 17esimo posto al Montjuich in Spagna, Degner vince quattro round e si lascia indietro Hans-Georg Anscheidt con la Kreidler e Luigi Taveri con la Honda 4T. Il campionato è anche una valida scuola per i progettisti perché nascono motori bicilindrici a 2 e 4T, cambi sino a 14 rapporti, propulsori che spingono a 20.000 giri. Un turbinio di idee che nel 1968 venne obbligato a motori con un solo cilindro, mentre nel 1970 il cambio dovrà avere 6 marce.

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