Test Triumph Street Triple
Il test
Quando il nostro Marco Marini se l'è
trovata davanti nello stabilimento di Hinckley è stato colpito
dalle
dimensioni ridotte: motore più stretto e serbatoio più rastremato della
Daytona, di cui è figlia. Ma è una volta in moto che sono
arrivate
le sorprese maggiori, a cominciare dalla grande
fluidità di erogazione:
"la lancetta del contagiri sale regolare dai 2000 giri, ma la spinta
diventa importante a 4000.... la sensazione è quella di avere la stessa
forza di un'ottima 4 cilindri come la Hornet....", scrive Marini nella
prova su strada in anteprima
pubblicata sul numero di luglio di Motociclismo.
Dove si legge anche come questa moto sia anche frutto di importanti
(e, diciamo noi, vincenti), indicazioni venute dalla filiale italiana
guidata da Mario Lupano. Sorprendente il prezzo annunciato: 7.595
euro chiavi in mano.
Intervista a Mario Lupano
Le pareti dello studio blu di Mario Lupano, il
responsabile della
Triumph Italia, sono riempite dalle famose pubblicità ideate negli
anni '80. E’ cominciata nel 1992, l'avventura di
Mario Lupano
con le moto inglesi:"Anzi con le moto in generale- precisa-,
perché
fino allora mi occupavo di numeri, di revisioni dei conti a caratteriale
in tutto quello che facciamo oggi. E’ inevitabile pensare a lui quando
si parla del Marchio inglese e non solo in Italia. Gli inglesi hanno comprato
questa azienda perché profittevole e ben impostata. C’è un padrone che
è un appassionato, delle persone che lavorano a stretto contatto con lui
e che non hanno bisogno di tante parole per farsi capire.”
L’incendio ha bloccato la produzione per quasi 7 mesi con danni
ingenti.
“L’incendio è stato il momento più difficile di questa azienda,
ma
contemporaneamente si è dimostrato molto salutare. Ha permesso un cambio
di mentalità, un salto in avanti nella determinazione di rinascere che
ha smosso tutto il pensiero all’interno della fabbrica. Da John Bloor
sino all’ultimo degli operai hanno ora la giusta motivazione per andare
avanti, per non fermarsi.”
E in che modo si manifesta ora questa nuova mentalità?
“La preoccupazione principale oggi è di essere in sintonia con i
propri
clienti, di capire per bene chi ti compra e che cosa vuole. Non sempre
è stato così.”
Spieghi meglio.
“La Triumph ha nel proprio DNA quello che vogliono i suoi clienti,
proprio come l’Harley-Davidson e la Moto Guzzi. Basta guardarsi dentro,
non stravolgere il prodotto e seguire le loro indicazioni. Comincia oggi
il nuovo corso e da qui al 2007 vedrete quale sarà la strada che intraprenderà
la Triumph.”
Può anticipare le novità?
“Nasceranno nuove motociclette, assolutamente logiche per la nostra
clientela. Per esempio, le moto classiche sono il nostro patrimonio, una
opportunità assoluta che nessun’altra Casa motociclistica può vantare.
E poi ci sono tutta una serie di moto sportive e cittadine che hanno un
grosso contenuto di immagine, ma anche un patrimonio tecnico, oltre alle
prestazioni.”
Si può sapere di più?
“Partiamo da una certezza che è quella del motore tre cilindri, da
tutti riconosciuto come il più equilibrato tra prestazioni, carattere e
rumore. Per noi è fondamentale avere una moto che spieghi in modo immediato
che cosa vuol dire guidare una Triumph, questo sì.”
Tradizione e sportività saranno i vostri obiettivi del futuro, ma come
la mettiamo con l’America o la mega cruiser di oltre 2.000 cc? E’ la
vittoria del marketing sulla passione?
“Per l’America la richiesta arriva dal mercato USA, il nostro
maggior
cliente, mentre la grossa cruiser appartiene ancora alla fase di transizione
pre-incendio e questo progetto deve essere terminato. La super cruiser
avrà una cilindrata di 2.300 cc."
Non state esagerando?
“Credo che ogni Marchio debba avere una moto simbolo che lo rappresenti
e questa tre cilindri dalle forme abbondanti ci aiuterà a farci conoscere
ancora di più e a dare di Triumph una visione davvero mondiale. Ho visto
la moto: è bella ed è notevole la sua potenzialità.”
Ci sono moto come la Speed Triple che sono un vero best seller in Italia.
“Il 46% delle vendite in Italia sono fatte dalla Speed Triple, poi
vengono le Bonneville e ora sono interessanti anche i numeri della Baby
Speed. Inoltre, penso che il gusto italiano di intendere la moto si diffonderà
sempre di più e lo credo seriamente. Così può accadere di vedere una Speed
preparata da un tedesco, che penseremmo solo attento a guidare una turistica
Trophy che lo protegga dal freddo e dall’acqua.”
L’incendio di Hinckley ha messo in ginocchio le vendite, ma in Italia
oggi il mercato è stato bruciato dalla crisi delle immatricolazioni.
“Accantonato il momento dell’incendio che ci ha fatto perdere
quasi
il 30% delle vendite, oggi, rispetto al passato, abbiamo comunque un vantaggio.
Dipendiamo direttamente dalla Casa madre e non dobbiamo centellinare gli
acquisti come era obbligatorio prima. Se rimanevano 100 moto invendute
era un problema, oggi possiamo osare di più con i numeri. Ci attende un
grande futuro e presto ve ne accorgerete".