di Nicolas Patrini - 05 June 2019

Ducati MotoGP: soluzioni inedite, ma il regolamento frena

Abbiamo intervistato Edoardo Lenoci, responsabile dello sviluppo aerodinamico della Casa di Borgo Panigale, per parlare di sviluppo, regolamento MotoGP, costi, benefici e del lavoro fatto con i piloti

In occasione dell'inaugurazione della mostra "Anatomia della velocità", presso il Museo Ducati, abbiamo avuto modo di intervistare Edoardo Lenoci, responsabile dello sviluppo aerodinamico della Casa di Borgo Panigale.

In che direzione andrà lo sviluppo dell’aerodinamica in MotoGP?
“C’è ancora tanto da fare in questo campo. Ducati ha numerose soluzioni inedite che non ha ancora provato in pista, ma abbiamo un ‘cassetto’ di idee per il futuro. Purtroppo, i regolamenti non ci danno una mano da questo punto di vista e pare che ora arrivino altre limitazioni. Lo sviluppo viene rallentato, ma non ci sono delle vere motivazioni che riguardano la riduzione dei costi o che interessino la sicurezza. Ci pare che il chiaro scopo sia quello di limitare l’aerodinamica in MotoGP”.

Come mai?
“Io spero sappiano che l’aerodinamica non potrà mai contare quanto in Formula 1. La MotoGP, le moto, sono diverse. A mio parere, qualora fosse quello il timore, possono stare tranquilli. La moto è un oggetto fisicamente molto diverso e che assume assetti differenti in un solo giro di pista, è dominata dal pilota, non solo come forma, ma anche come attitudini alla guida: puoi fare un pezzo aerodinamico che funziona, ma se il pilota non riesce ad abituarsi ai suoi effetti quella parte è da scartare. Non si tratta di una cosa simulabile in laboratorio. Per questo motivo non potrà divenire una questione di budget, ma sarà sempre qualcosa di limitato per propria natura”.

Qui sotto trovate le foto di come si è evoluta la Desmosedici GP dal 2003 a oggi; di seguito prosegue l'intervista.

Ritieni quindi più giusto il libero sviluppo e che ogni Casa possa decidere quanto investire in questo campo?
“Si. Bisognerebbe capire qual è la filosofia alla base della MotoGP e scrivere di conseguenza un regolamento idoneo. I team devono parlare tra loro e stabilire cos’è l’aerodinamica; allo stesso modo bisognerebbe farlo per motore, telaio, ecc. Dopodiché, sono d’accordo con la limitazione dei costi eccessivi, ma come Ducati ha specificato, l’incidenza dell’aerodinamica è irrisoria da questo punto di vista e si attesta circa sull’1% del budget. Addirittura utilizziamo nelle simulazioni un codice open source, il costo è praticamente solo quello orario dei tecnici”.

Come possono essere limitati i costi?
“Bisognerebbe pianificare un budget a disposizione, per tutti uguale, dedicato all’aerodinamica. Intervenire su un regolamento tecnico per limitare una questione economica non mi sembra la strada giusta, non è efficace”.

L’aerodinamica è sviluppata dai tecnici e poi proposta ai piloti o sono loro a richiedere determinati effetti su cui lavorare?
“Ogni pilota ha le proprie richieste e reagisce a quello che facciamo in modo molto diverso. Il lavoro procede solo dopo aver ascoltato i piloti: traduciamo in grandezze fisiche oggettivabili le loro richieste. In base a questo studiamo forme dedicate e richiediamo il loro feedback. È un lavoro sinergico tra pilota, tecnici e dati raccolti dai sensori applicati sulla moto”.

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