di Nicolò Codognola - 01 June 2019

Indian: “esploreremo nuovi segmenti per acquisire nuovi clienti”

Abbiamo intervistato Grant Bester, General Manager Indian Europa, che ci ha parlato delle tendenze attuali, del futuro della famiglia FTR 1200, del mercato globale…

La FTR 1200 segue le tendenze attuali, a livello di design, e si discosta dalle altre moto americane…
“Abbiamo 5 designer provenienti da diverse realtà che seguono i trend. Il mercato sta cambiando, molto rapidamente, e noi ci tuffiamo a pesce. Non parlo solo di design, ma anche di motorizzazioni e stili di guida. Fare moto di media cilindrata, per un marchio americano è una bestemmia. Ma per farci conoscere da nuovi clienti, soprattutto giovani, è fondamentale non fossilizzarsi sulle grosse cruiser, ma essere duttili”.
Quali linee guida per il progetto FTR?
“Abbiamo nuovi clienti nel mirino, soprattutto giovani. Nel mercato attuale i ragazzi vedono bene KTM: gli austriaci sono stati bravi a costruire un brand fresco e accattivante. Per noi la FTR 1200 è il primo tentativo in nuovo segmento: generalmente è una mossa pericolosa. Ma abbiamo attinto dalle gare di flat track, dove siamo forti, per progettare la FTR 1200”.
Che cosa dobbiamo aspettarci ancora?
“La famiglia FTR si amplierà. Se pensate che dal 2014 abbiamo messo in strada tre diverse piattaforme, con una lunga lista di diversi modelli... Aspettate, ci sono ancora novità in arrivo”. Si riferisce magari alle versioni Street e Adventure?
Come si inserisce Indian nel mercato globale?
“Ci aspettiamo che la piattaforma FTR ottenga il 40% delle vendite Indian. A livello mondiale Indian vale il 17/18% del fatturato del Gruppo Polaris. In Europa sale a 38%. Guardiamo con interesse a cosa succede nel vecchio continente. L'italia ha ancora una rete distributiva piccola, ma è uno dei mercati più interessanti. Siamo ancora "freschi" nel mercato e ci sono perdonati alcuni piccoli errori. Ma ora facciamo sul serio, dobbiamo affermare la nostra credibilità”.
Come pensate di affermarvi, nel mercato?
“La lealtà verso un marchio va guadagnata. Soprattutto con i biker più giovani: se la moto non li soddisfa, cambiano marchio senza remore. Per questo bisogna fare modelli belli, con carattere, ma anche affidabili e belli da guidare. Puntiamo in questa direzione”.

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