di Marco Riccardi - 22 April 2019

MV Agusta 98 cc: sogno o son Vespa?

La prima moto della fabbrica di Cascina Costa (VA) nasce in gran segreto alla fine della seconda guerra Mondiale. Dotata di un motore 2T di 98 cc, è semplicissima nella costruzione e ha lo stesso nome dello scooter Piaggio. Ma non sarà mai una Vespa

Qualche tempo fa vi abbiamo presentato una Vespa che non è nata in Piaggio a Pontedera e che non è nemmeno uno scooter. Era una moto, che arrivava da Cascina Costa, nella provincia di Varese, ed è stata la prima MV Agusta mai prodotta dall'azienda lombarda. In molti di voi lettori è nata la voglia di saperne di più. Ed eccola qua. Prima di entrare nei dettagli tecnici è necessario ritornare a quegli anni di guerra che fanno da sfondo alla nascita di questa Vespa. Siamo nel 1943, già si avvertono segnali di disfatta, dell'inevitabile cambiamento di scena politico e sociale. Le aziende più lungimiranti, comprese quelle che stanno lavorando per l'attività bellica, pensano a nuove prospettive, a cosa accadrà dopo e al loro futuro. La Costruzione Aeronautiche Giovanni Agusta S.A. a Cascina Costa di Verghera, in provincia di Varese, è una di queste. Nel periodo del secondo confronto mondiale la fabbrica lombarda è impegnata nella manutenzione degli aeroplani militari della Regia Aeronautica, che sono poi Fiat, Macchi, Savoia Marchetti e nella costruzione di prototipi di velivoli come un autogiro, che anticipa il vero futuro tra gli elicotteri della Agusta. I vertici della società varesina, ancora in tempo di guerra, danno il via al progetto della costruzione di una moto. Non si indirizzano verso un modello di grossa cilindrata o una moto potente, sicuri che nell'Italia del dopoguerra servirà un mezzo utilitario, che costi poco, che sia affidabile e che non consumi troppo. Il compito viene affidato dal conte Domenico Agusta a Mario Montoli, il direttore dell’ufficio tecnico, che a sua volta si avvale del capo disegnatore Luigi Canziani.

Nell’estate del 1943 vengono realizzati i modelli in legno per le fusioni del motore 2T monocilindrico di 98 cc. Ma siamo alla soglia dell'armistizio dell'8 settembre e la fabbrica di Cascina Costa viene occupata dai soldati tedeschi. I primi pezzi e i disegni della motoleggera scompaiono, occultati dagli stessi lavoratori della Agusta: i modelli in legno per le fusioni vengono nascoste nella cantina dell’abitazione di Mario Gernetti, mentre i "lucidi" con le quote costruttive finiscono a casa di Mario Rossi, che diventerà in seguito responsabile tecnico delle moto di MV Agusta. Verso la metà del 1944 a Verghera ricompaiono i pezzi per la realizzazione della motoleggera, ma i tecnici devono ancora lavorare nell'ombra perché le truppe tedesche presidiano sempre gli stabilimenti. Il prototipo della 98 viene completato verso la fine dell'anno e il 12 febbraio del 1945 si costituisce la Società Anonima Meccanica Verghera che ha il compito di costruire le moto. Il primo esemplare della 98 viene assemblato con materiali di fortuna vista la scarsa disponibilità del la componentistica e degli pneumatici, quest'ultimi requisiti in passato dal governo fascista, ma la moto non richiede molto materiale per essere costruita, anzi siamo ai minimi termini anche per la quantità di acciaio e alluminio che serve per mettere insieme telaio e motore. Motociclismo la presenta sul numero 36 di Motociclismo del 25 ottobre del 1945, definendola “La prima motoleggera del dopoguerra”.

Nel numero 12 del 1946 di motociclismo il resoconto sulla nuova moto diventa più dettagliato. Il "pezzo" non è firmato, ma è possibile attribuirlo a Franco Degli Uberti che apre uno scenario alternativo sulla nascita della piccola MV. Nel servizio si prospetta che questa 98 sia stata costruita in tempo di guerra per essere un veloce mezzo di collegamento tra i vari stabilimenti Agusta. Successivamente, alla fine della guerra, si decide di metterla in regolare produzione. Non è facile credere che la MV 98 scorrazzasse libera per la brughiera di Gallarate, sotto il naso dei tedeschi, ma Degli Uberti era sicuramente ben informato. Resta sempre da chiarire la faccenda del nome Vespa. Si sa che la denominazione di questa MV si deve al rumore prodotto dal motore 2T, una tonalità che l'avvicina al ronzio emesso dall'insetto. Perché la Vespa della Meccanica Verghera non si chiamerà più così è un mistero, una decisione che non interessa lo scooter: la 98 cc lombarda è nata prima del veicolo di Pontedera, quest'ultimo viene presentato il 14 marzo del 1946 a Torino, alla mostra della Metallurgia e della Meccanica. Insomma, difficile venirne a capo; in più, come scrivevamo nell'agosto di un anno fa, nemmeno la MV 98 è la prima Vespa: il nome era già stato impresso sulla Miller Balsamo del 1933, moto che ha la stessa cilindrata, ma usa un motore Sachs. Probabilmente la società milanese invitò la MV a non usare quel nome, prospettando dispute legali.

La MV 98 è una moto molto semplice, il suo motore a due tempi ha un cambio a soli due rapporti ed utilizza un preselettore esterno: tecnicamente il propulsore non ha caratteristiche tecniche innovative ed è molto simile ad altre realizzazioni di quegli anni. Il raffreddamento è ad aria con l'alettatura particolarmente estesa e la candela di accensione posta quasi in centro alla camera di combustione. Il telaio è in sottili tubi di acciaio ad alta resistenza, è rigido nella parte posteriore e il comfort di marcia è affidato unicamente alle molle della larga sella monoposto e alla forcella del tipo a parallelogramma. La MV viene presentata ufficialmente il 24 dicembre 1945 e prodotta in pochissimi esemplari fino ai primi mesi dell’anno successivo. Già nella primavera del 1946 la motoleggera lombarda viene ampiamente modificata proponendo la versione Turismo: il telaio monta ora la sospensione posteriore del tipo a ruota guidata con ammortizzatori telescopici, viene montato di serie un piccolo portapacchi, eliminato il decompressore sulla testata che facilità l'avviamento e il cambio acquista una marcia in più mentre il suo comando è in blocco nel carter motore. Altra modifica è l'utilizzo della distribuzione a correnti incrociate nel cilindro, utilizzando contemporaneamente un pistone a testa piatta al posto di quello con il deflettore del flusso della prima versione. Sul copricarter motore di sinistra è impressa la scritta Agusta Milano, mentre gli esemplari marchiati Vespa portano il logo “emmevi” in corsivo, ovviamente come riferimento alla Meccanica Verghera, marchio che viene ripreso sul serbatoio incastonato in un ingranaggio, simbolo delle officine meccaniche. C'è pure un’ala, il richiamo ai trascorsi aeronautici dell'azienda.

Per Agusta troviamo solo una A maiuscola sulla destra del carter motore e sul tappo in bachelite del serbatoio. Le "impressioni di guida" riportate da Motociclismo del 1946 sono davvero lusinghiere e promuovono senza dubbi la piccola motoleggera di MV. Si legge che "... abbiamo potuto renderci conto della eccezionale maneggevolezza della piccola macchina e dell'indiavolato brio del suo motore. L'avviamento è di facilità esemplare ed i cambi marcia sono d'una dolcezza rimarchevole. Anche ai bassi regimi il motorino ha un tiro notevole tanto che permette la marcia a velocità bassissima in presa diretta... Per quanto riguarda il comfort fornito dal telaio elastico esso è eccellente ed altrettanto si può dire della frenatura. La leggerezza del complesso fornisce una impressione simpaticissima di agilità assai piacevole". Alla Fiera Campionaria di Milano dell’agosto 1946 viene presentato il modello Lusso dotato di forcella telescopica che poi caratterizzerà anche la versione Sport, quest'ultima differisce per scarico libero, telaio leggermente più corto e motore potenziato sino a 5 CV. La produzione della MV 98 continua fino al 1949 quando le era già stato affiancato il modello di 125 cc che resta in produzione per due anni (1948 e 1949), dispone di misure di alesaggio e corsa di 53x56 mm, potenza 4,5 CV a 4.500 giri/min, velocità massima di 82 km/h e peso di 75 kg.

© RIPRODUZIONE RISERVATA