a cura della redazione - 09 February 2019

“La 752 S è progettata, disegnata e collaudata in Italia”

In occasione del test in anteprima mondiale della Benelli 752 S, abbiamo intervistato Marco Bellucci, Technical and R&D Manager della Casa pesarese. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande sulla naked

Durante il test della nuova Benelli 752 S abbiamo posto alcune domande al manager del reparto ricerca e sviluppo della Casa marchigiana, Marco Bellucci.

Avete rispolverato il bicilindrico in linea che avevate sviluppato per la 2ue?
“No, questo bicilindrico ha più cose in comune col nostro tre cilindri. Il motore della 2ue era open deck con canne integrate nel basamento, mentre qui i cilindri sono separati. Già questo cambia tutto. È vero che le misure di alesaggio e corsa sono le stesse, ma in realtà sono le stesse della TnT 1130, che ha un motore tutt’ora valido. Infatti la parte calda arriva da lì, salvo per il fatto che la camera di combustione è stata aggiornata per superare le normative Euro 4. In comune hanno anche il cambio estraibile. Mentre diversamente da quanto accade sulla TnT, abbiamo separato la parte di raffreddamento da quella di generazione elettrica. Abbiamo allineato il generatore all’albero motore e spostato la pompa dell’acqua sul lato destro”.

Dato che l’avete sviluppato da zero, perché non fare un tre cilindri?
“Perché il bicilindrico in linea è meno costoso, più snello e leggero. E perché ci piaceva mantenere una certa coerenza coi nostri bicilindrici paralleli di 300 e 500 cc”.

I valori di coppia e potenza di questo motore rispondono a un preciso obiettivo o sono il massimo che si può ottenere?
“Sono quelli richiesti dal nostro reparto marketing, che voleva una moto non più per neopatentati ma comunque facile da guidare. L’idea è che i clienti che fanno esperienza con le nostre 300 o 500 possano passare a lei. Ad ogni modo, la potenza è in linea con quella dei nostri competitor”.

Qui sotto trovate le foto del motore della Benelli 752 S 2019.

È vero, ma il peso della moto è nettamente superiore. Come mai?
“In particolare per via della componentistica, che a noi per tradizione piace avere generosa. C’è un doppio disco da 320 mm con pinze monoblocco, una forcella con steli da 50 mm. Una dotazione da superbike, insomma. Di conseguenza abbiamo una ciclistica stabile che dà molta confidenza. Lo scotto da pagare è il peso in più”.

La forcella massiccia è un marchio di fabbrica delle Benelli. È una scelta tecnica o di marketing?
“È il meglio che offre il mercato, ed è un componente italiano, di Marzocchi. Ovviamente sia da un punto di vista tecnico sia per l’immagine ci piace avere parti italiane, come i freni Brembo”.

Cosa viene fatto a Pesaro e cosa in Cina?
“Qui facciamo tutta la progettazione, dopodiché viene deciso se proseguire lo sviluppo in Cina o qui. Normalmente le moto da 500 cc in su restano qui. Ma va anche in base alle scelte del marketing. Se, per esempio, uno scooter è particolarmente strategico e dev’essere curato con la massima attenzione, ce ne occupiamo noi anche se poi, magari, viene venduto in Malesia. Una volta ultimato lo sviluppo del prototipo, la definizione dello stile e i test, passiamo il tutto in Cina, dove avviene la produzione”.

Si può quindi dire che la 752 S è stata progettata, disegnata e collaudata in Italia?
“Certamente: è così”

Il motore ha una scarsa coppia ai medi. State lavorando su questo aspetto?
“Sì. Abbiamo solo da poco definito la configurazione dell’albero motore, che avrà perni di manovella sfalsati di 90° (diversamente dal bicilindrico di 500 cc che le ha a 360°, ndr), per un ordine degli scoppi a 270° e 450°. È la soluzione che dà il sound che ci piace di più e quella che offre le migliori prospettive di miglioramento relativamente alla coppia ai medi. Per questo stiamo lavorando sulla calibrazione”.

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