di Alberto Motti - 07 July 2018

Honda PCX 125 2018: il nostro test

Siamo volati in Portogallo per provare il nuovo Honda PCX 125. Lo scooter della Casa di Tokyo è stato rinnovato: migliora dal punto di vista del comfort e guadagna stabilità e potenza. Completamente nuovo il telaio. Vi raccontiamo come va e quali sono pregi e difetti

A un primo sguardo poco attento l’Honda PCX 125 potrebbe sembrare solo oggetto di un semplice restyling estetico, completo e ben riuscito, per di più. Cambia leggermente il design della carrozzeria, sono nuovi i gruppi ottici, adesso entrambi a Led e caratterizzati da uno sguardo meno anonimo. Il vano sottosella guadagna un litro (ci stanno un casco integrale più qualche altro oggetto) e quello nello scudo la presa 12V (perchè non c’è la Usb?); i pneumatici sono ora più larghi (ma sempre da 14”), rinnovata la coppia di ammortizzatori posteriori e arriva l’ABS (solo anteriore).

Il motore è stato affinato e ha guadagnato 0,4 CV. Resta impeccabile lo start&stop. Per un restyling è comunque una buona dose di novità. Ma in questo caso la novità maggiore non si vede: il vecchio telaio monotrave inferiore viene sostituito da un più robusto doppia culla, mentre il telaietto anteriore che sorregge il faro ha lasciato il posto a un supporto in materiale plastico. Grazie a questo alleggerimento in alto, il peso complessivo non varia e anzi, il baricentro si abbassa. Il telaio è stato modificato anche per accogliere le batterie dalla versione ibrida, al momento non importata in Italia.

Il risultato di tutto questo lavoro lo abbiamo visto lungo le ripide strade di Porto, in Portogallo, spesso ancora pavimentate con i sampietrini e in un lungo giro nella valle del Duero, il maggior fiume della penisola iberica. In città si apprezza l’estrema maneggevolezza dello scooter che, basso e leggero, permette di svicolare nel traffico in scioltezza, aiutati dalla buona erogazione del motore, a suo agio anche sulle salitone che caratterizzano la città lusitana. Le sospensioni, notoriamente punto debole dei piccoli scooter, fanno un lavoro più che dignitoso sul pavé grazie agli ammortizzatori posteriori a tripla costante elastica (al posto dei precedenti a doppia), che “simulano” un lavoro progressivo, mentre poco possono sulle buche e sugli ostacoli più secchi. Le ruote da 14” sono un ottimo compromesso tra agilità e sicurezza nella guida e ora che sono più larghe migliorano la stabilità. La frenata è potente e modulabile e grazie all’ABS si frena forte senza timori di bloccaggi, almeno all’anteriore. Nel nostro test, “sfortunatamente” non ha piovuto e sull’asciutto il bloccaggio della ruota dietro va proprio cercato, in condizioni normali non avviene, malgrado il tamburo.

La consistenza del telaio a doppia culla si percepisce indirettamente sul misto veloce che caratterizza la strada che costeggia il Duero, indirettamente nel senso che, pur non oltrepassando quasi mai i limiti di velocità, ci si diverte apprezzando la precisione nella guida e la sicurezza che trasmette in curva. Ultima nota, dopo oltre 100 km di giro tra città e fuori e senza risparmiare gli scooter, i consumi riportati dal computer di bordo si attestavano a 2,3 l/100 km, equivalenti a 43,5 km/l. Il PCX 125 costa 3.340 euro c.i.m.

Prezzi di listino "chiavi in mano", ottenuti aggiungendo al prezzo di listino "franco concessionario" le spese per la messa in strada, che Motociclismo quantifica in 250 euro.

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