di Marco Riccardi - 18 June 2018

Il tempo scorre sotto le ruote: da un orologio a un display TFT

È la prima puntata di un viaggio che attraversa 95 anni di storia di BMW, attraverso quello che è la immediata interfaccia tra la moto e il pilota, ovvero il cruscotto. Scopriremo come si è evoluto dall'"orologio" della R 32 al sofisticato display TFT della R 1200 GS

Essere collegati “in continuo” con il mondo è diventata una reale necessità anche per i motociclisti. E questa immediata interfaccia si ottiene con la complicità della strumentazione che accompagna il “ponte di comando” di moto e scooter. L’evoluzione dell’elettronica ha fatto sì che il semplice “orologio” meccanico della R 32 del 1923, capace unicamente di contare i chilometri che scorrevano sotto le ruote e azionato da un sottile anello di gomma nera, si sia trasformato in un vero e proprio computer in grado di monitorare l’intera moto, ma non solo, perché l’attuale generazione della strumentazione dal display TFT prevede anche la possibilità di gestire le notizie che arrivano dall'esterno.

BMW R 32 - 1923

Al termine del primo conflitto mondiale la BMW, impegnata fino allora nella costruzione di motori per aeroplani da combattimento - come il leggendario Fokker del Barone Rosso -, cerca un altro sbocco produttivo. La scelta cade sulla moto, grazie anche a una squadra di appassionati delle due ruote presente nell'organico della Casa. Nel tardo autunno del 1922 il direttore generale Franz-Josef Popp commissiona al responsabile tecnico Max Fritz di progettare la prima moto BMW. Max Fritz s’impegna allo spasimo: il motore di 494 cc (ispirato all'inglese ABC di 400 cc dell'ingegner Granville Bradshaw) avrà due cilindri orizzontali contrapposti a valvole laterali, accreditato di 8,5 CV di potenza massima a 3.300 giri ma con trasmissione ad albero, ospitato in un solido telaio a doppia culla continua. La moto è pronta per essere avviata alla produzione nell'autunno dell'anno successivo e viene esposta, con grande successo, al Salone di Parigi, la più importante esposizione motoristica dell'epoca. Nasce così il primo boxer della leggendaria famiglia BMW ed è siglato R 32. Una curiosità: non si è mai chiarito il significato del numero 32; la R invece quasi certamente sta per "rad", ruota in tedesco, qui intesa come abbreviazione di "motorrad", motocicletta.

BMW R 1200 GS - 2018

Da almeno una dozzina d'anni la R 1200 GS è il modello iconico per eccellenza della Casa di Monaco di Baviera: best seller del segmento maxienduro (ma non solo, perché al comando da anni della classifica generale delle vendite, affonda le sue origini nel lontano 1980, quando al Salone di Colonia fece il suo esordio la R 80 G/S, Gelände/Strasse = Fuoristrada/Strada, binomio significativo di una versatilità divenuta proverbiale. Nei modelli successivi scomparirà la barra obliqua e la sigla GS sarà acronimo di Gelände Sport a indicare una maggiore predisposizione all'asfalto.

Cresciuta nella sua evoluzione alle cilindrate di 1.000 (1987), 1.100 (1993) e 1.150 cc (1999), nel 2004 raggiunge la piena maturità con il boxer da 1.200 cc. L'ultima generazione segna una rivoluzione nel bicilindrico che beneficia del raffreddamento a liquido, della frizione in bagno d’olio, di vari dispositivi contro le vibrazioni, di testate a quattro valvole completamente rifatte con punterie a dito per avere una potenza massima che sale a 125 CV a 7.750 giri/min. La trasmissione finale ad albero, per la prima volta nella storia del boxer, passa sul lato sinistro.

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