di Marco Marini - 09 June 2018

Quale futuro per il carburatore con le nuove restrizioni?

Abbiamo intervistato Andrea Dell'Orto (Vicepresidente di Dell'Orto e Presidente Confindustria ANCMA) per parlare della storia dell'azienda e di come l'innovazione abbia portato all'industria 4.0

Negli ultimi quindici anni Dell’Orto è passata dal vecchio carburatore alla produzione di corpi farfallati e componenti elettronici. Che prospettive avete per i prossimi quindici?
“Come è accaduto in passato, la nostra idea è quella di virare dalla produzione dei componenti meccanici a quelli elettronici, diventare sistemisti. Le prospettive sono diverse a seconda dei mercati: in Europa vorremmo affermarci grazie all’elettronica, anche se il mercato ha meno portata rispetto a quello dei paesi emergenti. Il grosso del lavoro si fa in India, in Asia, dove siamo presenti dal 2006 con una nostra azienda. In India affronteremo il passaggio dal carburatore all’iniezione previsto per il 2020, quando le normative diverranno più restrittive. Tutte le moto nuove saranno a iniezione e si parla di 20 milioni di veicoli. Per essere competitivi abbiamo trovato un accordo con un produttore locale di sistemi elettronici con l’obiettivo di essere protagonisti nel mercato dei corpi farfallati e delle centraline. L’idea è quella di fornire tutto il sistema completo. È una bella sfida per noi, ma il posizionamento in quei mercati è davvero interessante”.

Parlando della trasformazione dell’azienda, quando avete capito che non potevate più fermarvi al carburatore?
“Verso la fine degli anni 80 abbiamo capito che l’iniezione stava entrando prepotentemente nel settore moto. Dalla fine degli anni 90 la situazione era già chiara a tutti ed è stato fatto il vero passaggio, rivoluzionando l’azienda per produrre sistemi meccatronici e non più solo meccanici. Il passaggio ci ha fatto fare un grande salto in avanti nella gestione dell’azienda. In quegli anni è cambiata anche la gestione dei processi, dei progetti. Ora è tutto digitale, siamo nell’Industria 4.0”.

Quale futuro per il carburatore con le nuove restrizioni anti inquinamento?
“La vedo dura, non penso abbia un futuro. Il mercato, però, non è fatto solo da auto e moto. Il carburatore potrà vivere ancora sui motori stazionari: rasa erba, ecc. In quel campo avrà una vita più lunga, ma la tendenza è quella di lavorare sull’iniezione. Il carburatore è destinato a essere un oggetto di nicchia e nel mondo dell’aftermarket, del vintage in particolare, va ancora forte. Quello delle moto del passato è un mercato strepitoso per noi, pensiamo sia addirittura in aumento. Tanti appassionati di moto d’epoca hanno la Dell’Orto come punto di riferimento”.

Dell’Orto produce pompe benzina, una parte importante del sistema. Per questo avete un’azienda in Cina?
“Sì, grazie alla nostra sede in Cina lavoriamo sulle pompe, sia per auto sia per moto. Anche in quel caso collaboriamo con un’azienda locale con ottimi risultati”.

Qual è il vostro core business oggi?
“Il settore automotive ha superato quello della moto, si parla di una percentuale del 60% di prodotti per auto nella nostra produzione totale. In futuro le cose torneranno in pari a livello globale, mentre in Italia la produzione resterà sbilanciata a favore delle quattro ruote. Nel settore auto siamo cresciuti molto dal punto di vista dei sistemi meccatronici: valvole EGR, ecc. I volumi del mercato auto sono ovviamente maggiori e questo ci ha permesso di svilupparci più velocemente. I numeri maggiori si fanno con le valvole EGR e con i corpi farfallati”.

C’è sempre un travaso di tecnologie fra il mondo auto e quello moto. Cosa bolle in pentola in questo senso?
“Nel mondo auto stiamo studiando l’elettrico e i sistemi di guida autonoma. Stiamo pensando ai sistemi di gestione termica per le batterie elettriche, che creano molto calore. Questo tipo di prodotto potrebbe essere nelle nostre corde. Sulla moto è diverso, il futuro è legato alle tecnologie di gestione del motore. Per sviluppare nuovi controlli digitali stiamo collaborando con università e società esterne”.

State pensando anche di entrare nel mercato delle piattaforme inerziali e delle centraline di controllo ABS?
“In un certo senso sì, stiamo ragionando sulle piattaforme inerziali. Per i sistemi ABS non abbiamo nulla di concreto ma l’argomento è già sul tavolo”.

Bosch è un competitor o un partner?
“Entrambe le cose. Da Bosch acquistiamo alcuni prodotti moto, d’altro canto produciamo per loro i corpi farfallati elettronici. La situazione è bipartisan e le collaborazioni sono in aumento”.

Parliamo di competizioni, oggi fornite la centralina per la Moto3. Che vantaggi porta in termini di know how alla Dell’Orto?
“I vantaggi sono molti, non solo dal punto di vista tecnico ma anche per la vita del brand. Abbiamo sviluppato conoscenze che verranno applicate in futuro sui sistemi di serie. Tutte le soluzioni sperimentate sulla Moto3 verranno man mano customizzate. Con il progetto Moto3 ci siamo fatti conoscere dal punto di vista della gestione elettronica e questo ci porta anche ad essere credibili sul mercato”.

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