Prova comparativa: Kawasaki ER-6f contro Yamaha XJ6 Diversion
TURISTICHE ECONOMICHE
TURISTICHE ECONOMICHE Kawaski ER-6f e Yamaha XJ6 Diversion sono
due semicarenate che offrono concretezza, facilità d’uso e prezzo contenuto:
per la moto di Akashi bisogna spendere 7.590 euro chiavi in mano per la
versione con ABS da noi provata, mentre per quella a tre diapason sono
necessari 7.090 euro, con la pecca che, in Italia, non si può avere equipaggiata
con l’ABS. Sono divertenti nella guida e tanto intuitive da risultare
adatte anche agli inesperti, inoltre, sono comode anche in due e poco
“assetate”.
Le carenature le rendono adatte anche a gite di diverse centinaia di km.
Si inseriscono nel segmento delle turistiche entry-level, di cui fanno
parte anche Honda CBF600S e Suzuki Bandit 650 S, che sono però un po’
meno “sbarazzine” e giovanili.
DETTAGLI APPREZZABILI
DETTAGLI APPREZZABILI Appena accesi i motori, le due semicarenate sono
silenziosissime. In movimento, la tonalità della ER-6f è più “viva”
e
sportiveggiante. I silenziatori, entrambi piazzati sotto il motore rappresentano
una soluzione valida esteticamente e a livello funzionale, poiché alleggerisce
la vista posteriore e permette sia di mettere in basso le pedane del passeggero
sia di lasciare molto spazio per le borse laterali. Tutti e due i serbatoi,
inoltre, sono in metallo: perfetti per le borse magnetiche.
COMFORT ER-6f
COMFORT ER-6f È la più sportiva tra le due, a partire dalla posizione
di guida. Molto stretta fra le gambe, sia all’altezza del serbatoio, sia
della sella, accoglie il pilota qualche centimetro più in alto rispetto
alla Diversion, che ha un piano di seduta bassa e un’imbottitura
decisamente
più soffice. Rimane comunque comoda nei viaggi e facilmente gestibile a
motore spento da chiunque superi 1,70 m, anche in virtù di un peso a secco
sufficientemente contenuto. Nessuna delle due è però leggerissima. L’ER-6f
invita anche ad una posizione lievemente più caricata sull’avantreno,
che si sposa con pedane più alte e arretrate. Non come una vera sportiva,
ma abbastanza da ispirare una guida allegra fra le curve.
COMFORT DIVERSION
COMFORT DIVERSION All’opposto della Kawa, è un
invito al relax.
Ha una sella comodissima nonostante un serbatoio leggermente più voluminoso
fra le gambe, un manubrio alto e largo e pedane basse e avanzate: perfetta
per andare a spasso, mentre per una guida sportiva vorremmo poter caricare
maggiormente l’avantreno e avere più luce a terra. La sua vocazione di
viaggiatrice è sottolineata da un’ottima protezione aerodinamica, migliore
di quella della Kawasaki che pure ha una carenatura più ampia, almeno a
occhio. E il suo quattro cilindri, dal minimo al limitatore, trasmette
vibrazioni esattamente come da spento... e solo qualche emozione in più.
MOTORI
MOTORI Le due moto condividono un’erogazione che più
“elettrica”
di così è difficile da trovare. In sesta sono in grado di riprendere da
2.000 giri senza un sussulto, guadagnando poi in spinta, ma in modo
assolutamente
gentile. Pur essendo diversi nel numero dei cilindri (due Kawa e quattro
Yamaha), i due propulsori si assomigliano anche nel comportamento: buon
vigore ai medi e in allungo. La ER-6f sfrutta i suoi 50 cc in più per una
spinta di poco più robusta. Paga però un tasso di vibrazioni superiore,
che non dà noia in città o su percorsi extraurbani, ma diventa avvertibile
nelle lunghe percorrenze autostradali, dove la Diversion è più confortevole.
GUIDA NEL MISTO
GUIDA NEL MISTO Nel misto l’ER-6f guadagna qualche punto, grazie
alla
posizione di guida sportiveggiante e alla taratura delle sospensioni più
rigida che la rendono reattiva e precisa in percorrenza di curva e nei
cambi di direzione. Peccato che la forcella, su questa versione con ABS,
abbia una taratura troppo rigida rispetto all’ER-6f standard. Risulta
poco scorrevole e non copia con precisione le piccole sconnessioni (giunzioni
sui cavalcavia, buche, imperfezioni del manto stradale). La Kawasaki si
fa apprezzare e dà un reale vantaggio rispetto alla Yamaha solo quando
l’asfalto è liscio, dove permette di inserirsi in curva più velocemente
e contando su un maggior rigore. Sullo sconnesso la forcella della Yamaha
funziona meglio e offre un feeling superiore con l’avantreno, nonostante
la posizione di guida sia più “seduta”. Per quanto riguarda i due
monoammortizzatori,
ancora una volta quello della Kawasaki è più rigido, ma non tanto da
pregiudicarne
il corretto funzionamento. Soprattutto nei rapidi cambi di direzione aiuta
a riguadagnare l’assetto ottimale con prontezza, mentre quello della
Yamaha,
in generale più confortevole, innesca qualche ondeggiamento, salvo poi
offrire corretto sostegno in percorrenza e in uscita di curva.
FRENI
FRENI La Diversion ha un impianto potente e modulabile sia
all’anteriore
sia al posteriore, ma quello dell’ER-6f a queste analoghe caratteristiche
somma un ABS ben funzionante (in optional a 500 euro), perfettamente intonato
a moto di questo tipo.