di Nicolas Patrini - 13 March 2018

Addio, Ivano

Ivano Beggio ci ha lasciati, si è spento nella notte all'età di 73 anni. Simbolo del made in Italy, è stato lo storico patron di Aprilia e un grande del motociclismo mondiale, capace di coltivare campioni del calibro di Valentino Rossi, Max Biaggi e Melandri

Ivano Beggio se ne è andato nella notte, all’età di 73 anni, dopo una lunga malattia. Simbolo del made in Italy, è stato lo storico patron di Aprilia e un grande del motociclismo mondiale, capace di affermare campioni del calibro di Valentino Rossi, Max Biaggi, Melandri, Locatelli, Poggiali, Gramigni…

Insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 1988, Beggio portò la Casa di Noale a essere una grande realtà vincente e internazionale. Non solo, gli vennero anche riconosciuti il titolo di Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana e due lauree honoris causa presso le università di Pisa e Venezia. Beggio sarà ricordato da tutti per la paternità dell'iconico scooter Scarabeo e della sportiva bicilindrica RSV 1000, la prima vera maxi Aprilia.

Le più sincere e sentite condoglianze alla famiglia di Ivano da parte di tutta la redazione di Motociclismo.

Beggio, nato nel 1944 nei pressi di Scorzè, rileva la fabbrica Aprilia di Noale dal padre nel 1968 con l’obiettivo di trasformare la produzione di biciclette in quella di motocicli. Da quel momento inizia la sua avventura. Poco più tardi, a metà degli anni ’70, la Casa di Noale conquista i primi successi, come i due titoli nel cross con Ivan Alborghetti (1977, Aprilia MX 125 e 250). Il grande boom delle 125 vede l’Aprilia crescere esponenzialmente nel solco del successo ottenuto dai modelli AS, ET, RX e ETX, tutte moto spinte dai propulsori Rotax. Qualche anno più tardi a portare il baluardo italiano nel mondo sono la AF1, la Tuareg e la RX. Nei primi anni ’90 arrivano gli scooter; in particolare, lo Scarabeo trova l’approvazione del grande pubblico e spinge la crescita di Aprilia ancora più in alto. Dal fango si passa ai gran premi e, nel ’92, la RS 125 di Gramigni conquista il titolo mondiale; nello stesso anno, Aprilia trionfa anche nel Trial con Ahvala. Da quel momento i successi si moltiplicano e l’arrivo di Max Biaggi consacra una moto capace di raggiungere risultati eccellenti. Quegli anni segnano anche l’arrivo delle moto di grossa cilindrata, spinte dal propulsore bicilindrico Rotax a V di 60° (RSV, Falco, Futura e Caponord). L’arrivo della supersportiva 1000 permette ad Aprilia di debuttare anche in Superbike, con Troy Corser. Poi l’acquisizione di Laverda e Moto Guzzi e l’approdo in MotoGP con la RS Cube di Edwards e Haga. Tanti successi, seguiti dall’amaro delle vicende finanziarie del 2004, che hanno costretto Beggio a cedere il Marchio al Gruppo Piaggio (ma rimarrà il numero uno di Aprilia fino al 2006).

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