Popolizio, psicologo degli sportivi: “Le emozioni frenano Stoner”
Popolizio, psicologo degli sportivi: “le emozioni frenano stoner”
Milano 11 agosto 2009 -
“Lo stop di Casey Stoner non è dovuto tanto ai problemi fisici. Questi
potrebbero invece rappresentare la conseguenza di una situazione psicologica
difficile in cui si trova il pilota. Nella storia di ogni atleta ci sono
accadimenti che vanno a toccare ed accendere punti di fragilità personali,
attivando delle emozioni negative”. Lo sostiene con un’opinione pubblicata
da La Stampa il Professor Daniele Popolizio, psicologo e psicoterapeuta,
responsabile del progetto Europa Psicologia e Sport e direttore del Cenpis
(Centro di Psicologia specialistica) di Roma. Popolizio, assiste molti
sportivi, fra cui la campionessa di nuoto Federica Pellegrini. Aggiunge
Popolizio: “Il fisico molte volte è il miglior termometro di uno stato
mentale. Di sicuro il ragazzo ha bisogno di una preparazione adeguata per
interpretare la situazione in modo corretto”. Stoner, dopo la rinuncia
a correre nelle prossime tre gare del campionato, Brno in Repubblica Ceca,
Indianapolis negli Stati Uniti e Misano Adriatico per il GP di San Marino,
rischia di subire comunque delle pressioni, perché, per quanto il riposo
possa fargli bene, sarà difficilmente una sosta senza pensieri: il suo
restare in panchina influenza non poco le vicende della Scuderia Ducati
MotoGP. Spiega Popolizio: “Negli sport di squadra, quando un allenatore
capisce che un giocatore non è in forma, che sul piano psicofisico non
rende come prima, in genere lo manda in panchina. Stoner adesso vive un
momento analogo, ma bisogna anche capire che il motociclismo, rispetto
ad altri sport, ha un livello di difficoltà nettamente superiore. Per questo
motivo tutto diventa ancor più complicato, perché non è possibile sostituire
un pilota dall’oggi al domani”. In ogni caso, dice il Professore: “Non
credo che l’inizio precoce del pilota ed il suo impegno costante abbiano
causato gli attuali problemi”. Come nemmeno le pressioni di famigliari,
team e sponsor: “Le difficoltà ed i problemi fisici in particolare potrebbe
essere più probabile che escano da un livello inconscio. Può darsi che
il ragazzo si stia interrogando dentro di sé: ‘Io cosa voglio veramente?’.
Ha bisogno di chiarimenti personali. Per fare un esempio che deriva dal
nuoto, è accaduto anche a Laure Manaudou e a Micheal Phelps. A volte si
innescano meccanismi particolari, causati da forze emotive, i cui effetti
possono manifestarsi all’improvviso. Casey sta chiedendo spazio e Stoner
deve essere messo per un attimo da parte”. Naturalmente quello di Popolizio
è solo un parere personale, ma è facile considerare che trovi un fondamento
nella crisi di identità e di fisco del pilota australiano. Stoner ha debuttato
nella MotoGP nel 2006 in sella alla Honda “clienti” del team di Lucio
Cecchinello, arrivando dalla 250 con la fama di uno che cadeva sempre.
Non è migliorato tanto nell’anno del debutto nella Classe Regina, ma poi
ha dimostrato di essere un leone durante la successiva stagione 2007 quando
ha trovato la fiducia della Ducati e ha regalato il titolo iridato alla
scuderia di Borgo Panigale. Stoner ha comunque il merito di essere stato
l’unico pilota ad aver capito fino in fondo la Desmosedici. Di essere
riuscito a domarla e a farla crescere, portandola al vertice del campionato
iridato e lasciandosi dietro Honda e Yamaha che sino a quel momento avevano
primeggiato. Forse è andato in crisi quando ha realizzato che con il Titolo
mondiale del 2008 Valentino Rossi ha dato prova di essere ancora il milgiore.
Casey ha, comunque, capito che gli farà bene rimanere per un po’
in disparte, anche se questo gli costerà il campionato: ora è terzo in
classifica con un distacco di 37 punti dalla prima posizione occupata da
Valentino Rossi, ma se rientrerà ad Estoril, per il Gran Premio del Portogallo,
come ha detto di voler fare, gli resteranno solamente quattro gare da disputare
con cui gli sarà impossibile raccogliere un numero di punti sufficiente
a conquistare il Mondiale.