Lazio: Piano di Rascino

Sull’autostrada Roma-L’Aquila ci sono due uscite consecutive e distanti appena 10 km una dall’altra, Valle del Salto e Tornimparte, che rappresentano la partenza e l’arrivo di un itinerario di 80 km tra i più belli dell’intera penisola. Il percorso è affrontabile da qualsiasi moto anche se il pezzo clou è sterrato.

PIANO DI RASCINO




PIANO DI RASCINO Il Pian Grande di Castelluccio di Norcia è famoso in tutto il mondo e utilizzato spesso dalla pubblicità, mentre il Piano di Rascino è noto solo a laziali e abruzzesi. Le cause di questa disparità di trattamento ci sfuggono, perché sono a poca distanza l’uno dall’altro ed entrambi lasciano senza fiato per la loro bellezza. Abbiamo scoperto il Rascino il giorno in cui aprimmo la carta 1:200.000 e studiammo un percorso che, per altipiani e sterrati, collegasse i due principali mari italiani, l’Adriatico e il Tirreno (articolo pubblicato sullo Speciale Fuoristrada 2002). Era scontato iniziare dal Pian Grande di Castelluccio di Norcia, l’altopiano italiano per eccellenza, per poi proseguire attraverso i piani di Cascina, Rascino e Camposecco fino a Roma. Tutti identificati sulla carta e mai visti prima, a parte il Pian Grande. E proprio per il fatto che conoscevamo solo questo abbiamo voluto esplorare gli altri, per capire come mai la fama arridesse ad uno solo. Alla base del Rascino, quello che ci ha colpiti di più, siamo arrivati una sera di pioggia e grandine e non abbiamo avuto voglia di salire lassù con quelle condizioni. Sospettavamo che, in situazioni di luce migliore, offrisse un colpo d’occhio da delirio e così abbiamo cercato da dormire in valle sperando che il tempo migliorasse. E abbiamo fatto bene. Il giorno dopo il cielo era blu cobalto e in sterrato siamo saliti sull’orlo di questo piano, restando senza fiato di fronte al panorama di un laghetto paludoso, di un pratino all’inglese e di una casetta isolata nel mezzo. Ma non si tratta di una gioia riservata ai soli fuoristradisti perché al piano in questione si arriva anche su asfalto.

VALLE DEL SALTO




VALLE DEL SALTO Il nostro ritorno in versione per moto stradali è stato concepito come una deviazione dall’autostrada Roma-L’Aquila, praticamente siamo usciti a Valle del Salto e siamo rientrati a Tornimparte, ovvero l’ingresso successivo, a soli 10 km di distanza. Tra le due uscite c’è stata giusto l’escursione nel Piano di Rascino e lo scavalcamento della Forca a 1.350 metri di quota, un passo entusiasmante che collega Rieti a L’Aquila passando per il Lago del Salto, per una lunghezza di oltre 80 km. Se credete che gli Appennini siano i fratelli minori delle Alpi, ecco un’occasione per cambiare idea. Questo giro, infatti, è caratterizzato da paesaggi né più belli né più brutti, ma diversi. Ed altrettanto notevoli.

PAESINI MEDIOEVALI




PAESINI MEDIOEVALI La gita si fa piacevole già all’uscita dell’autostrada, con paesini medioevali sospesi sulla valle come Spedino, Corvaro e Borgorose, collocati tra i 700 e i 900 m di quota. Per il Rascino bisogna salire fin quasi a Fiamignano, un insieme di piccoli borghi sulle terrazze erbose sopra il Lago del Salto. La strada è una favola, tutta a curve, con tracciato entusiasmante e asfalto che tiene, ma bisogna stare attenti perché la traccia principale lambisce Fiamignano e poi scende al Lago del Salto (che comunque merita una sosta, se non un bagno) mentre noi dobbiamo abbandonarla e salire per la stradina che porta al centro principale, quotato 988 m. Da questo, sulla destra, parte una delle stradine di accesso al Rascino: in questo caso, si tratta di una sfilza di tornanti asfaltati che portano a Col Alto, 1.443 m, un valico panoramico con un piazzalone e vista sul Piano d’Aquilente, 1.164 m. Questo fa da “anticamera” al Rascino ed è possibile attraversarlo tutto su una sterrata aperta al traffico, facilissima, che porta direttamente al Rascino in un paesaggio a metà tra la montagna e la luna.

AQUILENTE




AQUILENTE La sterrata ha fondo duro e molte buche facilmente aggirabili e si può fare anche con supersportive. Tal formula per arrivare al Rascino è interessante anche se manca il famoso colpo d’occhio di cui parlavamo a inizio articolo. L’Aquilente infatti è alla stessa quota del Rascino e pertanto il passaggio da un piano all’altro avviene senza visioni panoramiche. È un peccato, a meno di non disporre di una moto fuoristrada e salire al punto che indicavamo ad inizio articolo, che è un valico senza nome (sotto il Monte Torrecane, 1.576 m) tra il Piano e la Sella di Corno che si trova sulla Via Sabina (SS 17) tra Rieti e L’Aquila. Questa strada è parecchio accidentata per una moto da strada e, all’opposto, molto divertente per una enduro ma rappresenta l’accesso più spettacolare perché il valico innominato è a picco sopra il Lago del Rascino, strano, molto affascinante per il suo contorno arzigogolato e le rive erbose, con la perla di una casetta isolata in quel verde senza una stradina che vi arrivi.

SELLA DI CORNO




SELLA DI CORNO Il lago cambia forma da una stagione all’altra. Dalla discesa verso il Piano si stacca a destra la sterrata di Piano Cornino e Monte Nurietta, alto 1.880 m. In ogni caso, che si arrivi dall’Aquilente o dalla Sella di Corno le due strade si riuniscono all’estremità occidentale del Piano di Rascino che attualmente ha pochissime costruzioni ed è un paradiso). Attraversato il piano, torna l’asfalto, si sale un po’ quindi si cala a quota 950 dove ci si immette sulla salita della Forca: questo valico presenta due versanti completamente diversi. Quello occidentale è chiuso tra montagne e piccoli altipiani, l’altro precipita su Tornimparte con un versante ripidissimo che dà l’impressione di planare, in aereo, alla bellezza di 800 m sopra il fondovalle. Ora si può scegliere se rientrare in autostrada, o scendere fino a L’Aquila.

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