Test pneumatici Metzeler Racetec Interact
Test pneumatici metzeler racetec interact
Per affrontare un curvone a 240 km/h col ginocchio per terra serve una
gomma “giusta”, come la nuova di Metzeler. Si chiama Racetec
Interact.
Si tratta di una gomma sviluppata per le supersportive da 600 cc in su,
prodotta sia in versione omologata per la circolazione su strada (con sigla
K3) sia, ovviamente, in mescola (K0, K1, K2, dalla più morbida alla più
dura). Interact indica l’innovativa tecnologia con cui è realizzata.
Tecnologia
che ha debuttato lo scorso anno sulla punta di diamante della gamma sport
touring della Casa: la Roadtec Z6 Interact.
Il suo segreto è nella cintura, formata da oltre 120 cavetti in acciaio
affiancati a meno di 1 mm l’uno dall’altro e “annegati”
nella mescola
in modo longitudinale rispetto alla gomma. Nel caso delle nuove Racetec
Interact (e delle Z6), è qui la novità, questi cavetti hanno tensione diversa
a seconda del punto in cui si trovano. Alta tensione equivale a minor movimento
della mescola battistrada, che di conseguenza si scalda e si consuma meno.
Viceversa, minor tensione significa maggior assorbimento di energia, facile
riscaldamento e ammorbidimento della mescola. Va da sé che al centro del
battistrada la tensione sia alta, e diminuisca gradualmente avvicinandosi
alla spalla. Rispetto al vecchio Racetec cambiano anche le mescole, che
garantiscono un maggior livello di grip e di durata. Durata a cui concorre
anche il nuovo disegno del battistrada. Il risultato a occhio è molto buono;
quello “a polso” è ancora meglio.
Le nuove Racetec Interact offrono un grande feeling già dalle prime curve.
Le abbiamo testate sul circuito di Misano Driatico con un’esplosiva Suzuki
GSX-R 1000 K9; dopo un solo giro, complice l’asfalto caldo, viaggiavamo
in sicurezza col ginocchio per terra. Il grip offerto dalle gomme è elevato
e le perdite di aderenza del posteriore in accelerazione avvengono con
molta dolcezza. Il profilo dell’anteriore è ben svelto, ma non tanto da
innervosire l’avantreno in uscita di curva. Qualche rara sbacchettata
sì, l’abbiamo avuta, ma solo quando gli oltre 160 CV della GSX-R ci hanno
costretto ad appenderci al manubrio con l’avantreno ancora non saldo a
terra. Per quanto riguarda la durata, con un treno di gomme abbiamo girato
per due giorni con una buona costanza di rendimento. Solo alla fine del
test il posteriore ha cominciato a strapparsi un po’, ma ha sopportato
numerosi cicli di riscaldamento-raffreddamento e una taratura del mono
(standard) perfettibile.