La Dakar africana era tutt’altra cosa…
Indietro non si torna...
Miraggio o realtà?
L’immagine è stata scattata dal grande fotografo Gigi Soldano, nella tappa tra Djanet (Algeria) e Djado (Niger). È il 1988 e la decima edizione della Dakar. Terruzzi, esuberante pilota milanese, è rimasto a secco di carburante con la sua Honda NXR 750 e sarà Aldo Winkler a trarlo d’impaccio. Ci piace pensare che il Terruzzi sia rimasto affascinato, magari solo per un attimo, davanti al miraggio dell’altopiano del Tassili N’Ajjer al confine tra Algeria e Libia: le sue guglie sono maestose, irreali cattedrali che si ergono nel deserto.
Trionfo italiano in un'edizione maledetta
Fu un’edizione massacrante quella del 1988: 34 moto all’arrivo sul Lago Rosa in Senegal su 183 partite da Parigi. È stata una competizione funestata da sei lutti, tre i morti tra gli abitanti dei villaggi attraversati dalla gara e altrettanti tra i partecipanti al raid. Inoltre, ci fu la caduta del crossista André Malherbe, tre volte mondiale 500, che si spaccò la colonna vertebrale e restò paralizzato. Vinse Edi Orioli con la Honda bicilindrica NXR750, davanti a Franco Picco (con la sperimentale Yamaha YZE 750 a cinque valvole) e Gilles Lalay (Honda NXR750). Terruzzi, che guidava la stessa moto di Orioli, giunse quinto, mentre il generoso Winkler finì 19°, sempre con una Honda, la monocilindrica 650.