di Giuseppe Cucco - 31 May 2017

Nuovi dispositivi Bosch renderanno le moto del futuro più sicure

Moto del futuro: Bosch ha realizzato alcuni dispositivi che negli anni a venire renderanno i veicoli a due ruote sempre più connessi e sicuri. Abbiamo messo alla prova questi strumenti nel centro prove della Casa, in Germania. Ecco com’è andata

Il numero degli incidenti stradali deve calare!

174.539 sono gli incidenti avvenuti sulle strade del nostro Paese nel 2015; 246.920 il numero di persone rimaste ferite e 3.428 i decessi, di cui 878 sulle due ruote. Numeri impressionanti, che ci fanno capire, purtroppo, quanto siano ancora pericolose le nostre strade. Inoltre, come ben sappiamo, i motociclisti sono considerati tra gli “utenti deboli” della strada, con il 18% in più di probabilità di perdere la vita in un sinistro rispetto agli automobilisti. Uno dei motivi è che spesso gli utenti delle due ruote passano inosservati agli incroci, nelle curve cieche ma anche durante la marcia. Si stima poi che ben 9 incidenti su 10 siano causati da errore umano e che siano quini evitabili. Per questo motivo Bosch è al lavoro per cercare delle soluzioni che possano migliorare la sicurezza dei motociclisti, ma senza togliere il piacere e il divertimento che solo le due ruote sanno regalare. Questi dispositivi potremmo suddividerli in due macroaree: i sistemi di assistenza e i sistemi di connettività. Per capire meglio in cosa consistono, e come funzionano, siamo stati in Germania, nell’impianto di Boxberg dove la Casa testa tutti i suoi nuovi prodotti (qui le foto della giornata). Ecco di che si tratta.

Sistemi di assistenza: maggiore sicurezza sulle due ruote

In questa prima categoria rientrano degli strumenti che già conosciamo e dei quali sono equipaggiate alcune delle moto attualmente in commercio, ad esempio il Motorcycle Stability Control (MSC) e il Vehicle Hold Control. Facciamo comunque un ripassino. MSC è un sistema che regola le prestazioni del motore e dei freni in base all'angolo di piega e a quello di inclinazione longitudinale. Per metterlo alla prova siamo saliti su diverse moto (Ducati Monster 1200, 1299 Panigale, XDiavel S, KTM 1290 Super Adventure) e seguendo un percorso circolare a velocità costante abbiamo strizzato la leva del freno a diversi angoli di piega. Grazie al MSC la moto tende a rialzarsi meno facilmente rispetto ai veicoli che ne sono sprovvisti; ciò infonde maggior sicurezza al pilota in caso di frenate di emergenza.
Vehicle Hold Control (che avevamo già testato sull’imponente BMW K 1600 GT) è invece una funzione aggiuntiva dell’ABS che aiuta a gestire la moto quando ci si ferma in salita o in discesa. Il dispositivo, una volta attivato premendo a fondo la leva del freno, impedisce infatti alla moto di muoversi in avanti, o di arretrare, evitando così di dover continuamente premere sui freni.

Sistemi di connettività: soluzioni connesse per una maggiore praticità

Veniamo ora alle novità vere e proprie! La più interessante è senza dubbio lo “scudo digitale di sicurezza” che, mettendo in comunicazione tra loro tutti i veicoli circolanti su strada, avvisa i piloti di eventuali pericoli che si potrebbero presentare durante la marcia. In pratica, i veicoli presenti nel raggio di alcune centinaia di metri si scambiano informazioni (fino a dieci volte al secondo) riguardo al tipo di mezzo, alla velocità, alla posizione e alla direzione di marcia. Lo scambio di dati tra veicoli utilizza lo standard WLAN pubblico (ITS G5). Per farvi un esempio, molto prima che un automobilista noti la presenza di una moto in avvicinamento, magari da una curva cieca, questa tecnologia lo informa che la due ruote sta arrivando, consentendo così di prestare maggior attenzione. Per chi siede al volante dell’auto viene segnalato il pericolo tramite un messaggio sul display della vettura e un segnale audio, il pilota della moto riceve invece segnali sonori all’interno del casco. Grazie a questa tecnologia è stato sviluppato anche il Motorcycle Approaching Warning (MAW) che, in pratica, avvisa l’automobilista, tramite un messaggio sul display, che dietro di lui sta arrivando una moto a una velocità nettamente superiore alla sua.

Per capire meglio come lavora lo “scudo digitale” eccovi qui sotto un video che ne spiega il funzionamento.

La tecnologia ci permetterà di guardare oltre gli angoli ciechi

Continuando con i dispositivi di connettività dei veicoli, ecco “Connected Horizon”, grazie al quale i motociclisti sono in grado di “guardare oltre” gli angoli ciechi e di reagire tempestivamente a possibili aree di pericolo. In pratica, la moto, connessa ad internet, riceve in tempo reale i dati relativi ai limiti di velocità, la velocità che si può tenere in quella determinata curva, le aree di pericolo e le zone interessate da ingorghi, cantieri e incidenti… Questi dati vengono poi comunicati al pilota tramite messaggi vocali all’interno del casco, per fornire un quadro migliore della strada che stiamo percorrendo, aumentando così comfort e sicurezza.

Integrated connectivity cluster (già presente ad esempio sulla KTM 1290 Super Adventure) è invece un sistema che adatta automaticamente il display a seconda dell'utilizzo, per fare in modo che il motociclista riceva solo le informazioni di cui necessita in quel momento e ridurre così il rischio di distrazioni. Ad elevate velocità, per esempio, tutte le informazioni vengono progressivamente oscurate ad eccezione dell'indicazione di velocità e dei eventuali messaggi di avvertenza. Inoltre, grazie all’ICC il pilota piò connettere il proprio smartphone al veicolo, per visualizzare i dati relativi all'itinerario e al veicolo, come ad esempio angolo di inclinazione e velocità. Chiudiamo la carrellata dei dispositivi di connessione con il sistema Emergency Call, in grado di rilevare automaticamente incidenti e di contattare i servizi di emergenza. Ma non solo, in caso di problemi durante il viaggio bCall (Breakdown Call) contatta autonomamente l'officina di riferimento e iCall (Information Call) fornisce assistenza sul percorso, indicandoci ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento, ad esempio il distributore di benzina più vicino.

Sistemi di propulsione elettrica

Oltre ai dispositivi di cui vi abbiamo parlato e al sistema elettronico di gestione del motore, che già conosciamo, Bosch guarda al futuro mobilità urbana presentando due nuove sistemi di trazione elettrica: uno con motore al mozzo e uno con motore mid-drive con cinghia di trasmissione. Il primo è pronto ad equipaggiare una gamma di veicoli con potenze fino a 3 Kw, il secondo superiori a 4 Kw. Su questi veicoli motore, centralina, batteria, caricabatteria, display e app sono tutti sincronizzati tra loro, in modo da poter creare sistemi flessibili e versatili. In questo modo l’utente può vedere in ogni momento dal suo smartphone dove si trova il veicolo, il livello della carica, chi lo sta guidando, limitare la potenza e la velocità massima… Questi veicoli si sono dimostrati leggeri, agili e scattanti, con la tipica accelerazione dei veicoli elettrici. Ottimi per l'uso cittadino. Inoltre, per semplificare la fase della ricarica, la Casa tedesca ha pensato ad un pacco batterie asportabile, così da poterlo rimuovere e portare in casa per la ricarica.

Con tutti questi dispositivi, e prodotti, Bosch ha dimostrato di essere pronta per la mobilità del futuro; voi lo siete?

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