a cura della redazione - 18 May 2017

Honda CRF250 Rally 2017: l'avventura per tutti

Prova Honda CRF250 Rally 2017: pregi e difetti della quarto di litro della Casa di Tokyo, entry level offroad ispirata alle moto utilizzate per le gare nel deserto. Non è proprio una moto da Dakar, ma... Ecco le impressioni di guida

Piccola ma generosa

La Honda CRF250 Rally, a dispetto del nome, nasce in realtà come moto "tuttofare" per gli spostamenti quotidiani, le gite del fine settimana e i viaggi avventura su terreni sterrati a basso coefficiente di difficoltà. Piccola nella cilindrata (250 cc), ma generosa nei contenuti, vanta sospensioni ad escursione maggiorata, grande autonomia (serbatoio da 10,1 litri e consumi dichiarati di 33,3 km/l nel ciclo medio), ABS a due canali, protezione aerodinamica assicurata dal plexiglas esteso, luci a Led… Come vedete non le manca proprio nulla (qui le foto); dei dettagli di questa moto però vi abbiamo già parlato lo scorso autunno, in occasione della sua presentazione ad Eicma (cliccate qui per rileggere l’articolo).
Quindi ora non ci resta che dirvi come va; qui sotto trovate le impressioni di guida del nostro Paolo Ricotti dopo la prima presa di contatto con la moto; cliccate qui invece per le foto della prova.

Per il test completo e tutti gli approfondimenti vi rimandiamo a Motociclismo FUORIstrada di giugno, in edicola proprio in questi giorni.

Un’ultima cosa, il prezzo: la nuova Honda CRF250 Rally è già in vendita a di 6.440 euro c.i.m.*

*: il prezzo “chiavi in mano” si ottiene al prezzo “franco concessionario” le spese per la messa in strada, che Motociclismo quantifica forfettariamente in 250 euro.

Semplice, ma efficace

Da Honda proprio non mi sarei aspettato una moto così “fuori dal coro”, una 250 allestita da raid con 25 CV... A 5.000 giri sul duro si viaggia a 100 km/h e con mille giri in più a 120 km/h, a consumi ridotti, senza vibrazioni e con poca aria che scuote il casco. Da ex-possessore della XR250R vi dico che questa nuova CRF250 Rally mi ricorda la sua semplicità. La somiglianza passa per il cambio, la rapportatura, la morbidezza della frizione con la sua modulabilità straordinaria e quel ritmo da trattorino inarrestabile qual era l’XR. La posizione di guida è naturale, la sella è morbida e comoda, leggermente più larga di una enduro racing. In sella ci si scontra con il serbatoio molto allargato nella parte anteriore, soprattutto se si guida avanzati. Il cupolino con i fari a LED e la strumentazione rialzata impediscono di vedere i tratti immediatamente prima della ruota anteriore. Nonostante ciò il cupolino non ostacola la guida neanche nel fuoristrada più impegnativo. Le sospensioni hanno una taratura morbida, confortevole: è facile arrivare al fine corsa, ma il comportamento resta naturale e intuitivo.
Non posso fare a meno di pensare ad una Rally con motore un po’ più corposo e con qualche miglioria generale di ciclistica: a quel punto anche per i più esperti si aprirebbe un mondo di fuoristrada a lungo raggio, con la possibilità di fare anche enduro stando in questi pesi ed ingombri.

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