a cura della redazione - 31 March 2017

Yamaha XSR900 Abarth: guardatela in azione nel video

Prova Yamaha XSR900 Abarth 2017: pregi e difetti della café racer tre cilindri limited edition nata in collaborazione col brand dello scorpione. Sulle strade del Sulcis-Iglesiente (guardatela in video con la "cugina" a 4 ruote), mostra un carattere "mix" tra impostazione old style e tecnica moderna.

Diapason + Scorpione

Prestazioni, stile, zero comfort

Misto veloce e curvoni ampi: solo qui riesci a godere davvero in sella alla Yamaha XSR900 Abarth. La versione più sportiva (e limitata a 695 esemplari in tutta Europa) è una café racer pura. Ovvero: prestazioni, stile, zero comfort. Rispetto alla XSR900 standard ha un manubrio a corna di bue rovesciato, discretamente ampio e bassissimo, che obbliga a distendersi sul serbatoio per agguantare le manopole, sella alta e dritta (e anche un po’ dura), cupolino basso e guscio coprisella in fibra di carbonio (così come il parafango anteriore). Con i polsi così carichi e il peso tutto sull’anteriore, usarla in città è un tormento: va bene solo ai poser, per fare i fighi in centro. Però questa Abarth va guidata, per essere apprezzata. Nel misto stretto e sui tornanti preferiremmo avere un manubrio largo e alto, per un maggiore controllo e per facilitare i cambi di direzione. Dove le curve sono tutte da seconda marcia e i rettilinei corti come un respiro, la XSR900 Abarth stanca e impegna il pilota.

Tutto il bello di un moderno motore perfetto

Ma appena la strada di distende è una vera goduria. La stabilità è incredibile: incide le traiettorie con precisione quasi da sportiva. Il motore è generoso, elastico, infinito; difficile trovargli un difetto. Non vibra, non strattona, non scalda neppure troppo. Dalle curve ti tira fuori con progressione e linearità anche se sbagli marcia e hai un rapporto più del dovuto; in allungo entusiasma e spinge con vigori fino al limitatore. Coadiuvato da un valido controllo di trazione, settabile su tre livelli, non mette in difficoltà neppure chi non ha un’esperienza da pilota.

Racer vecchia maniera con i pregi di una moderna naked

Le sospensioni, così come ci si aspetta da una café racer, sono ben sostenute, adatte alla guida sportiva e, di conseguenza, poco propense al comfort. E i freni? Inappuntabili: potenti, ben dosabili, assistiti da un impianto ABS che interviene solo quando è realmente necessario. Durante il nostro test, sul rugoso asfalto del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna, ci siamo dovuti impegnare parecchio per saggiarne l’intervento.
Insomma, una racer vecchia maniera nello stile e nel carattere, ma con tutti i pregi di una moderna naked. Ma da usare con parsimonia, se non volete polsi e schiena indolenziti.

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