a cura della redazione - 15 March 2017

“Classiche” a confronto sulle Alpi: Ducati, Kawasaki, Mash, Triumph

Qual è la moto più giusta per attraversare le Alpi? Ce lo dice la comparativa turistica più estrema: 6 tappe, dal Ligure all'Adriatico, 24 modelli da 125 a 1.690 cc. La tratta 4, con moto retrò: Ducati Scrambler Urban Enduro, Kawasaki W800, Mash 400 Von Dutch e Triumph Scrambler

Sui passi con le “old style”

Eccoci alla quarta puntata del riepilogo della 24 Ore delle Alpi, la nostra mega comparativa turistica fatta per stabilire quale sia la moto più adatta a guidare per 24 ore filate sui passi, con la minore fatica possibile e – ovvio – col maggiore divertimento. Nell’articolo sulla prima tappa abbiamo spiegato nel dettaglio lo spirito della prova, illustrando i criteri di valutazione e le modalità del test: cliccate qui per tornarci sopra, mentre in fondo all’articolo trovate i link per sapere quali moto si sono aggiudicate le tappe di cui abbiamo già parlato.
La quarta tappa della nostra traversata è stata un po’ particolare. Tanto per cominciare le bizze della SR400 durante la Tappa 3 ci avevano fatto praticamente perdere una tappa, così con la quarta non siamo arrivati a Trieste come previsto nei programmi iniziali. Poco male: "Più 24 Ore facciamo e meglio è", ci dicevamo. Questa volta il tema è stato quello delle moto classiche, perché eravamo reduci dalla comparativa Vintage sul Lago di Garda e ci eravamo detti: “Ma quanto devono essere belle queste moto, se usate alla 24 Ore delle Alpi?”. Detto, fatto, abbiamo scelto la Ducati Scrambler 800 Urban Enduro, la Kawasaki W800, la Mash 400 Von Dutch e la Triumph Scrambler 900.

Quarta tratta, Alpi Retiche Orientali: Dalmine (BG) - Canazei (TN)

Ducati Scrambler 800 Urban Enduro

  • Piacere di guida, motore 8
  • Piacere di guida, ciclistica 9,5
  • Comfort 8
  • Trasporto bagagli 6,8
  • Pregio: guida eccezionale
  • Difetto: comando del gas
  • Consumo 8,3 (21,1 km/l)
Motocicletta eccezionale, divertente ovunque, persino sullo sterrato scassato. E in autostrada si sopravvive alla grande. Peccato che, per lo meno all'epoca, avesse un comando del gas troppo sensibile. Per gli amanti di un certo tipo di fuoristrada, oggi nella Land of Joy della Scrambler è arrivata la versione offroad Desert Sled, che tra l’altro presenta proprio un comando del gas più dolce e progressivo.

Kawasaki W800

  • Piacere di guida, motore 9
  • Piacere di guida, ciclistica 8,3
  • Comfort 7,8
  • Trasporto bagagli 6,8
  • Pregio: piacevolissima
  • Difetto: niente ABS
  • Consumo 8,5 (22,3 km/l)
Una delle moto meno comprese del mercato (ed è appena uscita di scena, qui si parla della Final Edition), ma se la guidi ti innamori. Motore e ciclistica piacevolissimi, la regina della souplesse. Regolarissima sotto, curva da sola. Basta non tirare...

Mash 400 Von Dutch

  • Piacere di guida, motore 6
  • Piacere di guida, ciclistica 5,8
  • Comfort 5,8
  • Trasporto bagagli 5,5
  • Pregio: il motore pulsa
  • Difetto: finiture, frenata
  • Consumo 9,3 (27,4 km/l)
Moto cinese che si ispira alle vecchie inglesi, rimaneggiata da francesi e italiani (qui la prova degli ultimi modelli presentati a Eicma). Molto piacevole, il suo motore pulsante sembra più old style di quello della SR400, ma è rifinita peggio. Ottimi i consumi.

Triumph Scrambler 900

  • Piacere di guida, motore 7,3
  • Piacere di guida, ciclistica 6
  • Comfort 7
  • Trasporto bagagli 6
  • Pregio: grande fascino
  • Difetto: postura
  • Consumo 8 (20,7 km/l)
La rinata Triumph è riuscita a creare una moto che sembra veramente una Bonneville anni 60, ma con l'efficienza di una moto moderna. Però manubrio e scarico da scrambler rovinano la postura. Oggi la Scrambler della nostra prova, quella col motore raffreddato ad aria, è ancora in listino ma è stata affiancata dalla Street Scrambler, versione off road classica della nuova piattaforma col motore 900 cc raffreddato a liquido (lo stesso che spinge le Bonneville T100, la café racer Street Cup, la basica Street Twin).

Classifica tappa in base al voto medio: vince Ducati

31° di escursione termica!

Il clima s'è rivelato folle: eravamo a luglio e siamo partiti spossati da una lunghissima ondata di caldo, con 35 gradi all'ombra a Milano. Faceva un caldo terribile fino a San Pellegrino Terme (BG), dopodiché il cielo si copriva di colpo e attaccava a diluviare, con tuoni, fino alla mattina dopo. Il passaggio del Dordona è avvenuto di notte, abbiamo dormito nelle grotte-trincee in cima al valico e la mattina dopo abbiamo iniziato la 24 Ore vera e propria, senza pioggia fino in Austria, ma con freddo e nuvole. L'attacco al Tiefenbachferner è avvenuto con pioggia, nebbia fitta, quattro gradi centigradi: uno shock, visto che il giorno prima sudavamo a 35°. Il finale, in attesa dell'alba sul Passo Sella, ci ha fatto patire il massimo freddo mai sofferto nel corso di queste 24 Ore e non era una questione di temperatura (+4 °C) ma di cattivo equipaggiamento: quando parti con trentacinque gradi all'ombra, non ti viene da prendere molte imbottiture…

Identikit della tratta

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