a cura della redazione - 12 January 2017

Coppie coniche da traversi

Ducati 750 GT 1974: special dirt track “Passocorto” firmata Roberto Totti. Prova di una moto con raro motore a coppie coniche, design stiloso ed essenziale, ma con soluzioni tecniche interessanti e inconsuete. Telaio e ciclistica sono invece totalmente artigianali

Stile e derapate

Le special in salsa scrambler e dirt track spuntano come funghi, ma si somigliano un po’ tutte e spesso sono solo vecchie enduro scarnificate, usate per andare a prendere l’aperitivo in centro e nulla più. Non è questa l’impronta della Passocorto, splendido esempio della fantasia e dell’ingegno di Roberto Totti, preparatore bolognese che non ha bisogno di presentazioni. Dalle café racer alle scrambler, dalle bobber alle streamliner fino alle endurance: non c’è stile che Roberto non abbia esplorato e reinterpretato. In quarant’anni di esperienza sui motori, e gli ultimi 25 dedicati esclusivamente alle special, l’estroso e geniale artista delle due ruote ha esplorato ogni genere di customizzazione, realizzando esemplari unici di grande fascino estetico e contenuti tecnici di rilievo. Una delle sue ultime creature è proprio la Passocorto, che abbiamo potuto fotografare (qui le immagini) e provare in un breve test nel parco di Monza in occasione di The Reunion 2016. Nata su progetto del collezionista Stefano Possati, coniuga la tecnica italiana con lo stile USA. Cuore della Passocorto infatti è un raro motore Ducati 750 GT con avviamento elettrico del 1974 (secondo i registri di Borgo Panigale ne sono state prodotte solo 660 unità). Telaio e ciclistica invece sono totalmente artigianali. Una sfida non indifferente. Lavorare con certe moto, quelle con un pedigree importante o costruite in un limitato numero di esemplari, è sempre un’incognita. Il rischio di rovinare un “pezzo” storico con una special banale è elevato. Ma dall’officina di Roberto Totti non è mai uscito nulla di convenzionale o dozzinale. 

Ruotato in avanti

forcellone geniale

Nonostante l'ispirazione dirt track, la posizione in sella è abbastanza "tradizionale", con il piano seduta (trapuntato e rivestito in Alcantara) non troppo alto e il largo manubrio vicino al busto, per un pieno controllo. Le pedane sono un po' troppo vicine e costringono ad una posizione rannicchiata. Ma anche qui si deve sottostare ad una esigenza estetica: posizionandole più in basso si sarebbe rovinata la linea... Tra le gambe, la Passocorto è snellissima. Il telaio, realizzato in acciaio al Cr-Mo dallo specialista Davide Golinelli, è così attillato intorno al motore che si è reso necessario progettarlo scomponibile: in altra maniera non sarebbe possibile scinderlo dal propulsore. Un'opera d'arte.
Ma il vero colpo di genio è dietro. Il forcellone, ricavato dal pieno in ergal con evidenti nervature di rinforzo, ha una struttura originalissima, tipo a pantografo incrociato. Questa inusuale soluzione con due pivot sul telaio (sopra e sotto il pignone), che non fa variare la geometria della moto in accelerazione e in frenata (l'impianto frenante si affida a due dischi con pinze fisse a due pistoncini davanti e ad un tamburo a camma singola al posteriore), consente di mantenere inalterato il passo -e conseguentemente il tiro catena- in ogni condizione di marcia. Gli ammortizzatori con molle verniciate come il serbatoio, sono degli Öhlins regolabili nel precarico e in estensione; la forcella è una Ceriani con steli da 38 mm.

Non solo look

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