02 November 2016

Royal Enfield Himalayan: il nostro test… sull’Himalaya

Royal Enfield Himalayan: siamo volati in India per provare in anteprima la nuova crossover monocilindrica della Casa anglo-indiana. Si è rivelata una moto semplice e generosa, maneggevole e piacevolissima

IL NOSTRO TEST IN INDIA

La nuova Royal Enfield Himalayan ha fatto parlare molto di sé fin dal giorno della sua presentazione (tanto da diventare la entry level preferita dai nostri lettori), questo perchè per la Casa anglo-indiana si tratta di una vera e propria rivoluzione. Su questa nuova crossover troviamo infatti alcune soluzioni tecniche mai viste fino ad ora su una moto Royal Enfield (qui tutti i dettagli tecnici) e inoltre la moto rappresenta sia il primo modello completamente nuovo per la Casa dagli anni ’60, sia il primo destinato alla guida anche in off road. Una bella serie di novità insomma…

In attesa di vederladebuttare a Eicma e poi circolare sulle nostre strade, siamo volati in India per metterla alla prova; qui sotto trovate le nostre impressioni di guida (il test completo su Motociclismo di ottobre, se ve lo siete perso richiedetelo come arretrati a assistenza.clienti@edisport.it)) e nella gallery le foto del test.

ECCO COME VA

Siamo oltre i 4.000 metri di altitudine e il motore, nonostante l’aria rarefatta, non sembra mostrare particolari segni di affaticamento: solo qualche incertezza quando si apre tutto il gas fuori dagli stretti tornanti. Sarà forse che il nostro esemplare, immatricolato per il mercato locale, è dotato di carburatore (a controllo elettronico): ancora non sappiamo per certo se la versione che arriverà presto in Italia sarà alimentata a iniezione elettronica oppure se manterrà il carburatore. Ad ogni modo sarà omologata Euro 4, senza dubbio. Il monocilindrico da 410 cc è morbido e facile, progressivo e regolare, con una discreta schiena (che un 250 non ha) e un’elasticità più che buona. A poco meno di 2.000 giri apri tutto e sale regolare, senza strattoni; in allungo la lancetta del contagiri si inoltra nella zona rossa, finché interviene il limitatore a quota 8.000, ma è un piacere utilizzare la spinta ai medi regimi. Il contralbero montato davanti alla base del cilindro infatti assorbe egregiamente le vibrazioni, tanto da avvertire solamente quelle di alta frequenza, alle pedane e a partire dai 5.000 giri. E poi consuma poco, noi abbiamo registrato una media di 26,5 km/litro, con punte di massima efficienza di quasi 32 km/litro.
Nonostante un peso non proprio contenuto (182 kg dichiarati in ordine di marcia), la tuttoterreno indiana si rivela agile nel traffico, ma anche maneggevole e sicura tra le curve. Non c’è il minimo impegno da parte del pilota nel farle impostare la traiettoria e nel mantenerla. Nei rapidi cambi di direzione si ha la sensazione di un baricentro basso e di un ottimo equilibrio generale. Le sospensioni sono votate a rendere la guida più confortevole sui fondi malconci, più che al rigore in velocità. Anche perché motore e rapportatura non sono finalizzati alle lunghe percorrenze in autostrada. La forcella assorbe anche le buche più dure, offrendo però un buon sostegno in frenata; il monoammortizzatore (il primo su una Royal Enfield) è morbido pur senza compromettere la tenuta, e filtra bene solo fino ad un certo punto. L’imbottitura della sella è morbida, il manubrio è largo e distante il giusto. In sella alla Himalayan ci puoi stare tutto il giorno senza accusare affaticamento.

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