di Giorgio Sala - 18 October 2016

Marc Marquez: il racconto di un 2016 da... 9 e mezzo

Con la vittoria di Motegi e gli "zero" di Rossi e Lorenzo, Marc Marquez si laurea Campione del Mondo MotoGP del 2016. Il 3° titolo della Classe Regina, il 5° complessivo: riviviamo questa stagione attraverso le gare, le statistiche e le parole dello stesso Marquez che è contento ma non valuta il campionato con un bel 10 perché sa di aver commesso qualche piccolo errore

La chiave del 2016 di Marquez: costanza nei risultati

Un 2016 da incorniciare per Marc Marquez. Il pilota del Repsol Honda Team ottiene il suo terzo titolo iridato su quattro stagioni disputate nella Classe Regina, nonché del 5° titolo Mondiale della sua carriera. Il successo di quest’anno è arrivato dopo una svolta nel suo stile di guida e di approccio alle gare, consapevolezza nata soprattutto dopo una stagione 2015 contraddistinta da numerose cadute ed errori.

La stagione inizia dopo una sessione invernale difficile per la Casa di Tokyo. Gli sviluppi della RC213V sembrano non essere al passo con quelli di Yamaha, considerata la moto favorita per la lotta al titolo: ad alimentare questa ipotesi ci pensa Jorge Lorenzo con la prima vittoria a Losail, Marquez è 3°. Il Cabroncito non resta con le mani in mano e tira fuori il suo carattere: sigla due vittorie importanti a Rio Hondo e Austin, dove Lorenzo e Rossi collezionano uno “zero” a testa. A Jerez ci sono alcune difficoltà ma il numero 93 riesce a finire sul podio, mentre a Le Mans arriva il peggior risultato stagionale: dopo una caduta, Marc risale in sella alla sua Honda, termina 13° e perde la testa del Mondiale. Si approda al Mugello, casa di Rossi: la M1 del Dottore va in fumo e Lorenzo batte in volata Marquez. In Catalogna, dopo uno strabiliante duello con Rossi, Marquez è 2° e, grazie allo zero di Lorenzo, il pilota di Cervera si riporta in testa alla classifica. Ad Assen succede di tutto: la Honda sul gradino più alto del podio è di Miller, quella di Marquez è al 2° posto; il Cabroncito prende le distanze, con Lorenzo in difficoltà e Rossi out. I piloti Yamaha sono in crisi anche al Sachsenring, Marquez ne approfitta e allunga ancora in classifica.

Il punto cruciale del campionato sono le 4 gare successive (Austria, Brno, Silverstone e Misano), dove Marquez non è in grado di lottare per la vittoria ma, consapevole degli errori della passata stagione, è conservativo: non rischia più del necessario e conclude sempre in Top 5, portandosi a casa punti importantissimi che gli permettono di rimanere in testa al campionato e di minimizzare il recupero di Rossi e Lorenzo in classifica.
Il colpo basso per i piloti Yamaha arriva con la vittoria di Marquez al GP di Aragon, mentre il trionfo di Motegi unito agli errori di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo permettono al Cabroncito di mettere la parola “fine” ai giochi per la vittoria: Marc Marquez si porta a casa il quinto titolo mondiale della carriera con 3 gare d’anticipo. 

"Per vincere un Mondiale, il pilota non è tutto"

Una stagione incredibile quella di Marc Marquez, che si racconta rispondendo ad alcune domande riguardanti la stagione attuale, quelle passate e le difficoltà incontrante nel cammino verso il 3° titolo in MotoGP.

Hai vinto il terzo titolo Mondiale della classe MotoGP in 4 anni. Cosa risponderesti a quelli che dicono che sia stata una passeggiata?
Detto così, è possibile che qualcuno pensi che sia stato facile, ma non è questo il caso e poi ogni anno ha avuto le proprie difficoltà. Questo è uno sport dove non tutto dipende dal pilota stesso. Ci sono molti fattori in gioco: dalla moto, alla casa madre, al team, e tutti devono essere al 100%, il che non è facile. Ho imparato molto l’anno scorso perché ho fatto molti errori che mi sono costati il titolo, e sono sicuro che l’anno prossimo sarà una sfida ancora diversa. L’importante è essere costantemente nella Top 3.

Quest’anno hai fatto numerosi salvataggi spettacolari, quanti ce n’erano che non sono stati inquadrati dalle telecamere?
È vero che non si può vedere sempre tutto quello che accade nel circuito. Anche durante la gara di domenica ho fatto un salvataggio alla curva 3 che non è stato inquadrato dalle telecamere: in quel momento pensavo di finire per terra ma sono riuscito a salvarmi. Di certo  alla TV si vedono quelli più spettacolari, quelli ai quali nemmeno io riesco a credere come ci sia riuscito, ma ce ne sono molti altri che la gente potrebbe non apprezzare ma che, potenzialmente, potevano trasformarsi in una caduta. Fanno venire dei colpi al cuore, poi quest’anno ne ho fatti diversi anche durante le libere, perché in quelle sessioni cercavo subito il limite in modo da sentirmi più sicuro in gara.

Sei “zeri” lo scorso anno, quest’anno nemmeno uno: come sei cambiato in modo da riconquistare lo scettro?
Ho provato ad imparare dall’anno scorso, ma è tutto relativo perché questo dipende anche da come la stagione inizia. Se si inizia bene, poi è più facile gestire la situazione. Quando fai degli sbagli all’inizio, il campionato diventa una gara in salita, e questo ti porta a rischiare di più. Comunque, grazie all’aiuto di tutto il team, è vero che ho imparato molto dalla scorsa stagione soprattutto per quello che riguarda le situazioni più critiche, e di conseguenza ho portato a casa molti punti preziosi

Hai appena 23 anni, ma hai già molta esperienza. Ti senti vecchio?
“Vecchio” mi sembra eccessivo! Mi sento ancora un ragazzino, non ancora un uomo adulto! Sto ancora imparando molto e ho ancora molte cose da fare nella mia carriera, nella mia vita. Siamo tutti umani e forse farò altri errori o ripetere quelli già fatti, ma è vero che anno dopo anno ho più consapevolezza di quello che faccio, non solo in pista, ma anche nei paddock – per esempio come gestire la pressione durante il weekend di gara, come organizzare il mio lavoro a casa ogni giorno, i tempi di recupero per gli infortuni e come prepararmi per le gare. Penso di essere cresciuto da questo punto di vista.

Dove puoi ancora migliorare?
Non in molte cose quest’anno, dato che è andato alla grande. Ho sempre dei punti deboli che devo cercare di migliorare, ma se devo valutarmi mi darei un 9,5. Il mezzo punto dalla perfezione lo tolgo per la performance di Le Mans. Ho fatto uno sbaglio che avrei potuto benissimo evitare. Un altro errore è stato spingere troppo dove non avrei dovuto, tipo a Silverstone, anche se sono riuscito a recuperare e ho chiuso 4°. Quest’anno è andato alla grande!

Quanto sono state importanti le nuove regole?
Sono state cruciali, ma a parte il risultato finale devo dire che all’inizio della stagione sono state un grande problema per noi. All’inizio eravamo indietro nello sviluppo, ed i test invernali sono stati complicati. Ho avuto diversi incontri con Honda nei quali ho promesso loro di essere più conservativo e mi sono concentrato al massimo per portare a casa più punti possibili nelle prime gare, e loro mi avrebbero garantito di aiutarmi nella seconda metà del campionato. Ho chiesto loro di mostrare a tutti come Honda è capace ad affrontare delle sfide, perché comunque eravamo lontani dal nostro top level. E passo dopo passo, abbiamo ridotto il divario dalle altre case, il che ha permesso alla RC213V di essere molto competitiva nelle ultime 3 gare.

Dopo i difficili test invernali, hai mai pensato che sarebbe stato impossibile vincere il titolo quest’anno?
In queste situazioni è importante avere fede ed essere positivi! Mi ricordo durante l’inverno, che molte persone nei paddock dicevano che vincere il titolo nel 2016 sarebbe stato impossibile per Honda perché stavamo faticando più del previsto. Mi sono sentito molto motivato in quel momento perché il mio motto è che niente è impossibile e bisogna sempre lavorare duro. È vero che è stato un momento difficile, ma come ho risposto altre volte, Honda è Honda – un’azienda che sa come reagire e il mio team… è il mio team!

Qual è stato il giorno peggiore di questo 2016?
 Durante i test invernali del Qatar, verso la fine dell’ultimo giorno. Durante la stagione invece è stato a Le Mans. Sono stato in grado di vincere in Argentina e ad Austin, ma poi ho avuto molti problemi a Jerez e sono caduto a Le Mans. Con Lorenzo che si è riportato in testa al mondiale, e con due appuntamenti come il Mugello e Catalogna, ho pensato “sarà dura!”. Ma poi queste due gare ci hanno motivato, e ci hanno fatto capire che il titolo era a portata di mano

Se devi scegliere una gara degli ultimi 9 anni, quale prenderesti?
La gara che non dimenticherò mai in vita mia è Valencia 2013, quando stavo lottando per il mio primo titolo in MotoGP davanti al mio pubblico, ma c’è un’altra corse che mi rimarrà impressa ma che non ho corso io. Sempre a Valencia, ma nel 2014, quando mio fratello ha vinto il titolo Moto3. Non so perché, ma ce l’ho stampata nella mia mente, ogni momento, ogni sorpasso

I dati, i numeri e le statistiche di Marc Marquez

  • Nasce a Cervera, Catalogna (Spagna) il 17 febbraio 1993
  • Esordisce nel Motomondiale nel 2008 in Qatar
  • Il più giovane pilota a vincere 5 titoli mondiali (1 in 125cc, 1 in 250cc, 3 in MotoGP)
  • Il più giovane pilota a vincere 3 campionati MotoGP
  • 29 vittorie su 69 gran premi disputati in MotoGP (42%)
  • 55 vittorie su 147 gran premi disputati nel Motomondiale (37,4%)
  • 50 podi su 69 gran premi disputati in MotoGP (72,4%)
  • 89 podi su 147 gran premi disputati nel Motomondiale (60,5%)
  • 34 giri veloci su 69 gran premi disputati in MotoGP (49,2%)
  • 64 pole position in carriera (le stesse di Rossi e Lorenzo)
  • Lui e Lorenzo sono gli unici spagnoli con 3 titoli iridati MotoGP
STATISTICHE DAL 2008 AL 2016 (fino a Motegi)
 
ANNO CLASSE POSIZIONE VITTORIE/GARE DISPUTATE PUNTI
2008 125 cc 13° 0/13 63
2009 125 cc 0/16 94
2010 125 cc 10/17 310
2011 Moto2 7/15 251
2012 Moto2 9/17 328
2013 MotoGP 6/18 334
2014 MotoGP 13/18 362
2015 MotoGP 5/18 242
2016 MotoGP 5/15 (fino a Motegi) 273

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