Lazio – Litorale Pontino: arrivare al mare da Roma percorrendo le strade dei Monti Lepini, vie alternative alle consolari
ARRIVARE AL MARE
ARRIVARE AL MARE Ci sono tanti modi di arrivare al mare. Se vi trovate
a Roma, fra le tante possibilità ci sono le vie consolari, ovvero le grandi
arterie costruite per agevolare il collegamento fra l’Urbe e i suoi porti,
le sue saline, le sue colonie. Rappresentavano e rappresentano tutt’ora
il modo più diretto per raggiungere luoghi ameni. Prendendo l’Aurelia,
per esempio, si arriva velocemente a S. Severa e al tratto litorale a nord
di Roma (Santa Marinella, Ladispoli); prendendo l’Appia, “regina
viaruum”,
si raggiunge in un’ora Terracina e il tratto di costa a sud della capitale
(Sperlonga, Gaeta, Formia), imboccando l’Ostiense ve lo potete immaginare
dove si arriva. Queste vie sono però anche il modo meno emozionante per
arrivare al mare. Si tratta infatti di grandi rettilinei che tagliano la
campagna scaricandoti direttamente sulla costa; tutto ciò che si trova
in mezzo, fra l’Urbe e l’arena, scorre troppo velocemente. Noi che
amiamo
assaporarci le cose lentamente, prima di mettere i piedi in acqua vogliamo
goderci il mare da lontano, un po’ a spizzichi e bocconi: scorgere
l’orizzonte,
vedere la vegetazione cambiare, scorci catturati mentre pennelliamo un
tornante... Essendo la nostra meta Sperlonga, ci siamo resi conto che il
modo meno diretto per raggiungerla è inerpicarsi su per la dorsale che
si snoda parallela alla costa sud di Roma, costituta dai Monti Lepini.
PRIVERNO
PRIVERNO Provenendo dalla via dei laghi, ci s’imbatte prima nei
borghi
di Norma e Cori, poi nella splendida oasi naturale di Ninfa e nell’altro
gioiello della famiglia Caetani, la deliziosa cittadella di Sermoneta.
Fin qui, però, ricalchiamo un itinerario già proposto in passato. Il nostro
tour ha inizio, in realtà, dal paese di Priverno, che sovrasta il complesso
abbaziale di Fossanova, il primo centro cistercense in Italia, che da solo
merita il viaggio. Ci troviamo a circa 100 metri di altitudine, a dividerci
dal mare la distesa dell’Agro pontino.
CAMPOSORIANO
CAMPOSORIANO Proseguiamo oltre Sonnino, in direzione di Camposoriano.
Ai più questo nome non dirà granché, eppure dal 1985 la località, estesa
circa 3 kmq, è considerata monumento naturale ed è stata posta sotto tutela
per via della presenza di strani “iceberg” di roccia che si
stagliano
da terra, raggiungendo anche i 15 metri di altezza. L’effetto di questi
particolari monoliti è simile a quello offerto da Stonehenge: inquietante.
S. ANGELO
S. ANGELO La terza tappa del nostro tour è S. Angelo, il monte che
incombe sulla cittadina di Terracina. Per raggiungerlo non possiamo proseguire
in costa ma è necessario scollinare e poi risalire seguendo le indicazioni
per il tempio. Molti turisti, intenti a raggiungere frettolosamente il
mare, tralasciano di alzare lo sguardo verso l’imponente struttura sacra.
Del tempio, eretto nel IV secolo a.C. in onore di una divinità, in seguito
identificata dai Romani con Giove fanciullo (anxur), rimane solo la base
con le 12 arcate, splendida terrazza che offre un colpo d’occhio su piana
e Isole Pontine, il Circeo, Sperlonga e, nei giorni più limpidi, Ischia
e il Vesuvio. Anche il vecchio nucleo medievale di Terracina, posto sul
pendio del colle, con la Cattedrale di S. Cesareo e il Foro Emiliano, può
meravigliare il viandante e merita una passeggiata di qualche ora.
PIANA DI FONDI
PIANA DI FONDI Scesi a valle, ci addentriamo nella piana di Fondi,
nota fra l’altro per le ottime mozzarelle di bufala. La leggenda vuole
che la cittadina, raccolta su tre lati dai Monti Ausoni e dalle propaggini
degli Aurunci, sia stata edificata nientemeno che da Ercole, nel posto
in cui punì il gigante Caco, colpevole di avergli rubato i sacri buoi.
La Storia, invece, la vuole “città di Satana”, perché sede del
conclave
che elesse Clemente VII, l’antipapa.
DA ITRI A SPERLONGA
DA ITRI A SPERLONGA Proseguendo per la via Appia, in pochi chilometri
si arriva ad Itri, un altro borgo diviso tra sacro e profano: è infatti
sede del Santuario della Madonna della Civita, meta di pellegrinaggio,
ma anche città natale del brigante frà Diavolo. Dal paese parte una stupenda
strada panoramica, tutta tornanti, che conduce a Sperlonga, meta del nostro
pellegrinaggio. La possiamo intravedere da lontano, inconfondibile, con
le sue case bianche arroccate su uno sperone di roccia. Ricorda la medina
di Fès, oppure l’Alfama di Lisbona, insomma un paese arabo. I suoi vicoli
formano un dedalo inestricabile e tutti, attraverso una serie infinita
di scale, portano al mare, tra i più puliti del litorale laziale (bandiera
blu dal 1998 al 2001). Il borgo deve il suo nome alle speluncae, ovvero
alle grotte naturali che si aprono lungo la costa. Una di queste cavità
fu utilizzata dall’imperatore Tiberio per costruire una sontuosa residenza
estiva. I ruderi della villa sono visitabili e raggiungibili dalla spiaggia
di Levante, un’autentica perla del Tirreno. Rimasta inspiegabilmente
intatta
dal turismo di massa fino a una decina di anni fa, Sperlonga è stata a
lungo luogo di ritrovo degli intellettuali della capitale. Oggi si cerca
di salvarla dall’invadenza di turisti e vacanzieri alzando i prezzi degli
alloggi e chiudendola al traffico, insomma trasformandola in una specie
di Capri continentale.
BLOC NOTES
BLOC NOTES
Dove mangiare
Nel borgo di Fossanova si trova la Foresteria del Borgo, un’azienda
agrituristica
che funziona sia da locanda che da ristorante.
Il Forno di Procoio in menu ha dei fantastici pasticci di verdura, pizze
farcite, timballi, crostoni, zuppe di ceci e di zucca e salsiccia, pasta
fresca con zafferano e speck, tacchino ripieno di mele e di castagne. I
piatti comunque cambiano ogni stagione (tel. 0773/ 939073 - www.fossanova.it
).
A Fondi è imperdibile la trattoria da N’dino, tel. 0771/511435, dove si
possono gustare gustosi e ricercati piatti a base di pesce.
A Sperlonga vi sconsigliamo di non approcciare i ristoranti del vecchio
centro, perché troppo cari (vi fanno pagare anche il cielo stellato!),
sono invece raccomandabilissimi quelli sulla spiaggia, in particolare la
Grotta dei delfini, tel. 0771/548210, www.grottadeidelfini.com.
Cosa mangiare
La cucina laziale in generale è caratterizzata da sapori forti, che
s’accentuano
ulteriormente quando ci si sposta sulle montagne. Se a Norma si fa incetta
di ramiccia, un tipo di tagliatella, fatta a mano, condita con sugo piccante
di castrato e pecorino, a Priverno si possono gustare i carciofi alla giudìa,
capati e cotti in olio bollente o la bazzofià, una minestra a base di verdura,
fatta secondo un’antica ricetta. Ottime anche le mozzarelle di bufala
della piana di Fondi.
Indirizzi utili
Abbazia di Fossanova: per gli orari di visita potete contattare il numero
0773/939061.
Il giardino di Archimede, a Priverno, è accessibile dal 16 settembre al
31 maggio, dal martedì al venerdì: 9.00-13.00, il sabato e la domenica:
9.00-13.00,15.00-18.00; dal 1° giugno al 15 settembre, dal martedì al venerdì:
16.00-20.00, sabato e domenica 10.00-13.00, 16.00-20.00.
Sui siti www.regione.lazio.it,
www.litoralepontino.it
e www.comune.priverno.latina.it
potrete trovare tutte le informazioni turistiche riguardanti le località
toccate dal nostro itinerario.