Lazio – Litorale Pontino: arrivare al mare da Roma percorrendo le strade dei Monti Lepini, vie alternative alle consolari

Andare al mare fa sempre piacere e apprezzare i panorami pure. Così abbiamo deciso di fare tutte e due le cose, partendo da Roma e dirigendoci verso il Litorale Pontino. Senza, però, utilizzare le classiche strade consolari, come l’Aurelia, l’Appia e l’Ostiense, bensì scegliendo un percorso alternativo che passa per Camposoriano, Monte S. Angelo (con la vista su piana e Isole Pontine, il Circeo, Sperlonga, Ischia e il Vesuvio) e Piana di Fondi. Si passano Norma e Cori e si arriva a Priverno. Da

ARRIVARE AL MARE





ARRIVARE AL MARE
Ci sono tanti modi di arrivare al mare. Se vi trovate a Roma, fra le tante possibilità ci sono le vie consolari, ovvero le grandi arterie costruite per agevolare il collegamento fra l’Urbe e i suoi porti, le sue saline, le sue colonie. Rappresentavano e rappresentano tutt’ora il modo più diretto per raggiungere luoghi ameni. Prendendo l’Aurelia, per esempio, si arriva velocemente a S. Severa e al tratto litorale a nord di Roma (Santa Marinella, Ladispoli); prendendo l’Appia, “regina viaruum”, si raggiunge in un’ora Terracina e il tratto di costa a sud della capitale (Sperlonga, Gaeta, Formia), imboccando l’Ostiense ve lo potete immaginare dove si arriva. Queste vie sono però anche il modo meno emozionante per arrivare al mare. Si tratta infatti di grandi rettilinei che tagliano la campagna scaricandoti direttamente sulla costa; tutto ciò che si trova in mezzo, fra l’Urbe e l’arena, scorre troppo velocemente. Noi che amiamo assaporarci le cose lentamente, prima di mettere i piedi in acqua vogliamo goderci il mare da lontano, un po’ a spizzichi e bocconi: scorgere l’orizzonte, vedere la vegetazione cambiare, scorci catturati mentre pennelliamo un tornante... Essendo la nostra meta Sperlonga, ci siamo resi conto che il modo meno diretto per raggiungerla è inerpicarsi su per la dorsale che si snoda parallela alla costa sud di Roma, costituta dai Monti Lepini.

PRIVERNO



PRIVERNO
Provenendo dalla via dei laghi, ci s’imbatte prima nei borghi di Norma e Cori, poi nella splendida oasi naturale di Ninfa e nell’altro gioiello della famiglia Caetani, la deliziosa cittadella di Sermoneta. Fin qui, però, ricalchiamo un itinerario già proposto in passato. Il nostro tour ha inizio, in realtà, dal paese di Priverno, che sovrasta il complesso abbaziale di Fossanova, il primo centro cistercense in Italia, che da solo merita il viaggio. Ci troviamo a circa 100 metri di altitudine, a dividerci dal mare la distesa dell’Agro pontino.

CAMPOSORIANO




CAMPOSORIANO
Proseguiamo oltre Sonnino, in direzione di Camposoriano. Ai più questo nome non dirà granché, eppure dal 1985 la località, estesa circa 3 kmq, è considerata monumento naturale ed è stata posta sotto tutela per via della presenza di strani “iceberg” di roccia che si stagliano da terra, raggiungendo anche i 15 metri di altezza. L’effetto di questi particolari monoliti è simile a quello offerto da Stonehenge: inquietante.

S. ANGELO




S. ANGELO
La terza tappa del nostro tour è S. Angelo, il monte che incombe sulla cittadina di Terracina. Per raggiungerlo non possiamo proseguire in costa ma è necessario scollinare e poi risalire seguendo le indicazioni per il tempio. Molti turisti, intenti a raggiungere frettolosamente il mare, tralasciano di alzare lo sguardo verso l’imponente struttura sacra. Del tempio, eretto nel IV secolo a.C. in onore di una divinità, in seguito identificata dai Romani con Giove fanciullo (anxur), rimane solo la base con le 12 arcate, splendida terrazza che offre un colpo d’occhio su piana e Isole Pontine, il Circeo, Sperlonga e, nei giorni più limpidi, Ischia e il Vesuvio. Anche il vecchio nucleo medievale di Terracina, posto sul pendio del colle, con la Cattedrale di S. Cesareo e il Foro Emiliano, può meravigliare il viandante e merita una passeggiata di qualche ora.

PIANA DI FONDI




PIANA DI FONDI
Scesi a valle, ci addentriamo nella piana di Fondi, nota fra l’altro per le ottime mozzarelle di bufala. La leggenda vuole che la cittadina, raccolta su tre lati dai Monti Ausoni e dalle propaggini degli Aurunci, sia stata edificata nientemeno che da Ercole, nel posto in cui punì il gigante Caco, colpevole di avergli rubato i sacri buoi. La Storia, invece, la vuole “città di Satana”, perché sede del conclave che elesse Clemente VII, l’antipapa.

DA ITRI A SPERLONGA




DA ITRI A SPERLONGA
Proseguendo per la via Appia, in pochi chilometri si arriva ad Itri, un altro borgo diviso tra sacro e profano: è infatti sede del Santuario della Madonna della Civita, meta di pellegrinaggio, ma anche città natale del brigante frà Diavolo. Dal paese parte una stupenda strada panoramica, tutta tornanti, che conduce a Sperlonga, meta del nostro pellegrinaggio. La possiamo intravedere da lontano, inconfondibile, con le sue case bianche arroccate su uno sperone di roccia. Ricorda la medina di Fès, oppure l’Alfama di Lisbona, insomma un paese arabo. I suoi vicoli formano un dedalo inestricabile e tutti, attraverso una serie infinita di scale, portano al mare, tra i più puliti del litorale laziale (bandiera blu dal 1998 al 2001). Il borgo deve il suo nome alle speluncae, ovvero alle grotte naturali che si aprono lungo la costa. Una di queste cavità fu utilizzata dall’imperatore Tiberio per costruire una sontuosa residenza estiva. I ruderi della villa sono visitabili e raggiungibili dalla spiaggia di Levante, un’autentica perla del Tirreno. Rimasta inspiegabilmente intatta dal turismo di massa fino a una decina di anni fa, Sperlonga è stata a lungo luogo di ritrovo degli intellettuali della capitale. Oggi si cerca di salvarla dall’invadenza di turisti e vacanzieri alzando i prezzi degli alloggi e chiudendola al traffico, insomma trasformandola in una specie di Capri continentale.

BLOC NOTES




BLOC NOTES


Dove mangiare

Nel borgo di Fossanova si trova la Foresteria del Borgo, un’azienda agrituristica che funziona sia da locanda che da ristorante.
Il Forno di Procoio in menu ha dei fantastici pasticci di verdura, pizze farcite, timballi, crostoni, zuppe di ceci e di zucca e salsiccia, pasta fresca con zafferano e speck, tacchino ripieno di mele e di castagne. I piatti comunque cambiano ogni stagione (tel. 0773/ 939073  - www.fossanova.it ).
A Fondi è imperdibile la trattoria da N’dino, tel. 0771/511435, dove si possono gustare gustosi e ricercati piatti a base di pesce.
A Sperlonga vi sconsigliamo di non approcciare i ristoranti del vecchio centro, perché troppo cari (vi fanno pagare anche il cielo stellato!), sono invece raccomandabilissimi quelli sulla spiaggia, in particolare la Grotta dei delfini, tel. 0771/548210, www.grottadeidelfini.com.

Cosa mangiare

La cucina laziale in generale è caratterizzata da sapori forti, che s’accentuano ulteriormente quando ci si sposta sulle montagne. Se a Norma si fa incetta di ramiccia, un tipo di tagliatella, fatta a mano, condita con sugo piccante di castrato e pecorino, a Priverno si possono gustare i carciofi alla giudìa, capati e cotti in olio bollente o la bazzofià, una minestra a base di verdura, fatta secondo un’antica ricetta. Ottime anche le mozzarelle di bufala della piana di Fondi.

Indirizzi utili

Abbazia di Fossanova: per gli orari di visita potete contattare il numero 0773/939061.
Il giardino di Archimede, a Priverno, è accessibile dal 16 settembre al 31 maggio, dal martedì al venerdì: 9.00-13.00, il sabato e la domenica: 9.00-13.00,15.00-18.00; dal 1° giugno al 15 settembre, dal martedì al venerdì: 16.00-20.00, sabato e domenica 10.00-13.00, 16.00-20.00.
Sui siti www.regione.lazio.it, www.litoralepontino.it e www.comune.priverno.latina.it potrete trovare tutte le informazioni turistiche riguardanti le località toccate dal nostro itinerario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA