MT-10: ecco perché i giapponesi l’hanno disegnata così
In attesa della comparativa…
In questi giorni trovate in edicola Motociclismo di luglio, un numero ricchissimo. Ma per chi si chiedesse che fine hanno fatto le maxi naked (Aprilia Tuono V4 1100 Factory, BMW S 1000 R, Ducati Monster 1200 R, KTM 1290 Super Duke R Special Edition,Yamaha MT-10), della cui comparativa su strada e in pista vi abbiamo dato qualche assaggio sui social, confermiamo che sarà pubblicata sul numero di agosto,, quindi cominciate a prenotarlo. Qui torniamo su una delle protagoniste, la più attesa dell’anno e la più discussa: laYamaha MT-10. In attesa del confronto con le rivali, ricordiamo che su Motociclismo di giugno c’è il test su strada firmato Aldo Ballerini, mentre cliccando qui trovate l’intervista in cui Oliver Grill (product planning) racconta come la R1 si è trasformata nella MT-10, cosa si è perso, cosa è rimasto e cosa… si è guadagnato.
Dark side of Iwata
Non solo cattiveria
Assieme a questo ci sono gli obbiettivi funzionali: la MT doveva essere comoda da guidare tutti i giorni, ma allo stesso tempo leggera, occorreva disegnare una protezione contro il vento e prevedere la possibilità di montare uno schermo protettivo più ampio e un paio di borse laterali.