di Nicolas Patrini - 19 May 2016

Burasca 1200: Aldo Drudi svela la sua concept su base VFR1200F

È stata svelata a Rimini, nella cornice del Foyer Teatro Galli, la Burasca 1200; una concept bike nata dalla matita di Aldo Drudi. La creatura della D-Perf, venuta alla luce grazie al connubio italo-giapponese fra il noto designer italiano e Honda (la base di partenza è una VFR1200F), è stata interamente ideata e costruita nella Terra dei Motori all'interno dell'Air Garage. Motociclismo era presente

A Rimini è... Burasca 1200

Nata da carta e matita

Nell'era digitale, quella dei computer, dei tablet e dei rendering, sembra quasi strano sentir parlare ancora di carta e matita. Eppure Aldo Drudi, prima di svelare la sua nuova creatura, ci rivela come questo particolare sia stato la pietra miliare da cui è nato tutto il progetto e la partnership con Honda. La Casa di Tokyo ha infatti accettato di buon grado la possibilità di affidare una VFR1200F al designer italiano. Il motivo? Nella tradizione Giapponese la scrittura, quella che utilizza ancora l'inchiostro, ha una posizione culturale di prim'ordine. Basti pensare che il tratto giapponese ha in sè, nei suoi "kakemono" (i caratteri calligrafici), tutta la personalità di chi imprime l'inchiosto sulla carta. Cultura a parte, in casa Honda hanno pensato di dare a un progetto partito da carta e matita la possibilità di intervenire in modo radicale su una propria moto in commercio per capire come uscire dagli schemi auto-referenziali dei propri progettisti. Honda ha così scelto un italiano, Aldo Drudi (noto al grande pubblico per essere uno tra i designer preferiti dai piloti per le livree dei caschi), per stravolgere la propria Sport-Tourer. Il risultato è la Burasca 1200: una moto che conserva un cuore giapponese, il quattro cilindri a V da 76°, ma che da oggi ha un'anima tutta italiana.

non verrà messa in vendita

La Burasca 1200 privilegia così l’ergonomia e la posizione di guida che dev'essere il più comoda possibile. Per Drudi Performance quest'ultimo è un argomento fondamentale: "più comfort vuol dire più controllo, più controllo vuol dire più sicurezza", ci dice il designer italiano. La posizione in sella, avanzata rispetto a quella della VFR 1200, permette nel caso di una guida più aggressiva di caricare l’anteriore, equipaggiato con forcella Öhlins NIX 30. Pratica la regolazione dell’ammortizzatore posteriore Öhlins TTX 36 GP, vicino al cannotto di sterzo. Burasca 1200 pesa 30 kg in meno rispetto alla Honda VFR originale, a vantaggio della maneggevolezza. Più leggeri i cerchi, in Ergal, realizzati dal pieno a garanzia di una maggiore rapidità nei cambi di direzione. Rispetto alla VFR1200F cambia sostanzialmente tutto, ma non il propulsore che rimane l'ormai classico 4 cilindri a V che Honda impiega sulla VFR e sulla Crosstourer. Fra le scelte curiose c'è quella di non montare alcun ABS, ma la Burasca 1200, costruita in un unico pezzo, non è attualmente fra le moto destinate alla produzione su larga scala. Aldo Drudi ci comunica infatti che "la Burasca finirà a casa mia, farà parte della mia collezione privata poichè è la mia prima creatura a due ruote".

Livrea definita dai materiali e dalle lavorazioni

Tutto è nato nella terra dei motori

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