Il cuore della motocicletta Zero è una batteria. L’abbiamo provata in pista a Ottobiano
Born in the U.S.A.
BORN IN THE U.S.A. La California, con la Silicon Valley, è un
concentrato
di tecnologie elettroniche e delle più severe leggi antinquinamento del
mondo. Sulla base di questo abbinamento è nata la Casa costruttrice Zero
Motorcyles, che produce motociclette alimentate a corrente elettrica, prodotta
da batterie di ultima generazione. Zero Motorcyles ha mosso i suoi primi
passi con modelli destinati al mondo del fuoristrada, piuttosto popolare
in California e per cui sono organizzate diverse competizioni. La gamma
per il momento comprende due enduro facili, una cross e accenna a mire
stradali con una motorad omologata per circolare su strada, che abbiamo
provato in anteprima sul circuito di Ottobiano (Pavia).
Potete leggere la prova completa sul numero di Motociclismo 07-2009 in
edicola, in cui troverete anche un dossier dettagliato sulle moto elettriche
e un approfondimento tecnico sulle batterie di ultima generazione.
Assolo di batteria
ASSOLO DI BATTERIA Si potrebbe pensare che in una moto elettrica il
cuore tecnologico sia tutto nel motore ed invece la musica, che peraltro
non si sente perché quando si gira la chiave la moto non fa rumore, sta
tutta nella batteria. Il creatore della Zero, Neal Saiki, è un ex tecnico
della NASA esperto di batterie, che ha disegnato per dieci anni mountain
bike di cui conosce alla perfezione sia telaio sia sospensioni. Tutte le
Zero sono basate su telai in alluminio aeronautico superleggeri e batterie
a ioni di litio con tecnologia di controllo proprietaria, supersicure e
dalle prestazioni interessanti.
La batteria Z-Force della Zero S, con le sue 328 celle, offre in 43 kg
una capacità di 4 kWh: per dare un’idea, con 43 kg di serbatoio, anche
togliendo il peso delle lamiere e della pompa, ci si portano a spasso oltre
400 kWh di energia. È vero che la moto elettrica non ha cambio, trasmissione,
sistema di raffreddamento e che il motore elettrico pesa un ventesimo di
quello a scoppio, però l’energia a disposizione rimane pochina. Quando
si sale in sella, allora, più che dai 30 CV (22 kW) di picco promessi da
motore e batteria, bisogna partire da questa considerazione.
Sulle elettriche è la batteria a prendere il posto del motore come elemento
che determina il carattere e le prestazioni della moto. Dunque la Zero
usa (per ora) un motore a spazzole tedesco di comune vendita, ma ogni componente
della batteria è coperto da brevetti (BMS, Battery Management System).
Alla tecnologia che genera corrente si aggiunge quella del sistema si gestione
dell’erogazione programmabile: un punto critico della Zero, che, non
avendo
frizione, ha come unico legame tra pilota e coppia la manopola del gas.
In pista
IN PISTA La sella, altissima (oltre i 900 mm) a causa
dell’ingombro
verticale di caricabatteria e batteria. La moto è piccola e compatta, ma
l’ergonomia è migliorabile. Naturalmente il comportamento del motore è
frutto di un compromesso, perché o si danno prestazioni con autonomia limitata,
o si dà autonomia con prestazioni limitate: le Zero sono una chiara via
di mezzo. La moto accelera con prontezza, poi però fa “muro” molto
prima
di quanto ci si aspetterebbe. Rispetto ad un motore a scoppio, c’è molta
coppia ai bassi e nessun allungo, per cui quando ci si aspetta che la coppia
aumenti, questo non succede e ci si trova un po’ spiazzati.