di Tarcisio Olgiati - 28 February 2016

Jonathan Rea: “La nuova Kawasaki è all’85%”

Dichiarazioni dei protagonisti della seconda gara WSBK 2016 in Australia. Rea, il potenziale della Ninja e la battaglia con Davies; Giugliano dà il merito per il podio al team; VD Mark contento ma realista; Davis non si pente; Hayden voleva di più; yamahisti fiduciosi; Sykes eanalizza un risultato un po’ così

tutto come sempre?

Il primo round del Mondiale SBK 2016 si è consumato. Come da tradizione, le prime due gare sono andate in scena a Phillip Island e, a leggere il nome del vincitore di Gara 1 e Gara 2, sembra che non sia cambiato nulla dal 2015. Jonathan Rea e la Kawasaki si sono presi i successi in gara, Sykes la Superpole… Anche nel nome degli inseguitori non ci sono grossissime novità, se pensiamo che già dalla fine dello scorso campionato era la Ducati la moto più in forma dopo la Ninja. Quest’anno la ZX-10R è nuova, ma sono ancora le Rosse di Davies e Giugliano i mastini più agguerriti all’inseguimento. Se le Yamaha sono ancora acerbe, le BMW non hanno impressionato e le Aprilia pagano lo scotto di un progetto SBK partito in grosso ritardo, la sorpresa delle gare australiane è la Honda. La “vecchietta” CBR1000RR è in formisima e si è presa il lusso di fare due signore gare con VD Mark, permettendo comunque anche al “debuttante” Hayden di fare un’ottima Gara 2.
 

Jonathan Rea: “Sono stato paziente”

Michael van der Mark: “Grande inizio di stagione”

Davide Giugliano: “Ci ho creduto fino alla fine”

Nicky Hayden: “Sono un po’ deluso”

Sylvain Guintoli: “Continueremo a migliorare”

Tom Sykes: “Mi piace Phillip Island, eppure vado sempre male”

Jordi Torres: “Peccato la partenza”

Markus Reiterberger: “Bene aver finito in piedi”

Josh Brookes: “La mia Gara 2 è durata 10 secondi meno di Gara 1”

Chaz Davies: “non sono dispiaciuto per la mia gara”

Karel Abraham: “So che posso spingere di più”

Alex Lowes: “La seconda moto non andava come la prima”

Leon Camier: “Peccato, la moto andava davvero bene con elettronica e setup”

Lorenzo Savadori: "Niente di rotto"

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