di Fabio Meloni - 12 December 2015

Week-end in Provenza-Costa Azzurra: il paradiso della piega

Ogni tanto serve tirare il fiato. A chi abita a nord-ovest consigliamo questo itinerario nel sud della Francia. Temperature meno rigide, asfalto perfetto, scenari da favola e curve a non finire. Un gran bel modo per ricaricarsi

Fuga dal freddo

Il freddo è appena arrivato e, ammettiamolo, la moto ci manca già terribilmente. Certo, ci andiamo al lavoro e ci facciamo un giretto la domenica se si vede un po’ di sole, ma il tempo dei bei giri è, per ora, finito. Almeno, questo è quello che succede in gran parte del nord Italia, mentre al centro e al sud i motociclisti sono generalmente più fortunati. E allora a tutti quelli che come il sottoscritto vivono o lavorano al nord, e preferibilmente a nord-ovest, voglio, o meglio vogliamo, suggerire un itinerario fattibile in due giorni, che senza trasferte infinite riesce a restituire il vero piacere di guidare. E dove andare, se non nella vicina regione francese della Provenza-Costa Azzurra?

Un trasferimento neanche noioso

Il primo passo è quello di buttarsi in autostrada e puntare, in un modo o nell’altro, Ventimiglia. Facilmente farà freddo finché si rimane in pianura, ma appena valicate le Alpi liguri già l’aria cambia e il viaggio diventa meno noioso. C’è profumo di mare, l’autostrada segue il disegno della costa rendendo piacevole la guida, e soprattutto il termometro si risveglia riportandoci a una temperatura vivibile. La parte peggiore è passata. Da qui godetevi il viaggio che, km dopo km, vi porterà prima in territorio francese, e infine all’uscita 36 dell’autostrada A8, quella di Le Muy. Un trasferimento lunghetto (390 km da Milano) ma che vi ripagherà in fretta.

Il via alle danze

Si riparte con comodo

Non si sbaglia

La nostra moto

Dato che siamo fortunati, per fare questo bel giro abbiamo scelto nientemeno che la vincitrice della nostra comparativa Hypertourer, una moto incredibilmente performante proprio in questo tipo di turismo: trasferimento autostradale lunghetto seguito a bomba da un miliardo di curve ben asfaltate. La S 1000 XR ha un motore a dir poco esaltante, tanto ricco di coppia quanto brutale nell’allungo, e una ciclistica precisa e svelta; ma è anche comoda per ore e ricca di elettronica ben funzionante, che può esaltare i polsi più esigenti (il quickshifter che funziona anche in scalata facendo le doppiette è da urlo) o aiutare i meno esperti: con la mappatura più dolce si trasforma in un agnellino. Una cosa che non ci ha convinto del tutto è (in parte) la scelta delle gomme di primo equipaggiamento: le Michelin Pilot Road III con cui l’abbiamo guidata noi hanno qualità come la buona resa chilometrica e il grande grip sul bagnato che le rendono adatte al turismo, diciamo così, esplorativo, ma l’indole di una moto così agguerrita è completata decisamente meglio dalle Bridgestone Battlax Sport Touring T30 anch’esse di primo equipaggiamento. Se vi piace smanettare e state pensando di comparare la XR, fatevela consegnare con le gomme giapponesi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA