Comparativa 250 del Far East
Moto asiatiche
Cina. Ma anche Taiwan e Corea. Il mercato delle due ruote sta accogliendo
anche in Europa prodotti provenienti dal Far East, in diretta concorrenza
con le moto Giapponesi. Mentre si infiamma la diatriba tra i sostenitori
dei prodotti asiatici e i detrattori delle due ruote con gli occhi a mandorla,
Motociclismo mette sotto la lente di ingrandimento le 250 orientali presenti
sul mercato italiano con prezzo inferiore ai 5.000 euro (Hyosung esclusa,
poiché non ancora disponibile il MY 2007 al momento della prova): Axy Xingyue
X250R, Azel Zongshen GS 250, Keeway Landcruiser, Kymco Venox e Yamaha YBR250.
Gli stili sono diversi, praticamente impossibili da comparare sul piano
della guida e dell’indirizzo d’uso. Le abbiamo confrontate per
valutare,
capire e stressare al massimo queste moto dal prezzo abbordabile e dalla
qualità.
Axy
AXY la Axy X250R, è una Enduro facile - o meglio: una Dual-sport - adatta
a chi vuole muovere i primi passi in fuoristrada. L’ispirazione, almeno
per quanto riguarda telaio e motore, è palesemente Honda XR250R: il monotrave
sdoppiato in acciaio ospita un monocilindrico 4T raffreddato ad aria
con distribuzione a 4 valvole con sistema di aria secondaria che permette
il raggiungimento dell’omologazione Euro 2. Il complesso
propulsore-trasmissione
è esente da grosse critiche: la modesta potenza (18,19 CV rilevati alla
ruota a 8.000 giri) non spaventa neppure i neofiti e l’erogazione fluida
aiuta a riprendere senza strattoni anche con marce lunghe. Buono anche
il cambio, ben spaziato, e la frizione, che regge bene gli strapazzi. Su
strada la X250R si comporta egregiamente e abbandona volentieri l’asfalto
per affrontare sterrati e semplici mulattiere. Ma si ferma qui. Scendendo
nel dettaglio poi si notano carenze qualitative che giustificano soltanto
in parte il prezzo di 4.500 euro (2.350 in meno della originale Honda XR250R).
Azel
AZEL Di tutt’altro genere la Azel Zongshen GS 250. La seconda cinese della
nostra prova è una sportiva con una linea filante e un’accattivante
tonalità
di scarico. Il sogno però si ferma qui. In sella, la GS 250 è piuttosto
scomoda (i mezzi manubri caricano i polsi) senza offrire prestazioni
particolarmente
eccitanti. Anzi: il monocilindrico 4T raffreddato ad aria dichiara la cilindrata
più contenuta del lotto (230 cc) e al banco prova fa registrare la potenza
e la coppia più basse tra le 5 moto della comparativa. L’azione delle
sospensioni regge ritmi poco più che cittadini, assorbendo decorosamente
le sconnessioni del manto stradale, ma affrontando curve e avvallamenti
a velocità sostenuta forcella e “mono” vanno facilmente in crisi,
innescando
oscillazioni che non c’è modo di smorzare se non rallentando decisamente.
I 3.799 euro necessari per acquistare la GS 250 sono il prezzo più basso
della nostra comparativa.
Keeway
KEEWAY Ultima moto “made in China” della prova è la Keeway
Landcruiser,
una custom bicilindrica che colpisce già al primo sguardo per la linea
imponente e vistosa. Questa duemmezzo sembra esprimere al meglio la mentalità
cinese nel settore due ruote: quello che conta è il prodotto finito e
l’abbondanza
di accessori. Una volta avviato il motore si svelano però caratteristiche
positive. Nonostante le misure vitali di alesaggio e corsa fortemente
sottoquadre
(49x66 mm), il piccolo bicilindrico a V frulla sorprendentemente verso
l’alto (e vibra tanto a tutti i regimi), anche se i rilevamenti del nostro
Centro Prove in accelerazione e ripresa relegano la Keeway nella parte
bassa della classifica di questa prova. Buoni invece i dati di potenza
e coppia. La maneggevolezza è buona, meno la stabilità, soprattutto per
via delle sospensioni, sfrenate e poco scorrevoli, che nell’uso normale
concedono un certo comfort, ma se si incontrano buche o dossi in velocità
riducono pericolosamente il controllo della moto.
Kymco
KYMCO Kymco interpreta la filosofia cruiser con la Venox: bassa, lunga
e pesante, punta tutto su look e prestazioni. Rispetto alle cinesi è decisamente
su un altro pianeta, per cura costruttiva e livello tecnologico. Il motore
è un bicilindrico longitudinale a V di 90°, l’unico raffreddato a liquido.
L’alimentazione è affidata ad un sistema di iniezione elettronica, che
contribuisce a raggiungere senza troppi sforzi l’omologazione Euro 3.
Su strada la Venox è divertente, stabile e ben frenata. Nel complesso però
la Venox rende bene l’idea di quello su cui puntano i Taiwanesi: il
“best
value for money”. Anche se fanno pagare cara la loro qualità: 4.995 euro
non sono certo
pochi per una 250.
Yamaha
YAMAHA Chiudiamo con la Yamaha YBR250, che nel confronto diretto con le
concorrenti appare moderna e ben fatta. Il motore è un monocilindrico
raffreddato
ad aria assemblato, come il resto della moto, in Brasile; spinge bene,
supportato da una buona coppia (1,91 kgm a 6.750 giri), e vibra pochissimo.
I freni sono adeguati alle prestazioni della moto e le sospensioni, pur
morbide, non sono troppo flaccide. La cura costruttiva riporta agli standard
delle altre giapponesi, ma 4.595 euro restano comunque molti per un prodotto
del genere.