Tra Piemonte e Liguria, sulle strade e sugli sterrati del Parco Naturale Capanne di Marcarolo
Sensazioni del canyon
SENSAZIONI DEL CANYON Cosa c’è di motociclistico in un itinerario
di soli 65 chilometri, che si snoda completamente all’interno di un parco
naturale? Se siete enduristi, c’è il piacere di imboccare una delle tante
strade di terra battuta che attraversano, in piacevolissimi percorsi
alternativi,
la vegetazione selvaggia. Se invece siete divoratori d’asfalto, qui potete
abbandonare l’ansia di concentrare tutti i vostri sensi sulla guida e
assaporare il piacere di percorrere strade perfettamente in ordine e pulite,
prive di traffico e di insidie dietro la curva. Se poi siete anche degli
epicurei, già vi immaginiamo con la borsa frigo nel capiente bauletto e
tutto l’occorrente per un pic nic, fermarvi in una delle aree di sosta
attrezzatissime (barbecue, panche, tavoli e persino bagni). Quindi: aprite
il casco e respirate a pieni polmoni i profumi della vegetazione, ora
tipicamente
alpina, ora mediterranea; aprite anche le orecchie e cercate di catturare
il canto del fiume che scava inesorabile la sua strada attraverso i canyon
o i richiami di una fauna ad altissima densità abitativa.
Voltaggio
VOLTAGGIO L’itinerario inizia a Voltaggio, marca di confine tra
il
Monferrato ovadese e l’Oltregiogo genovese. Proprio in centro al paese
si trova la piscina naturale formata dal Rio Morsone. La manutenzione
dell’ordinatissima
area balneatoria, che comprende il giardino con la spiaggetta, è affidata
alla Pro Loco (l’ingresso all’area è di 2 euro; l’accesso
alla piscina
e al bar è consentito anche a chi non occupa il giardino). Si seguono le
indicazioni per il Sacrario della Benedicta e Capanne di Marcarolo. Un
primo breve tratto di strada stretta e tortuosa, culmina sul percorso che
si snoda attraverso il Parco Naturale. Dal fondovalle si sale rapidamente
in costa e subito la vista si apre su uno dei canyon più spettacolari presenti
sul territorio. Moltissimi i punti panoramici; si può lasciare la moto
e avventurarsi lungo uno dei tanti sentieri nella macchia: una volta spento
il motore, perfettamente in sintonia con il silenzio magico di questo ambiente,
si può osservare il volo di numerose specie rapaci. Oltre alle più comuni
poiane e al gheppio, sono presenti il falco pecchiaiolo e il biancone,
simbolo del parco stesso.
Sacrario della Benedicta
SACRARIO DELLA BENEDICTA
L’itinerario procede lento, in un susseguirsi di scenari di grande
effetto.
La vegetazione varia bruscamente a seconda dell’altitudine a cui corre
la strada: si passa da zone aride e rocciose alle quote superiori, a boschi
di rovere e castagni, interrotti da vallate ricche di pascoli. La prima
sosta obbligata, qualche chilometro prima della frazione di Capanne di
Marcarolo, è la visita al Sacrario della Benedicta, ex monastero benedettino,
divenuto quartier generale della resistenza prima che fosse fatto esplodere
dai nazisti, a Pasqua del 1944. Visita che, nella maggior parte dei casi,
si riesce a compiere in perfetta solitudine, come indisturbati si copre
l’intero tragitto nel parco. Grazie a un progetto di valorizzazione da
parte della Regione e di numerosi enti locali, l’area è stata oggetto
di interventi di recupero e conservazione: un percorso di cartelloni illustra
le tragiche storie di quei giorni e le testimonianze di chi è sopravvissuto.
Passo della Bocchetta
PASSO DELLA BOCCHETTA La salita prosegue dolce fino ai Piani di
Praglia,
dove si raggiunge una quota poco sotto i mille metri; quindi la discesa
verso Campomorone, più repentina, che invoglia a prendere velocità. La
salita al Passo della Bocchetta riserva uno spettacolo ancora più grande:
lungo una strada in perfetto stato di manutenzione, si giunge su una terrazza
dove lo scenario che si apre è davvero grandioso: finalmente la vista arriva
fino al mare che si mostra attraverso le cime di questo tratto suggestivo
dell’appennino.
La valle del Lemme
LA VALLE DEL LEMME Abbandonata la terrazza, si prosegue, per chiudere
l’itinerario, in costa, lungo la valle scavata dal Lemme, che, con il
Rio Morsone e il Gorzente, costituiscono il patrimonio idrico del Parco,
privo di qualsiasi forma di inquinamento.
Bloc notes
BLOC NOTES
Dove mangiare e dormire
PIANI DI PRAGLIA (GE) Trattoria La Chelina, tel. 010/721426; tavoli e panche
all’aperto; anche panini e buona scelta di birre; chiuso il martedì; cena
solo su prenotazione; 3 camere, 4 posti letto ognuna, con bagno in comune.
CAMPOLIGURE (GE) Osteria Vallebona, tel. 010/920230; cucina casalinga in
ambiente davvero accogliente e familiare; chiuso il giovedì. Aree del parco
attrezzate per picnic in località I Foi presso Capanne di Marcarolo e sulla
S.P. 160 vicino al guado sul torrente Lemme.
Cosa mangiare
Gran parte della fama di Voltaggio si deve, in passato come ora, agli amaretti:
un produttore, da sempre, ne ha esportato la lavorazione a Genova, registrato
il marchio e si è guadagnato l’annovero sull’Atlante dei prodotti
Tipici
dei Parchi (commissionato dal Ministero dell’Ambiente a Legambiente e
Slow Food e consultabile presso le sedi del parco). La produzione di questi
dolcetti a pasta morbida resiste a Voltaggio nei due forni del paese. Il
prodotto invece più rappresentativo del Parco di Capanne di Marcarolo è
la patata Quarantina bianca: di forma tondeggiante, colore chiaro, pasta
bianca, si cucina per la preparazione dello stoccafisso, della torta baciocca
e delle trenette al pesto. Per quanto riguarda il vino, data l’altitudine
delle colline, rappresenta una coltura marginale, alcune aree comunque
rientrano nel territorio delle denominazioni del Gavi e del Dolcetto di
Ovada.
Indirizzi utili
VOLTAGGIO
•Punto informazioni presso il Centro di Documentazione: aperto le
domeniche di luglio e agosto dalle 9 alle 17, tel. 010/9601512.
CAPANNE DI MARCAROLO
•Punto informazioni aperto domenica e festivi dalle 9 alle 17 da aprile
a settembre; da giugno a settembre anche sabato, tel. 0143/684048.
•Sito del parco: www.parks.it/parco.capanne.marc
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