Test: Triumph Thunderbird, massiccia, ma molto divertente nel misto
Come è fatta la Thunderbird
Barcellona (SPAGNA) 13 maggio 2009 - COM’È FATTA La Speedmaster e l’America vi stanno strette? Triumph ha pensato a voi, forgiando 339 kg (in ordine di marcia) di acciaio e cromo, mossi da un bicilindrico parallelo di 1.597 cc, vero marchio di fabbrica della Casa di Hinckley. Le linee, frutto dalla matita dell’americano Tim Prentice, sono massicce ma pulite, pensate per esaltare al massimo il propulsore ma forse poco personali. Proprio il nuovo motore T-16 è il fiore all’occhiello della Thunderbird: due cilindri frontemarcia raffreddato a liquido con tempi di scoppio intervallati di 270°, 8 valvole e due contralberi antivibrazione, capace di sviluppare 85 CV a 4.850 giri e 14,89 kgm di coppia massima a soli 2.750 giri; la centralina elettronica dell’iniezione è in grado di riconoscere la quantità di potenza richiesta dal pilota tramite la manopola del gas, cambiando automaticamente tra due mappature preimpostate, una più soft che permette di risparmiare carburante e una full-power; il cambio è a 6 marce con ultima marcia overdrive e ingranaggi elicoidali, per un più dolce innesto dei rapporti mentre la trasmissione, per la prima volta dagli anni ’20 su una Triumph, è a cinghia. La cura dei dettagli è uno dei biglietti da visita di Tiumph, e la Thunderbird non fa eccezione, sia in quelli visibili come i bei blocchetti elettrici o la strumentazione con tachimetro, contagiri e display digitale multifunzione, sia in quelli non visibili come la particolare realizzazione dei collettori di scarico, costituiti da due elementi concentrici, pensati per non sottoporre le cromature esterne a temperature eccessive impedendo così che cambino colore. La Thunderbird avrà tre livree, nera, blu e argento, e arriverà in Italia da giugno in versione standard a 13.990 euro c.i.m.; da settembre sarà disponibile anche in versione ABS a 14.590 euro c.i.m.
Come va
COME VA Precisa, reattiva, veloce nell’inserimento in curva e
rigorosa
nel mantenere la traiettoria impostata, la Thunderbird è divertimento puro
nel misto, anche stretto, dove si guida con il solo pensiero nonostante
il gommone posteriore da 200; il merito va sicuramente dato alla corretta
taratura delle sospensioni, in particolare della forcella Showa da 47 mm,
che non affonda mai troppo, nemmeno nelle frenate più decise; la mole imponente
non da mai fastidio, anche alle basse velocità, dove l’ampio manubrio
consente un ottimo controllo della moto. Solo nelle manovre da fermo è
necessaria un po’ di attenzione, ma la sella a soli 700 mm da terra
consente
di gestire il tutto senza troppe apprensioni. Il grosso bicilindrico parallelo
si è rivelato corposo sin dai 1.000 giri indicati, dove spinge subito fluido
e costante, dando il meglio fino a 4.000 giri, esibendo un allungo non
prepotente, ma fluido. Eccellente il feeling restituito dai freni: i due
dischi anteriori da 310 mm morsi da pinze a quattro pistoncini sono pronti,
modulabili e molto potenti, tanto che per azionarli bastano due dita; un
po’sottotono il disco singolo posteriore, che arriva al bloccaggio della
ruota solo se lo si vuole. Ottimo anche il cambio, che non sfigurerebbe
su una sportiva, silenzioso e sempre molto preciso anche quando è messo
alla frusta. Gli si può imputare solo una corsa della leva un filo troppo
lunga. La nuova cruiser di Hinckley invita insomma ad andare allegri, anche
se resta comunque la possibilità di inserire la terza marcia e godersi
il panorama e la grande elasticità del motore; noi vi consigliamo però
di fare scorta di perni delle pedane, perché con la Thunderbird ne limerete
davvero tanti…
Accessori
ACCESSORI Come di consueto, Triumph ha previsto una nutrita lista di
accessori, per ora un centinaio, ma altri sono in fase di studio, per permettere
ad ogni cliente di creare la “propria” Thunderbird. I più importanti
sono, naturalmente, i tantissimi particolari cromati, ma dalla piattaforma
di base si può partire per cucirsi davvero la moto addosso, adattandola
per i lunghi viaggi con borse, pedane e parabrezza, oppure trasformarla
in una muscle bike con la carenatura del fanale anteriore e il manubrio
senza risers, saldato direttamente alla piastra di sterzo. Previsti anche
due tipi di scarichi aftermarket, più corti o più lunghi di quelli di serie,
che donano alla Thunderbird una voce da “uccello tonante”
eccezionale,
sia in accelerazione sia in rilascio: un sound secondo noi irrinunciabile
su una cruiser di questo tipo. Se infine la cavalleria di serie non dovesse
bastare c’è anche il kit Big Bore, che porta la cilindrata a 104 pollici
cubi (1.700 cc), innalzando il valore di potenza massima da 85 a 100 CV
e quello di coppia massima da 14,89 kgm a 16,83 kgm.