Da Milano a Trento attraverso i luoghi del centenario del Futurismo, con tracce GPS
Itinerario futuristico
Clicca
qui per visualizzare la cartina del percorso
In allegato il file GPX da utilizzare come traccia per il vostro
GPS
ed il file GPI da utilizzare con i GPS Garmin
ITINERARIO FUTURISTICO Nulla vieta che un giovane, nato in mezzo alle
montagne e lontano da circoli e influenze culturali, sviluppi ugualmente
la sensibilità necessaria per diventare un grande artista (aiutato da
inevitabili
viaggi di formazione a Roma, Firenze, Milano, Venezia ecc.). È il caso
di Fortunato Depero, futurista: nato a Fondo (TN) nel 1892 e
“formatosi”
a Rovereto (TN), al quale dobbiamo la famosa opera “Il Motociclista
–
Solido in velocità” che Motociclismo utilizzò come manifesto della mostra
“La motocicletta italiana” dell’ottobre 2005. L’idea di
legare un bel
giro in moto a Depero è ispirata al centenario del Futurismo, che cade
quest’anno (era il 1909 quando Filippo Tommaso Marinetti pubblicò il
manifesto
del movimento, sul quotidiano Le Figaro di Parigi) e che ha dato il tema
all’importante trilogia espositiva che coinvolge le città di Milano,
Rovereto
e Venezia. Visto che la redazione è a Milano e che ogni pretesto è buono
per un giro in moto, stabiliamo di partire dal Palazzo Reale di Milano,
dove è in corso la mostra “Futurismo 1909-2009.
Velocità+Arte+Azione”
e di andare a Rovereto sui luoghi di Depero, gustandoci sia la mostra al
Mart (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto),
“Illuminazioni.
Avanguardie a confronto”, sia la Casa d’Arte Futurista Fortunato
Depero,
appena restaurata. A quel punto, anziché proseguire per Venezia (troppa
pianura!), procediamo verso la Val di Non, precisamente a Fondo, città
natale dell’artista, per fare un bell’itinerario di mezza montagna.
Rovereto
ROVERETO è stata importantissima nella vita di Depero, anche se la
sua vera formazione artistica avvenne, tra i 21 e i 23 anni, a seguito
di soggiorni a Firenze e Roma. Ma tornò sempre a Rovereto, anche dopo una
fallimentare esperienza di due anni a New York, tra il 1928 e il 1930 (il
suo “Grattacieli e tunnel” sarà ripreso dallo scenografo del cartone
animato Toys, nel 1993). L’itinerario inizia dall’uscita
autostradale
della A22 Rovereto Sud: i luoghi “deperiani” iniziano in via Santa
Maria,
nel centro storico, che è bellissimo (e pensare che era abbandonato a se
stesso, fino a pochi anni fa), con palazzi eleganti e strette vie pedonali
dove si gode la quiete assoluta. A Rovereto la sosta è lunga, perché vi
sono la Casa d’Arte Futurista Fortunato Depero e la mostra del Mart, che
analizza i rapporti tra i Futuristi e le avanguardie europee, specialmente
francesi, tedesche e russe (espressionisti, dadaisti, cubisti). Vi sono
opere di Boccioni, Carrà, Severini, Soffici, Chagall, Braque, Dix, Picasso,
Ernst, Grosz, Kandinskij, Kirchner, Klee, Macke, Kokoschka, Majakovskij
e molti altri.
Rovereto - Riva - Fiavè
ROVERETO – RIVA - FIAVÉ Dopo Rovereto, però, tocca alla cavalcata
di 170 km fino a Fondo, tutta su strade piacevoli. Moto scelta: MV Agusta
Brutale! Sarebbe piaciuta pure ai Futuristi, con il suo faro oblungo, il
dinamismo delle forme e i 150 CV della versione 1078RR. Da Rovereto si
va a Riva del Garda, passando per il valico di San Giovanni, alto appena
200 m sul mare e molto trafficato, dato che rappresenta il collegamento
diretto tra la A22 e il lago di Garda. In cima c’è un albergo con il
simbolo
della moto, che significa che siamo benvenuti. Si scende a Torbole e si
arriva a Riva costeggiando l’acqua blu del lago. La cittadina è bella,
merita un giro a piedi nella zona pedonale, che comprende anche un parco
verdissimo in riva al Garda, una rocca e una piazza, irregolare e bellissima.
Da Riva si sale al Passo del Ballino con una strada fantastica per grip
e tornanti. Non mancano luoghi di interesse: la cascata del Varrone, il
castello di Tenno, Canale, il “borgo degli artisti”. Il passo è
posto
poco sopra il lago di Tenno, uno specchio d’acqua verde circondato da
un sentiero molto romantico. Oltre il valico sorge Fiavé, un paese noto
per la bontà del suo formaggio e che, all’epoca del nostro servizio
(marzo),
portava i segni del duro inverno 2009, con uno strato di 60 cm di neve.
Fiavè - Trento
FIAVÉ-TRENTO Da Fiavé passiamo per Arche, il lago di Toblino (il
castello
è un ristorante) e deviamo a destra, a Cadine, per Sopramonte: da qui si
sale fino ai 1.000 m di quota di Candriai, una delle prime località turistiche
del Monte Bondone. Si piega, poi, a sinistra, in discesa, per calare su
sul famoso tracciato della Trento-Monte Bondone, che presenta sequenze
di tornanti avvitati tra loro senza il rettilineo in mezzo! Non si può
non deviare, a Sardagna, fino alla stazione superiore della funivia che
sale da Trento: c’è una balconata che si affaccia ben 400 metri sopra
le case della città. Trento è un altro luogo a tema, perché qui Depero,
negli anni 50, ha affrescato la sala del Consiglio Provinciale. La città
ha un bel centro storico, anch’esso pedonale.
La Val di Non
LA VAL DI NON Tra Trento e Mezzolombardo, da dove inizia la Val di
Non, che sale a Cles e Fondo, optiamo per la velocissima superstrada che
corre a ovest dell’Adige. La Val di Non, invece, la percorriamo su una
delle stradine laterali, quella che passa in mezzo agli infiniti meleti
e tocca Denno, Flavon, Tuenno, fino a Cles. Quando ci siamo passati, nonostante
le quote tra i 300 e i 650 m, al posto delle mele c’era mezzo metro di
neve, ma la strada era asciutta e divertente. Dopo Cles si continua a salire.
Fondo appare al di là di una valle e si può ammirare da una pista di atterraggio
per elicotteri. Il paese è molto grazioso, con una piazza vivace e in posizione
panoramica.
Passo della Mondola
PASSO DELLA MENDOLA La gita in teoria finisce a Fondo, ma non
resistiamo
a salire sul vicinissimo Passo della Mendola, dove le valanghe hanno bloccato
la discesa sull’altro versante, quello sopra Bolzano. Sul passo c’è
un
paese composto prevalentemente da alberghi, compreso quello sfarzoso e
decadente in cui soggiornò la principessa Sissi. Con la chiusura del versante
nord, il passo è diventato un villaggio fantasma, sepolto da un metro e
mezzo di neve: questo immobilismo totale colpisce, dopo una giornata dedicata
alla frenesia dei Futuristi.