di Luca Frigerio - 10 January 2015

Francesco Catanese: ecco come e perché è finita la sua Dakar

L’avventura alla Dakar 2015 del tester di Motociclismo FUORIstrada si è fermata allo stage 4: scoprite dalle parole del “Catano” come è andata la sua breve ma intensa corsa e i motivi che lo hanno costretto a fermarsi

Francesco catanese: ecco come e perché è finita la sua dakar

Per arrivare in fondo alla Dakar non bisogna solamente essere un tutt’uno con la moto. Ogni pilota deve avere grande resistenza fisica, tanta pazienza e spiccate capacità di navigazione e orientamento. L’unica via da percorrere in mezzo a un deserto o in cima ad una montagna è quella indicata dal roadbook o dal GPS. Spesso si possono seguire le tracce lasciate dalle altre moto, ma non è così semplice giocare il ruolo del segugio, soprattutto quando si viaggia in fuoristrada a velocità elevate e, magari, inizia a calare il sole facendo diminuire esponenzialmente la visibilità. Ecco che allora serve anche un po' di fortuna... Purtroppo il nostro tester, Francesco Catanese, non ne ha avuta ed è stato costretto ad abbandonare la corsa in anticipo. Vediamo cos’è successo.

 

Nel buio in mezzo alle dune

Stage 4, da Chilecito a Copiapò: partenza in Argentina e arrivo in Cile, con un primo tratto di trasferimento di 594 km attraverso il Paso San Francisco, situato a 4.800 m di altezza sulla catena della Ande. Poi discesa fino a quota 3.500 m, dove gli organizzatori hanno allestito la partenza della speciale con il traguardo a fine tappa. L’ostacolo più grande? Le alte e insidiose dune di Copiapò, proprio negli ultimi chilometri di stage. Nessun problema, il nostro Francesco Catanese si è allenato apposta per queste condizioni estreme e grazie al suo grande talento riuscirà sicuramente a tagliare il traguardo. Passano diverse ore e del “Catano”, come di altri 10 rider, non si sa niente. Siamo preoccupati e al tempo stesso fiduciosi nelle doti di Francesco (qui la gallery a lui dedicata). Poi, finalmente, all’una di notte (ora cilena) il tester di Motociclismo FUORIstrada termina la prova. La mattina seguente, sulla sua pagina Facebook compare questa comunicazione:“Francesco Catanese è ufficialmente fuori dalla Dakar 2015 perché ieri, nonostante abbia concluso la tappa all’una di notte, lui ed alcuni altri piloti hanno saltato 5 waypoint (se ne possono saltare al massimo 3) e quindi non gli è stato consentito di partire questa mattina (Comunicazione dal Bivacco di Antofagasta)”.

 

La dakar di catanese era iniziata bene

Dopo il 148° posto conquistato nella prima tappa, Catanese ha fatto bene anche nello stage 2 (caratterizzato da una speciale di 518 km, accorciata per i piloti della seconda metà di classifica), chiudendo in 122esima posizione e risalendo alla 125esima nella classifica generale (qui sotto trovate una video intervista di WRR WorldRallyRaid dopo la seconda tappa). Ancora meglio nel giorno 3: 110° alla fine della cronometrata e 114° nella assoluta. Il nostro tester continuava a migliorare e la sua Yamaha preparata da Rebel X Sports andava alla grande (per i dettagli aspettiamo il resoconto del pilota). Poi è arrivata la maledetta tappa 4 e il nostro portacolori ha dovuto ancora rimandare il suo sogno di arrivare in fondo alla Dakar.

 

Video intervista a Francesco Catanese (fine tappa 2)

 

Un inconveniente dopo l’altro

Catanese è già in viaggio verso l’Italia, molto deluso per come è andata a finire questa 37esima edizione della Dakar. Dopo numerosi giorni in cui lo abbiamo seguito direttamente solo dal sito ufficiale della corsa, ora il nostro tester è riuscito a mettersi in contatto con i suoi tifosi per raccontare (in breve) cosa è successo nel corso della devastante tappa 4: “Finalmente ho trovato un wifi, mi trovo a Iquique, un postaccio in Cile. Purtroppo un camion non mi ha visto nella polvere e mi ha buttato fuoristrada, polso sinistro distorto. Ho continuato e mi sono fatto fare un antidolorifico. Poi arrivato alla speciale (dopo 600 km di trasferimento) ci hanno fermato un'ora e mezza per un problema organizzativo. Sono partito per i 315 km della speciale, a 20 km dalla fine è arrivata la notte. Ero solo nel deserto, un freddo cane. Ho cercato di continuare ma non tenevo più il manubrio con la mano sinistra e le dune erano massacrate dal passaggio di auto e camion. Poi, verso le 23, andando alla cieca ho trovato un tizio con un pick-up e ho messo la moto sopra per arrivare al bivacco, un vero colpo di fortuna. Ma ho saltato 2 waypoint in più del consentito e la mattina dopo non mi hanno permesso di ripartire. Ma con la mano gonfia che ho sarei andato poco in là...una vera sfiga”.

 

Ritorno in patria

Quest’anno c’erano tutte le carte in regola per completare tutti e 13 gli stage, ma purtroppo si è messa di mezzo la sfortuna: prima la caduta con conseguente frattura dello scafoide (come confermato dal pilota, qui la foto della mano), poi il ritardo nella partenza e infine il buio e il freddo degli ultimissimi 20 km. Gli organizzatori non lo hanno fatto ripartire, ma con un polso in quelle condizioni ci sarebbe stato poco da fare. Sei stato comunque un grande, “Catano”, e non vediamo l’ora di farci raccontare tutti i dettagli della corsa. Un grazie da parte di tutta la redazione per aver portato Motociclismo FUORIstrada alla Dakar per il secondo anno consecutivo! Intanto, in bocca al lupo a tutti gli altri italiani rimasti in gara.

 

I video highlights della dakar 2015

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