di Paola Verani - 09 September 2014

Giovani Traveller crescono

La nostra rassegna ”AAA Viaggiatori ventenni cercasi”, dopo la storia di Emanuele accoglie quella di Luca, 22 anni, che sta facendo il Giro del Mondo in solitaria. L’ultima notizia su di lui? La moto lo ha lasciato a piedi…

Giovani traveller crescono

Probabilmente non saremmo mai arrivati a loro senza questo aggeggio micidiale (nel bene e nel male) che è Facebook. Parliamo dei novelli Travellers, anzi di una loro rappresentanza ben definita: i ventenni o, meglio, gli under 30: perché nella tribù dei viaggiatori vogliamo anche i teen-ager. È bastato un post lanciato sulla pagina di Motociclismo All Travellers per vederci arrivare via mail qualche decina di profili di aspiranti avventurieri e altrettante foto Uomo Mezzo (qui la gallery). Vien da chiedersi: dove eravate? Perché vi siete fatti vivi solo ora? Perché ci avete fatto quasi credere che il viaggio fosse roba per consumati (e attempati) motociclisti? La risposta è una sola: stavano coltivando la loro passione su due ruote nell'intimità della loro vita, senza bisogno di sbandierarla sui media. E forse, per il loro bene, non dovremmo distoglierli dall'aurea dimensione dell'anonimato, se non fosse che abbiamo bisogno di loro: per ricordarci come nasce la smania di macinare chilometri, per godercela nel momento in cui è ancora in buona parte sogno.

 

CONNESSI SÌ, MA SENZA ESAGERARE

I novelli Traveller cominciano la loro carriera di giramondo con qualche gita fuoriporta, poi allargano il raggio delle loro uscite e superano i confini nazionali per conquistare l’Europa, con qualche amico ma anche da soli. L'esotico, per ora, è relegato al futuro. Probabilmente pochi di loro aspirano a diventare globe-trotter e nelle loro storie le parole “sponsor”, “blog”, “crowd funding” (raccolta fondi per coprire qualsivoglia spesa legata al viaggio), “spot” (quello strumento che ti permette di essere seguito on line nei tuoi spostamenti), ovvero l'armamentario base del professionista dell'avventura, appartengono ad un mondo lontano. Certo, tutti loro hanno un profilo su Facebook, ma come potrebbe averlo un qualsiasi ragazzo della loro età. Su Motociclismo di settembre abbiamo dedicato loro una rassegna: ve li presentiamo tutti con tanto di identikit e foto distintiva. Qui, invece, li affrontiamo uno per volta, pubblicandone gli autoritratti che ci hanno inviato via mail, aprendoci nuovi scorci tanto sull'universo “viaggi in moto”, quanto su quello dei ventenni di oggi. Il primo della serie (ne seguiranno altri: almeno 37, che raccoglieremo in questo articolo-rassegna e in questa gallery) è stato Emanuele Anilli, di Legnano (MI), ora conosciamo Luca Reber, di Gordola (Svizzera)

 

STORIA N° 2: LUCA E IL GIRO DEL MONDO IN SOLITARIA

Mi chiamo Luca Reber, sono nato a Locarno nel 1992 ed ho praticamente sempre abitato a Gordola (Svizzera). Soro originario di Wimmis (canton Berna) e sono cresciuto bilingue (tedesco e italiano). Dopo le scuole dell'obbligo ho iniziato un apprendistato come disegnatore del genio civile (2007-2011), concluso il quale ho lavorato 6 mesi per poi andare a militare. Tornato al lavoro mi sono licenziato nel gennaio 2014 e sono partito per il Giro del Mondo. Mi piacciono molto gli sport estremi e i motori. A 16 anni mi son lanciato la prima volta col paracadute, poi ho praticato canyoning, downhill, supermotard, motocross e sporadicamente arrampicata. Da un anno circa ho iniziato ad apprezzare molto le passeggiate in montagna. Il viaggiare in solitaria porta il grande vantaggio che puoi decidere autonomamente dove andare, quanto restarci, a che ritmo, le pause, insomma sei libero di fare ciò che vuoi. Inoltre sei portato a socializzare con la gente locale, ma se capita un problema devi risolvertelo da solo. In realtà, non viaggio mai da solo: ogni giorno incontro qualche motociclista lungo la strada, di esploratori è pieno il mondo. In famiglia, quando ho detto di voler partire in direzione nord Europa per poi attraversare la Russia han reagito con un "ma è proprio necessario?!", devo anche ammettere che loro han saputo concretamente dove volessi andare solo 1 mese prima della partenza. Mio fratello mi ha "solamente detto" di stare attento, ma so che anche lui farebbe volentieri un viaggio del genere. Dagli amici ne ho sentite di tutti i colori, "ta se matt", "fai bene", "vedi di tornare", "sei pazzo ad andare da solo", ma devo dire che in molti, anzi alla fine tutti mi sostengono. A chi mi dice che sono matto ad andare da solo rispondo spesso dicendo che non è facile trovare qualcuno che si aggreghi, alla fine non sono in molti ad avere la disponibilità finanziaria, il tempo necessari o l’ardire/incoscienza di licenziarsi. 

 

Il mio viaggio per sommi capi

Dopo aver attraversato l'Europa (saltando i paese scandinavi), ora sto attraversando tutta la Russia per arrivare a Vladivostok, da dove spedirò la moto a Vancouver. Da lì vorrei riuscire ad arrivare in Argentina, magari saltando il Messico e l'America centrale che non sono proprio il massimo della sicurezza in solitaria. Dall'Argentina sarebbe bello riuscire ad andare in Africa e risalire fino a casa, vediamo se ci sarà ancora budget a sufficienza. Se conto anche l'Africa saranno circa 60.000 km, ma è molto teorica come cifra, ad oggi ho percorso 6.500 km circa. La parte più costosa è spedire la moto da un continente all'altro e il volo per me (circa 3.000 euro) - a cui devo aggiungere un mese di attesa per l'arrivo della moto. 

 

La mia disavventura

Il 20 marzo 2014 sono partito in sella alla mia KTM 690 Enduro R dovutamente accessoriata per viaggiare. Dopo aver fatto tappa a Zurigo e Berna (con un giorno di ritardo causa neve) mi sono diretto verso Nancy, in Francia, da qui sono poi andato a Lille e a Calais, dove ho preso il traghetto per Dover, in Inghilterra. Sono poi salito a nord: Nottingham, Newcastle upon Tyne, Edimburgo, Dundee, Inverness per scendere dalla costa ovest, passando per Fort William e Bradford (Yorkshire). Qui, il 13 aprile, mi hanno rubato la moto! Si trovava su una via principale con bloccadisco e bloccasterzo, l'hanno presa in pieno pomeriggio mentre ero a visitare la città. Da Bradford sono andato a Londra, dove ho comprato un volo last minute per Berlino e ho poi trascorso 3 settimane. Una volta tornato in Ticino mi son subito rimesso alla ricerca di una nuova moto per poter riprendere il viaggio e ho trovato una Yamaha XT 660 Z Ténéré del 2012 con circa 8.000 km, con cui sono ripartito il 10 giugno.

 

Ultim’ora (2/09/2014)

La moto mi si è rotta nel nord della Siberia, probabilmente sono le fasce del pistone e/o paraoli delle valvole. Sono triste perché avrei voluto arrivare Magadan, città dell’estremo oriente russo, raggiungendo alcuni obiettivi:

  • Il primo motociclista a percorrere la “Old Summer Road” (Strada delle ossa) quest’anno
  • Il primo motociclista svizzero a percorre la “Old Summer Road”
  • Il più giovane motociclista che attraversa la Russia in moto

Ho continuato in autostop con un camionista (con la moto nel camion) per i seguenti 500 km, fino alla città principale della regione,Yakutsk. Qui sono andato alla concessionaria Yamaha, ma per avere i pezzi di ricambio dovevo aspettare minimo 15 giorni. Ho deciso, quindi, di spedire la moto rotta in Canada e pensare ad aggiustarla in un secondo momento, dato che il visto per la Russia mi scade a giorni. Ora mi sto informando se è possibile comprare una KTM a Vancouver ed immatricolarla a mio nome con targhe canadesi, in ogni caso non mi fermo.

 

Chi volesse contattare Luca può cliccare cliccare qui

Per farvi invece un’idea degli altri giovani traveller di cui parleremo nelle prossime puntate, guardate la gallery.

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