Corso Motard: a scuola con Davide Gozzini campione di S2
Un campione che spiega
UN CAMPIONE CHE SPIEGA Si dice che un buon professore riesca a farti
appassionare a una materia al punto da renderti più facile
l’apprendimento.
Sarà per questo che a scuola amavamo alcune materie e non ne sopportavamo
altre. Così, quando abbiamo saputo che partecipando a una giornata del
Corso Motard avremmo avuto come docente il vice iridato S2 Davide Gozzini,
abbiamo deciso di presentarci tra gli alunni nella giornta organizzata
al Motodromo di Castelletto di Branduzzo. Da tempo volevamo sapere come
si svolge un corso, cosa effettivamente ti insegnano e se alla fine della
giornata si è imparato qualcosa di nuovo, oppure si sono spesi dei soldi
e basta. La prima ricerca è sul sito www.corsomotard.it,
dove scopriamo che il calendario è diviso su più livelli, dal corso base
all’avanzato, passando per quello intermedio. Ormai andiamo in moto da
una vita e il base, dove ti insegnano i rudimenti principali della specialità,
come la posizione di guida, la staccata e la curva, non era ciò che cercavamo.
Ci è subito interessato, invece, il livello avanzato. Un campione che spiega
come migliorarti per andare ancora più forte diventa un’opportunità
interessante.
La differenza
LA DIFFERENZA Le scuole di guida sono tante in Italia e coprono tutte
le specialità; in molti casi sono gestite in prima persona da piloti o
ex, che mettono a disposizione tutto il loro sapere a chi voglia farne
tesoro. Quello che distingue le altre scuole da questa in particolare è
il numero limitato di iscrizioni per ogni evento. La politica del gruppo,
infatti, è fondata sul “pochi ma seguiti bene”, in modo da
accontentare
i partecipanti, senza farli sentire spersi in un gruppo troppo numeroso.
Il mezzo utilizzato dal nostro tester Marco Gualdani (mezzo nel vero senso
della parola, considerato che lo ha utilizzato un po’ lui e un po’
Gozzini)
per la scuola è la moto di Davide del 2008, la potente, al punto di essere
temuta, TM 660 ufficiale. Non avendo mai avuto la possibilità di provare
una moto come questa in un circuito vero, aumentava la voglia di sapere
cosa sarebbe venuto fuori in una giornata di corso.
Il livello avanzato
IL LIVELLO AVANZATO Permette di saltare tutta la prima parte su come
ci si comporta in pista e alle 9:00 di mattina Marco ha già indosso la
tuta e l’onore di farsi scaldare le gomme direttamente da Davide. Si
inizia
subito a girare, in modo che il Gozzo possa capire il livello generale
degli alunni e dare le primissime indicazioni. Davide si dimostra
bravo oltre che con la moto anche come professore e la fase successiva,
quella dopo la prima sosta in cui si inizia a discutere sull’importanza
del setting, ci fa entrare nel vivo della lezione. Sulle moto che hanno
offset e forcellone regolabile c’è da sbizzarrirsi. Più si accorcia la
moto più si guadagna in maneggevolezza, più si allunga e più c’è
stabilità.
Questo influisce molto anche sulla derapata, una moto più lunga, infatti,
mantiene meglio la linea, al contrario di una più chiusa. Molto importanti,
in questo senso, anche la posizione del manubrio e lo sfilamento della
forcella. A completare l’insieme c’è il lavoro delle sospensioni.
Compressione
e ritorno viaggiano di pari passo, se si è alla ricerca di un comportamento
adatto al proprio stile di guida. Fondamentale avere un assetto adatto,
sia per la staccata, sia per la trazione in uscita di curva. Banalità,
direte, e invece no. L’importanza di un corso come questo la capiamo dopo
la prima spiegazione.
Risultati scolastici
RISUTLATI SCOLASTICI Un alunno che accelerava già di suo scopre di
avere la moto settata come un panchetto, in pratica un go kart rispetto
a quella del Gozzo, pensando di essere morbido. Un passo alla volta insieme
a Davide è arrivato a trovare un setting giusto, dando valore alla sua
giornata. “Per quanto mi riguarda – racconta il nostro Marco - non
me
la cavo malaccio, ma scopro di avere il vizio di usare troppo i piedi (da
buon crossista), mentre Davide spiega che la pedana va lasciata solo dopo
che si è iniserita la moto e rimettere subito il piede prima dell’uscita,
gestendo il bilanciamento con le spalle. Un consiglio che mi aiuta tanto,
con i piedi “on board” si controlla tutto molto meglio. Capisco che
nessuno
di noi tornerà a casa da campione del mondo, ma potersi confrontare su
piccole cose come queste con uno come Davide è davvero un’ottima
opportunità”.