Guidi con Motociclismo: meno IVA su caschi e paraschiena
ANCMA con Motoiclismo
Milano 6 aprile 2009 - Il presidente di Confindustria Ancma,
Guidalberto
Guidi, si schiera con Motociclismo nella richiesta della riduzione
dell’Iva
sui paraschiena per promuovere l’uso dell’abbigliamento di
protezione.
“La diminuzione della pressione fiscale sui dispositivi di sicurezza-
osserva Guidi in un intervento a Motociclismo di cui potete leggere il
testo integrale nel sommario 'L'intervento di Guidi' - consentirebbe di
ridurre i costi sociali degli incidenti motociclistici che ammontano ogni
anno a circa 8 miliardi di euro, ma anche di ridare fiato a un comparto
industriale che annovera alcune storiche aziende italiane. Le agevolazioni
fiscali per i paraschiena - aggiunge il presidente Guidi - dovrebbero
ovviamente essere estese anche alla vendita dei caschi”.
La campagna per l’agevolazione fiscale dell’abbigliamento di
sicurezza,
a cominciare dai paraschiena, è stata lanciata sul numero di aprile di
Motociclismo, che da oltre due anni promuove la diffusione del paraschiena
anche con manifestazioni durante le quali si regalano paraschiena omologati
a fronte della “rottamazione” di protezioni non a norma. Alla
campagna
di Motociclismo hanno già aderito protagonisti del settore motociclistico,
compresi imprenditori, piloti di fama mondiale ed esponenti politici. Di
seguito i link all’editoriale di Motociclismo di aprile e agli eventi
organizzati in piazza a Como e a Cantù in occasione della campagna “Non
buttare la vita, butta il paraschiena fasullo”, in cui sono stati regalati
i paraschiena nuovi omologati a che ne consegnava uno non regolare.
Editoriale
Motociclismo aprile
Evento
rottamazione paraschiena a Como
Evento
rottamazione paraschiena a Cantù
L'intervento di Guidi
Caro Direttore,
basterebbe una sola considerazione per dimostrare l’importanza della battaglia condotta da Motociclismo sulla riduzione dell’IVA per l’acquisto dei paraschiena motociclistici: in un periodo di crisi globale la riduzione della pressione fiscale sull’acquisto di dispositivi di sicurezza consentirebbe da una parte di ridare fiato ad un comparto industriale che tra i suoi protagonisti annovera alcune storiche aziende italiane e, dall’altra, di ridurre i costi sociali degli incidenti motociclistici, che ogni anno ammontano a circa 8 miliardi di euro. E’ evidente che il mancato introito fiscale sarebbe ampiamente compensato da una consistente riduzione dei costi sanitari, materiali ed amministrativi sostenuti dallo Stato.
Si tratterebbe, inoltre, di un’iniziativa originale nel panorama europeo, dove, fino ad oggi, solo l’Inghilterra ha introdotto agevolazioni fiscali per l’acquisto dei caschi. ( e ovviamente noi riteniamo che l’agevolazione fiscale richiesta per i paraschiena non possa non essere estesa anche alle vendite dei caschi) Per una volta il nostro paese avrebbe l’occasione di inaugurare una tendenza virtuosa che ci auguriamo verrebbe imitata e adottata dal maggior numero possibile di paesi europei.
Più di vent’anni fa fu necessaria una legge per imporre ai motociclisti di indossare un casco per guidare la moto: l’auspicio è che non sia necessario arrivare a tanto per convincere gli utenti delle due ruote circa l’importanza di dispositivi di sicurezza passiva come il paraschiena.
D’altronde le novità condivise sono più efficaci delle imposizioni: per questo siamo convinti che campagne di comunicazione come quella di Motociclismo siamo importanti, meglio ancora se accompagnate da auspicabili misure di incentivazione all’acquisto promosse dallo Stato.
A margine di queste considerazioni mi sia consentita un’ultima riflessione. Gli sforzi dell’industria per migliorare gli standard di sicurezza dei veicoli e il livello di protezione offerto dall’abbigliamento tecnico sono indispensabili ma non sufficienti: occorre un impegno delle Istituzioni e delle amministrazioni locali per rendere più sicure le strade su cui viaggiano ogni giorno milioni di motociclisti.
Troppo spesso assistiamo ad incidenti provocati dalla scarsa manutenzione delle infrastrutture, dall’incuria di chi dovrebbe assicurare la sicurezza della rete viaria, dalla scarsa conoscenza che progettisti ed uffici tecnici hanno delle esigenze peculiari degli utenti delle due ruote, non assimilabili a quelle degli automobilisti.
I tempi sono maturi perché anche le strade siano rese “user’s friendly” per i motociclisti: auguriamoci che caschi e paraschiena si diffondano sempre di più e servano sempre di meno.
GUIDALBERTO GUIDI
Presidente di Confindustria Ancma