di Jacopo Bravin - 23 October 2013

Ducati Panigale e Dario Marchetti sul podio di Daytona

L’americano Shane Turpin ha monopolizzato l’evento a stelle e strisce andando a vincere sei gare e stabilendo il nuovo record di Daytona. Ma l’Italia è protagonista grazie al terzo posto di un coriaceo Marchetti e della bicilindrica di Borgo Panigale

Ducati panigale e dario marchetti sul podio di daytona

Qualche giorno fa la triste notizia della scomparsa di Rick Shaw e Eric Desy aveva gettato un ombra di sconforto sulla Race of Champions, la serie di corse riservate a chi ha ottenuto almeno un podio in una gara di campionato americano, competizione che si è poi normalmente svolta sul circuito di Daytona. L’edizione 2013 è stata letteralmente dominata da Shane Turpin: l’americano, detentore del titolo Supertwins, a Daytona ha vinto in un solo weekend sei gare delle Race of Champions e ha stabilito il nuovo record del circuito di Daytona, battendo di 30 millesimi il precedente primato di Ben Bostrom.

TU VUÓ FA L’AMERICANO
In questa gara dove le stelle e le strisce sembrano fare da padrone, c’è anche spazio per l’Italia con la brillante partecipazione di Dario Marchetti, unico italiano invitato all’evento. Dario ha dovuto correre con una formula low cost, ma ha ottenuto diversi buoni piazzamenti, tra cui un terzo posto nella seconda gara della Sound of Thunder. Il pilota di Castel San Pietro ha usato la moto personale di Rod Snyder, ex sponsor del team che lo schierava negli USA e ora ha sospeso l’attività a causa della crisi. Dell’assistenza si è occupato l’amico Richard Boyd col suo Team Desmoveloce: un meccanico solo, dell’Arizona, ma in gamba e senza spese, e le gomme sono arrivate dalla Dunlop grazie al responsabile di origini italianissime, Sabastian Mincone.

CORRERE CONTRO LA CRISI
“Con poco più di un migliaio di euro ho potuto fare sei gare – considera Marchetti – e ho dovuto rinunciare a farne un altro paio perché i tempi erano serratissimi e tra l’una e l’altra non c’era il tempo per il cambio pneumatici. Meno di così non avrei potuto spendere, ho anche lasciato il premio gara alla squadra perché se lo sono meritati. Purtroppo erano solo 400 dollari, ma la 
crisi c’è per tutti.” In sella a una Ducati 1199 Panigale Marchetti, tra venerdì e domenica, ha ottenuto un quarto posto e un ritiro per rottura di una vite del cambio nelle due gare della Battle of Twins; in quelle della Sound of Thunder è stato sesto e terzo, mentre nella Superbike è stato squalificato per non essere rientrato in pista dallo stesso punto da cui era uscito, buttato fuori da un avversario all’ultimo giro. Infine nella Formula USA di domenica, nell’ultima delle gare disputate, ha concluso ottavo.

CHI STA MEGLIO DI ME?
“In tutte le gare i miei tempi erano molto buoni – spiega Marchetti - ma per questo particolarissimo evento le posizioni sulla griglia di partenza vengono assegnate in base al piazzamento in campionato: siccome io in America faccio solo alcune corse finisco sempre molto indietro e con gare così brevi recuperare è difficile. Bisogna attaccare come degli indemoniati cercando di superarne un paio a ogni frenata e spesso non basta, tanto più che la mia moto era molto veloce per essere una moto di serie, ma non arrivava alle Superbike degli altri e quando non avevo la loro scia mi superavano con facilità sul dritto. Ma sono soddisfattissimo: ho fatto sei gare in America spendendo per ognuna quello che avrei speso per una gita domenicale, e ho conquistato un podio. Chi sta meglio di me?”

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