L’anello medioevale della Romagna. Partenza e arrivo a Brisighella tra campagne e Appennino tosco-emiliano
Romagna mia
ROMAGNA MIA Le strade che affronteremo nella prima parte del nostro
percorso sono sinuose e strette, dall’asfalto nero e perfettamente liscio,
una manna per i motociclisti. Tuttavia, proprio per il paesaggio nel quale
sono incastonate vanno percorse con lentezza, ciondolando tra una curva
e l’altra per gustarsi appieno i panorami circostanti. La seconda parte
dell’itinerario, invece, si snoda sul più aspro Appennino
tosco–romagnolo:
il paesaggio si trasforma, le colline lasciano il posto a montagne boscose
e lussureggianti. Le strade diventano più larghe ma più tortuose con tornanti
che mettono alla prova l’abilità d’ogni pilota. La zona che taglia
trasversalmente
le valli fluviali di Santerno e Senio è caratterizzata dalla vena del gesso,
importante complesso carsico formatosi in lontane ere geologiche. Questo
tratto è particolarmente interessante per il suo aspetto paesaggistico
che si presenta con una lunga cresta rocciosa bianca chiamata “pietra
di luna”. All’interno il tempo ha scavato scenari spettacolari di
cave,
grotte, anfratti, doline e orridi. Il colore viola nelle sue più varie
sfumature caratterizza invece la strada della lavanda che congiunge Casola
Valsenio a Fontanelice. Per il mototurista non c’è nulla di più
coinvolgente,
poiché oltre che abbracciare totalmente lo sguardo con le sue tonalità
rilassanti, la lavanda rapisce l’olfatto con il suo profumo che dietro
ogni curva arriva intenso e improvviso. Ciò che contraddistingue questa
Romagna, però, è anche uno straordinario incontro tra storia e natura.
Preparatevi, dunque, ad affrontare un percorso multicromatico disseminato
di castelli, borghi antichi, feste storiche, straordinaria natura e gastronomia
raffi nata. Brisighella è il luogo di partenza e di arrivo di
quest’itinerario
ad anello.
Brisighella
BRISIGHELLA È un antico centro termale di origine medioevale che
conserva
tutto il fascino dell’epoca nell’impianto urbanistico, soprattutto
nell’edificio
che la caratterizza: la rocca. Costruita su di uno sperone roccioso che
domina il borgo, risale al 1310. Restaurata nel 1509, attualmente ospita
la sede del Museo della Civiltà Contadina. Altra costruzione importante
è la torre dell’orologio, alla quale si accede tramite una strada sterrata
sulla sinistra della rocca. Risale al 1290 ed oggi è sede del Museo del
Tempo. La particolarità urbanistica di Brisighella, però, è senza dubbio
l’antica Via degli Asini, sopralevata e porticata, attraverso la quale
passavano le carovane degli asini carichi di gesso estratto dalle cave
della zona. Da Brisighella, con un bivio sulla destra, s’imbocca la via
panoramica che porta a Riolo Terme: la “strada del gesso”. Alcuni
ampi
tornanti fanno presagire un divertente percorso tra le colline. Via via
che si sale il paesaggio cambia ed acquista i colori del bianco minerale.
Siamo al centro del Parco Carsico del Carnè, istituito nel 1971.
All’interno
del Parco è possibile visitare grotte e inghiottitoi formatisi dai fenomeni
carsici della zona. Poco lontano dall’ingresso del Parco, sulla destra,
un piccolo parcheggio porta all’accesso della grotta della Tanaccia,
accessibile
al pubblico con visite guidate. Non attendetevi la classica passeggiata
su sentieri e scalinate artificiali: per la visita della grotta occorre
indossare stivaloni di gomma e caschi da speleologo.
Riolo Terme - Casola Valsenio
RIOLO TERME - CASOLA VALSENIO Imbocchiamo ora la panoramica che ci
porta a Casola Valsenio. La strada è più larga e rettilinea ma resta il
fascino delle colline intorno, con i calanchi gessosi intercalati al verde
della vegetazione. Sulla statale che segue il corso del Senio ci si imbatte
in Riolo Terme, raccolto intorno alla possente rocca eretta nel 1388. A
Casola Valsenio, presso l’abbazia, il Cardello rappresenta un perfetto
esempio di riutilizzo medievale. Da foresteria del Monastero, infatti,
fu trasformata dallo scrittore Alfredo Oriani nella propria residenza.
A Casola d’obbligo una visita al Giardino delle Erbe Officinali.
Fontanelice
FONTANELICE Castel del Rio Si prosegue sulla Statale che porta a
Fontanelice,
lungo la strada della lavanda, stretta ma dal fondo buono, il traffico
è inesistente e il panorama inestimabile. Valicato il Monte Battaglia,
si arriva a Fontanelice, piccolo nucleo fortificato sulla riva destra del
Fiume Santerno. Imboccando sulla sinistra la Statale 610 si arriva a Castel
del Rio, caratteristico centro medioevale. Incastonato in una natura
lussureggiante
che fa da corolla al fiume Santerno, il piccolo centro storico conserva
il grande Palazzo degli Alidosi, dal nome dei Signori che la governarono
fino al 1638. Il vero fiore all’occhiello della cittadina è, però, il
Ponte Alidosi. Voluto dal cardinale Francesco Alidosi nel 1499, rappresenta
una preziosa opera d’ingegneria. Ha un profilo a schiena d’asino e
una
sola, impressionante arcata in muratura che svetta a circa 19 metri sul
fiume. Per i motociclisti è consigliabile percorrere il ponte, spettacolare
per la sua pendenza, ma da affrontare con prudenza a causa degli antichi
e levigati ciottoli che rendono scivolosa la pavimentazione.
Passo della Raticosa
PASSO DELLA RATICOSA Dopo qualche centinaio di metri, prendiamo la
deviazione verso il Passo della Raticosa entrando così nel cuore più aspro
dell’Appennino tosco-romagnolo. Oltrepassato l’abitato di
Piancaldoli,
sulla sinistra si staglia l’imponente Sasso di San Zanobi, una singolare
formazione rocciosa che pare appoggiata per caso in un paesaggio estraneo.
La grande roccia scura s’adagia sui verdi prati sconvolgendo la linea
dell’orizzonte e numerose sono le leggende che fanno da cornice a questo
luogo singolare. Proseguendo in direzione Firenze si passerà attraverso
lo spettacolare Passo della Raticosa, rinomato tra i motociclisti per la
strada tortuosa. Siamo a circa 1.000 metri e il paesaggio assume caratteristiche
alpine. La foresta lascia il passo ad alpeggi dai prati sconfinati e le
tondeggianti cime sono pelate dal vento. Non di rado si possono incontrare
mucche al pascolo che ostruiscono il passaggio.
Palazzuolo sul Senio
PALAZZUOLO SUL SENIO Proseguendo in direzione Passo della Futa ed
oltrepassato
l’abitato di Pietramala, in località Casetta, si devia a sinistra per
Firenzuola. Da qui si torna sulla Statale 610 in direzione Imola e,
all’altezza
dell’abitato di Coniale, si svolta a destra verso Palazzuolo sul Senio.
La strada stretta e il panorama sono tipici dell’alto Appennino con boschi
di faggeti, castagni e aghifoglie. Frescura e aria pura sono garantite,
in un ambiente che evo a profumi di sottobosco, caldarroste e tartufo.
Palazzuolo sul Senio è una gradevole località montana fondata nel medioevo
e con forti radici rurali. Il centro è costruito con la caratteristica
pietra serena tipica della zona e qui sono di casa pace e tranquillità.
Degno di nota il Palazzo dei Capitani, risalente alla fine del 1300, particolare
per il portico ad angolo e la sovrastante torre dell’orologio. Sulla
facciata
numerosi stemmi appartenenti ai capitani del popolo. All’interno del
palazzo
si trovano il Museo della Civiltà Contadina, il Museo Archeologico e la
Biblioteca. Visitare questo piccolo centro significa riscoprire le proprie
origini e valorizzare elementi sempre più rari nel caotico mondo moderno.
In questa ideale cornice naturale, vive colui che si ama definire “il
porcaro medievale”, all’anagrafe Marco Minardi. Una scelta radicale
l’ha
condotto a vivere isolato tra i monti dell’Appennino allevando maiali
e altri animali rustici allo stato brado. Tra i suoi progetti c’è quello
ambizioso di aprire una sorta di agriturismo di stampo medievale la cui
gestione avvenga con metodi antichi e tradizionali.
Marradi
MARRADI Giunti al passo, si prende a sinistra sulla Statale 302 che
porta a Marradi, centro rurale famoso per la coltivazione del più nobile
frutto del bosco: il marrone. La vita di questi luoghi è strettamente legata
a questo frutto, un tempo utilizzato in molti modi. La farina di castagne,
per esempio, rappresentava un ingrediente fondamentale con il quale si
ovviava alla mancanza del più raro e costoso grano per ricavare dolci,
pagnotte e zuppe. Ancora oggi Marradi resta fortemente legata alle sue
origini dall’antico e genuino sapore. Questa è la tappa finale
dell’itinerario,
infatti, proseguendo lungo la statale, ci si ricongiungerà a Brisighella,
punto di partenza di questo caleidoscopico percorso attraverso i colori
della natura di Romagna.
Passi Sambuca Colla
PASSI SAMBUCA E COLLA Da Palazzuolo sul Senio, per ogni mototurista
che si rispetti, è consigliato imboccare la Statale 477 in direzione Borgo
S. Lorenzo. La strada si snoda attraverso paesaggi montani che regalano
frescura, aria pura e un verde lussureggiante. Dietro ogni curva squarci
di panorami sempre diversi riempiono gli occhi. Risalendo la Statale si
raggiunge prima il Passo della Sambuca, annunciato da una grande croce
innalzata sullo sperone roccioso di un tornante, quindi il Passo della
Colla che rappresenta un altro appuntamento mitico per i motociclisti della
zona e non solo.