di Aldo Ballerini - 26 May 2014

Marco Poli (il gomito)

Ci sono almeno un milione di storie e aneddoti da raccontare di Marco Poli - il "gomito" di Super Wheels - ma poi si intaserebbe la rete. Qui ne metto solo qualcuno

Marco poli (il gomito)

 

di Aldo Ballerini

 

In un mio precedente editoriale (cliccate qui) ho parlato del fenomeno Marco Poli. Per chi non lo conoscesse: Marco è il "gomito" di Super Wheels, colui che ha inventato la foto col gomito che striscia a terra. Oggi lo fanno tutti, in MotoGP è diventato normale come il ginocchio, ma Nonno Poli nel 1993 per la prima volta ha toccato con il gomito sull'asfalto. L'ha fatto con una moto di serie, e allora non è poi così azzardato dire che è stato il primo al mondo a toccarlo in questo modo. Di sicuro lui l'ha reso famoso. Ma questo, di Poli, è solo un dettaglio (comunque le foto sono sempre spettacolari, sfogliate la gallery).

 

DI MOTO NON CAPISCE NIENTE

È logico pensare che chi guida a un livello estremo come fa Poli sia un fine intenditore delle moto. Invece Poli non ne capisce niente. Nelle prove quando dovevi intervistarlo per sapere le caratteristiche della guida era un dramma. Non solo non conosceva, né intendeva, il modello, ma non sapeva mai neppure la marca. E neppure il motore, la cilindrata, due tempi, quattro tempi, due cilindri, tre quattro. Perché, esistono moto con solo tre cilindri?

 

SI ANDAVA A COLORI

Non potevi chiedergli "Come va la Ducati?", ma dovevi dire, indicandogliela: "Come va quella rossa?". Lui dopo una ventina d'anni aveva capito che quelle rosse sono le Ducati, quelle verdi le Kawasaki, quelle blu le Suzuki e così via... Così si faceva bello, facendo intendere che capiva i marchi, che riconosceva per i colori. Poi cos'è successo, che prima di tutto questi qua si sono messi a fare casino con i colori, bianco, grigio, arancione, poi a complicare la cose sono pure arrivate nuove maxi sportive: Triumph, Benelli, Aprilia. Solo con i colori era diventato impossibile.

 

DESCRIZIONI TECNICHE DETTAGLIATE

Il problema non era solo il modello, era poi farsi raccontare da Marco cosa aveva capito di quella moto. Insomma, lui al massimo diceva "Quella rossa? Che gòst!, La verd? La vurla!". Noi da queste articolate interviste riuscivamo a ricavare lunghi commenti tecnici. "Che gòst", in italiano "che gusto", voleva dire che "...la 916 è molto precisa di avantreno, sul quale puoi affidarti nelle staccate al limite allungando la frenata fino alla corda. Scatta velocissima nelle esse bruciando i cambi di direzione, agilità imbattibile che però si ottiene con uno sforzo superiore alle media. Precisa anche in riallineamento, è velocissima anche in uscita di curva grazie alla spinta ai medi del suo potente bicilindrico".

"La vurla", in italiano "urla", vuol dire che "Pur essendo solo un 900 cc il quattro cilindri della Ninja ha degli ottimi medi, che in accelerazione gli permettono di non perdere terreno rispetto le rivali. Ma il suo vero punto di forza è l'allungo, che le permette di tenere il passo delle rivali di maggior cubatura. Ottimo il cambio, rapido e preciso, ha un solo difetto: un fastidioso on-off che si evidenzia ai medi regimi".

 

POI ERA SOLO UNA SEICENTO

Si girava a Misano, prove libere. Poli s'ingarella con un bravo pilota, entrambi su delle GSX. Dopo un turno infuocato tra sorpassi e risorpassi, i due si ritrovano ai box.

Poli: Bravo, mi sono proprio divertito!

L'altro: Bravo anche tu, hai uno stile che fa paura.

Poli: Tu mi hai fatto dannare, ma poi in quella curva...

E così via, robe da ragazzi.

Poli poi viene nel nostro box tutto soddisfatto e anche noi gli facciamo i complimenti: "Bravo Marco, poi tu con una seicento e lui con una 750".

L'avessimo mai detto.

"Ah, io avevo una seicento?".  

Allora è tornato dal suo rivale aggiungendo: "E poi io avevo una seicento".

C’è anche quell'altra della mille che "Mi sembrava che andasse forte per essere una seicento".

E questo non è niente.  

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