24 April 2013

Guardrail salva motociclisti: qualcosa lentamente si muove

È un problema che affligge i motociclisti da sempre e la cui soluzione (non si sa come mai) non si riesce proprio a trovare. Anche se ci sono degli interessanti tentativi. Vediamo cosa si fa in Italia e in Europa

Guardrail salva motociclisti: qualcosa lentamente si muove

1.500 euro per proteggere 30 metri di guard rail in corrispondenza di una curva. Parrebbe tanto, ma quanto costerebbe, in termini meramente economici, l’assistenza vitalizia a un giovane vittima dei paletti ad H di quel guard rail? 150 euro è il prezzo di un segmento di 3 metri di DR 46, il componente salva motociclisti da applicare sotto le lame dei guard-rail, brevettato dell’azienda milanese Snoline, del gruppo americano Lindsay Corporation (ne abbiamo già parlato qui). Realizzato in polietilene, è un corpo cavo dalla sezione a onda in grado di assorbire parte dell’energia cinetica che lo investe e di reindirizzarla. È stato già installato in Svizzera, Belgio e Israele ma è in via di posa anche su alcune strade del comune di Genova e sulle autostrade Torino-Milano e Torino-Piacenza. In Svezia lo testeranno, deve resistere al freddo, al gelo e al frequente passaggio degli spazzaneve. Il dispositivo è omologato in base alla normativa spagnola, l’unica al momento esistente (qui il video dei crash test). Ne manca una europea a causa dell’opposizione dei paesi nordeuropei, dove i motociclisti sono percentualmente molto pochi.

 

VIETATO MODIFICARE I GUARDRAIL

Proprio per questo motivo, alcune soluzioni, tra cui quella realizzata dall’Anas, non sono utilizzabili perché prevedono la foratura dei paletti del guard rail, cosa vietata, visto che i guard rail sono omologati e non è possibile intaccarne l’integrità. Snoline ha anche condotto crash test con automobili per dimostrare che la componente salva motociclisti non modifica in alcun modo il comportamento delle barriere in acciaio. Il DR 46, come l’imbottitura dei paletti di sostegno dell’emiliana Rossmann Project (guardate la gallery) non prevede fori, ma si fissa all’elemento verticale attraverso una fascetta metallica. Per questo motivo, è anche estremamente veloce da installare: in condizioni ideali una squadra di 4 operai può installarne 400 metri l’ora.

 

IN FRIULI SI STUDIA

Un nuovo prototipo di guard rail, poi, è stato realizzato dall’università di Udine e testato lungo tre strade friulane. Le nuove protezioni saranno installate entro l’anno sulla strada provinciale della Val d’Arzino (Sella Chianzutan), sulla provinciale della Val Raccolana (fra Tarvisio, Cave del Predil e Sella Nevea) e sulla Collinare di Arcano (fra Fagagna e Rive d’Arcano), le tre strade più pericolose dell’intera provincia per i ciclisti. 

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