Su Motociclismo di febbraio un viaggio nelle terre sconosciute della Sicilia, sulle tracce del Gattopardo. Tracce GPS scaricabili.
Su motociclismo di febbraio un viaggio nelle terre sconosciute della sicilia, sulle tracce del gattopardo. tracce gps scaricabili.
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Esistono due Gattopardi: quello vero, realmente esistito, il Principe a
cui si è ispirato lo scrittore Tomasi di Lampedusa. E l’altro, quello
indimenticabile, impresso nella memoria collettiva dalla mano del regista
Luchino Visconti. A cinquant’anni dalla pubblicazione del romanzo italiano
più tradotto del ‘900, la ricerca del paese di Donnafugata, nato dalla
fantasia dello scrittore, ci porta ad attraversare la Sicilia dalla sua
costa meridionale sino a giungere a Palermo, intrecciando i luoghi nativi
di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e della stesura de Il Gattopardo, con quelli
della sua infanzia e della finzione cinematografica. Se decidete di ripercorrere
questo itinerario, portate con voi una copia del libro, e non vi risparmiate
nell’aprirlo e leggerlo sui luoghi visitati.
Per far rivivere la Donnafugata del romanzo, la nostra prima meta è Palma
di Montechiaro, feudo della famiglia Tomasi, nella quale lo scrittore si
recò per la prima volta solo nel ‘55, traendone un ulteriore spunto per
la sua opera. Visitiamo il Monastero delle Benedettine, (il Convento della
Beata Corbera del libro) che ha inglobato il primo palazzo ducale di Palma.
La prima pausa gastronomica è offerta dai mandorlati (biscotti ricci di
pasta di mandorla), preparati dalle monache benedettine. Sulla strada che
porta a Marina di Palma facciamo una veloce visita al Castello di Montechiaro,
per poi riprendere la SS115 (E931) in direzione Agrigento. La strada
intensamente
trafficata da auto e bus, non ci consente di spingere più di tanto. Deviando
verso Porto Empedocle evitiamo la confusione della Valle dei Templi, senza
però rinunciare a goderci, dalla strada che li costeggia, la visione della
testimonianza più conosciuta nel mondo della cultura greca in Sicilia.
Lasciata Porto Empedocle il mare, con la sabbia color oro, della costa
agrigentina ci appare per la prima volta. Purtroppo il cielo nuvoloso ci
regala rari raggi di sole, ma le poche volte che ce li concede, i colori
della Sicilia si riaccendono sorprendendoci, come non mai, alla Scala dei
Turchi, parete di roccia bianca a picco sul mare. Giunti sul posto mettete
in conto una lunga passeggiata sul bagnasciuga del litorale, ma dopo aver
macinato in sella vari chilometri e visto lo spettacolo offerto dalla meta,
non rinunciatevi.
Riguadagnata la SS115 arriviamo a Sciacca. Decidiamo di passare la notte
qui, prima, però, approfittiamo delle ultime ore di luce, per affrontare
i bei 7 km di curve che conducono in cima al Monte Kronio, da dove si gode
la vista sulla cittadina e su tutta la costa. Concludiamo la giornata
passeggiando
per le vie principali di Sciacca, attratti dalle numerose botteghe di ceramica
dei valenti maestri ceramisti e dalle vetrine che espongono gioielli realizzati
con il corallo.
L’indomani proseguiamo verso la Valle del Belice. L’azzurro del mare
e l’oro della sabbia sono sostituiti da verdeggianti colline, che
allontanano
da noi lo stereotipo di una Sicilia arida e brulla. Lungo la lingua di
asfalto nuovo, con qualche curva cieca, che ci conduce a Santa Margherita
del Belice, l’alternarsi di estesi vigneti ed uliveti ci consigliano quali
prodotti, di lì a poco, colmeranno la nostra curiosità gastronomica. Seguendo
la strada principale di Santa Margherita, C.so Umberto, si giunge facilmente
al Palazzo Filangieri di Cutò, che nel romanzo si ritrova con il nome di
Palazzo Salina, ricostruito dopo il sisma del 1968, è sede del Museo del
Gattopardo. Lasciamo Santa Margherita per concederci qualche ora di relax,
puntando la moto verso le Terme di Acqua Pia, a pochi chilometri dal paese
di Montevago. La strada caratterizzata da un susseguirsi di curve ci invita
a lasciare andare il polso sull’acceleratore, senza mai esagerare,
confidando
sul grip dell’asfalto appena rimesso a nuovo. Giunti nel centro termale
ci ritempriamo nello spirito e nel corpo, prima di affrontare i 77 km,
che ci separano da Palermo. La SS624, la c.d. scorrimento veloce Sciacca-
Palermo, non ci riserva brutte sorprese. Raggiungiamo Palermo che visitiamo
in lungo ed in largo sulle tracce del Gattopardo da Kalsa sino a San Lorenzo
Colli.
Il servizio completo su Motociclismo di febbraio.