Comparativa supersport a Monza (video)
Comparativa supersport a monza (video)
L’italiana 3 cilindri esordiente contro tre mostri sacri giapponesi a 4 cilindri che spopolano da 25 anni. Kawasaki, Suzuki e Yamaha contro MV Agusta (Honda e Triumph hanno scelto di non partecipare alla comparativa: noi le avevamo invitate). Per capire se la sfida italiana sia un azzardo o un obbiettivo plausibile, abbiamo portato le nostre protagoniste a Monza, dove le abbiamo equipaggiate con pneumatici Pirelli (le rain quando è piovuto, le Supercorsa SC per i giri di riscaldamento, le SC per i tempi) e le abbiamo consegnate a piloti di estrazione diversa, dagli amatori veloci a professionisti.
Ovviamente prima le avevamo lasciate nelle esperte mani dei tecnici del Centro Prove Edisport, per i rilevamenti delle prestazioni, mentre in pista è stato Alessandro Torcolacci a fare i giri cronometrati. Cliccate qui per i tempi in pista.
1) Kawasaki ZX-6R
È la vincitrice della comparativa. La più veloce in pista e la più apprezzata dai tester: precisa, stabile, ovviamente velocissima ma, a modo suo, perfino confortevole. Non super reattiva nei cambi di direzione, ma intuitiva da guidare, equilibrata e polivalente per l’uso anche stradale. Il motore ha un’erogazione pressoché perfetta, con medi corposi e allungo strepitoso.
2) MV Agusta F3
Appena nata e già vincente. In pista arriva seconda per pochi millesimi, ma mostrando un comportamento da vera racer tra i cordoli. Agilissima nei cambi di direzione, impone attenzione per controllarne qualche eccesso di nervosismo. Niente che un pilota non sappia fare, ma non è cosa da tutti. Il motore tira forte in alto, dai 10.000 ai a 15.000 giri è entusiasmante, ma ai medi regimi l’erogazione non è impeccabile e il rapporto finale un po’ corto penalizza la velocità massima.
3) Yamaha YZF-R6
Un grande classico della categoria, una race replica quasi pura: scomoda in sella, guizzante ma bilanciata nel misto, fedele ai comandi e precisa ma impegnativa se si vuole andare forte. Anche perché il motore prima dei 10.000 proprio non spinge, e bisogna sempre stare attenti alla marcia inserita. Ma è lo scotto da pagare per una moto praticamente da corsa.
4) Suzuki GSX-R 600
Armoniosa nella guida, accondiscendente nell’uso stradale, dove si rivela pure comoda (per la categoria) e protettiva. In pista vanta un bell’equilibrio, turbato solo dal mono che non filtra tutte le malformazioni (ma la guida rimane precisa in tutte le fasi della curva). A Monza è arrivata ultima, ma per soli 7 decimi. Il motore convince per tiro e allungo, ma i piloti hanno notato qualche incertezza nel cambio e non è piaciuto il senso di pesantezza nella guida, che non c’entra nulla con la massa: infatti è la più leggera del lotto.
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