Yamaha WR450F 2012: test

Abbiamo provato la nuova enduro Yamaha WR450F del 2012, a Francavilla di Sicilia. Praticamente è una E2 con le quote ciclistiche da E1, ma mantiene un motore generoso e gestibile. È una moto divertente, efficace, ma non estrema, un giusto compromesso tra anima racing e facilità di utilizzo

Yamaha wr450f 2012: test

 

Milano - Vi avevamo presentato la nuova Yamaha WR450F del 2012 a settembre 2011, quando Motociclismo FUORIstrada le aveva dedicato la copertina del numero in edicola a ottobre. Ma ora facciamo di più e vi diciamo più nel dettaglio come è cambiata rispetto al modello precedente e come va. Potete leggere il test completo sul numero di Motociclismo FUORIstrada di febbraio 2012 in edicola da metà gennaio.

La WR450F 2012 è la prima moto di un rinnovato impegno di Yamaha nel segmento delle fuoristrada. La vecchia WR era apprezzata per la sua stabilità, ma non brillava certo per maneggevolezza e guidabilità. I tecnici che sapevano cosa richiede una moto da enduro moderna e cosa potesse offrire una ciclistica da cross attuale hanno scelto la strada più logica, combinando i due elementi e adottando per la WR450F la nuovissima ciclistica della YZ250F 2012, che ha il telaio perimetrale in alluminio. Le sospensioni, anch’esse derivate dal cross, sono state riviste per l’uso enduristico. Questa nuova configurazione della ciclistica ha permesso di realizzare una moto che è rimasta stabile e sicura, migliorandone però l’inserimento in curva e la maneggevolezza.

Il motore ha guadagnato l’iniezione elettronica, che è la sua la grande novità. I tecnici lo hanno messo a punto considerando che la potenza di un 450 nell’enduro non è un obiettivo primario. Perciò hanno lavorato su ciò che fa veramente la differenza, ossia sull’erogazione della potenza. Per questo hanno installato l’iniezione sul superaffidabile motore della WR 2011.

La posizione di guida è naturale e non affatica il pilota: braccia e gambe restano comode e le sovrastrutture sono state disegnate in modo tale da favorire i movimenti in sella, così da rendere la guida più efficace e gli spostamenti delle gambe più intuitivi. In questo modo lo sforzo si distribuisce su tutto il corpo e il pilota fa meno fatica.

I freni lavorano a dovere, mentre la frizione non entusiasma per lo stacco, ma la bontà del motore ne mitiga l’effetto. Gli innesti del cambio non sono morbidissimi, mentre la rapportatura è adeguata all’utilizzo enduristico.

Il motore è dolce nell’erogazione e la mappa originale è molto ben realizzata, in quanto è quella che consente di essere efficaci nel maggior numero di situazioni.

Il risultato è una moto divertente, efficace, ma non estrema, un giusto compromesso tra anima racing e facilità di utilizzo.

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